Capitolo 37

2.5K 191 51
                                    

La musica risuonava nell'aria vibrando sotto pelle, unendosi al battito assordante del cuore. La legna arsa pizzicava le narici, il rumore dello scoppiettio risultava quasi vano in confronto al chiacchiericcio, alle urla, ai canti e alle melodie intonate dagli antichi guerrieri della Tribù. Izuku Midoriya non poté fare a meno di ammirare ciò che lo circondava, felice di essere riconosciuto come un membro ufficiale del Clan, felice di essere considerato alla pari di qualsiasi altra persona in quel Regno, felice di essere ritenuto degno al fianco dell'Alpha che a breve avrebbe sposato.

Un ruggito attirò la sua attenzione portandolo a rivolgere lo sguardo verso il cielo, le stelle brillavano illuminando l'oscurità mentre leggeri strascichi del fuoco raggiungevano a tratti le nuvole. Due enormi ali si spalancarono creando una folata di vento, il Drago roteò su se stesso lasciando uscire ancora la sua voce rauca e colma di energia, fino a quando una fiamma arancione fuoriuscì dalle sue fauci, provocando un grido di gioia a tutti coloro che stavano festeggiando.

Il verdognolo prese il suo boccale in legno portandoselo alle labbra, ed ingoiò la birra sorso dopo sorso. Cancellò qualche goccia dal mento appena un singhiozzo lo riportò alla realtà, e cercò tra la folla Katsuki. Era sparito poco dopo la conclusione della sua prova finale con il fuoco. Non che la cosa lo preoccupasse, in quanto Principe aveva delle responsabilità, ma gli mancava non sentire il suo aroma solleticargli le narici, o il suo respiro caldo sfiorargli il collo. Sono felice. Sorrise a se stesso, la felicità lo travolse simile ad un fiume in piena. Ora ho davvero tutto, una persona che mi ama, un luogo a cui appartenere, un gruppo di persone che mi considera loro pari. Mamma... Fratello... Vorrei avervi qui con me. Al mio fianco.

Sospirò, la sua espressione serena si incupì un poco e decise di alzarsi in piedi così da cercare un viso familiare. Sapeva che un giorno le cose sarebbero cambiate, che la sua vera famiglia sarebbe tornata alle origini, insieme. Izumo e sua madre finalmente riuniti, in un luogo sicuro al suo fianco. So che Kacchan li accoglierebbe, sono la mia famiglia. E sono diventato forte anche per loro, per tutto quello che ci aspetta. Non voglio perderli.

Chiuse le palpebre facendo un profondo respiro, le parole di Bakugou tornarono nella sua mente feroci, ma rassicuranti. "Sei a casa, ora. Questa è casa nostra. Mio Omega." Non c'era altro che potesse tranquillizzarlo più che quelle semplici frasi pronunciate con un soffio di voce al suo orecchio. Gli stava dicendo che qualsiasi cosa riguardava entrambi: dolori, gioie, sofferenze, traguardi. Condividevano una vita, un legame, un sentimento. Anzi, condividevano un'anima, divisa in due ma completa ogni volta che si trovavano uno accanto all'altro.

«Izuku, caro. Possiamo parlare?»

Midoriya sobbalzò voltandosi con uno scatto alle sue spalle, schiuse le labbra appena riconobbe Mitsuki a qualche centimetro di distanza, così cercò di ricomporsi eliminando tutti i pensieri che fino a quel momento gli occupavano la mente. Un misto di pura adrenalina e felicità, mescolate a preoccupazione ed ansia. Emozioni contrastanti lottavano nella parte più profonda di sé, quella parte non visibile all'esterno. Passato, origini, famiglia, intrecciate a presente, amore, appartenenza.

La madre di Bakugou sorrideva con le braccia nascoste dietro la schiena, sotto al lungo mantello rosso che le sfiorava i talloni avvolti da un paio di sandali in cuoio. Katsuki le assomigliava tanto, rivedeva nei suoi lineamenti, nei suoi capelli e nelle sue iridi cremisi la stessa forza, la stessa temperanza, la stessa passione. L'ardore di un leader. Ricordo ancora il modo in cui Hannes mi aveva parlato di lei. L'ammirazione, la devozione. Provava puro rispetto, anzi no, lo prova tutt'ora.

«Certo.» Midoriya appoggiò il suo calice in legno su uno dei tronchi utilizzati a panca, riposti a semicerchio intorno al grande falò scoppiettante.
«Ci vorrà solo qualche secondo.» lei lo invitò ad affiancarla, muovendo già un piede in avanti pronta ad incamminarsi.
La raggiunse grazie ad una corsetta, e tenne lo sguardo rivolto verso terra «Avrei anche io qualcosa da dire, in realtà.» ammise, prima di lasciarla continuare «Vorrei ringraziarti per avermi dato l'opportunità di dimostrare il mio valore, a te, alla Tribù e a Katsuki. So che le cose sono partite...» cercò le parole giuste, senza trovare un termine adatto «Quello che voglio dire, è che non importa ciò che è stato. Ma ciò che è, e che sarà in futuro. E io spero di poter essere un buon marito per tuo figlio, oltre che un tuo fidato amico.»

Bakudeku [Omegaverse] •The Alpha's bride•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora