Capitolo 51

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[Pov Sero]

La notte non era mai sembrata così lunga. Un silenzio quasi tombale avvolgeva il campo, dove soltanto lo scoppiettio della legna arsa nei falò accompagnava lo scorrere del tempo. Sero Hanta continuò a tamburellare il pollice sull'elsa della sua pesante spada, fissando la improvvisata dimora del Re Enji Todoroki a qualche chilometro di distanza. Odiava talmente tanto la presenza del suo stesso figlio, da tenerlo lontano persino in una occasione del genere. Il corvino, d'altro canto, non poteva contrastare il volere del suo Sovrano, dunque cercava di donare l'amore che custodiva nel cuore a Shoto, confortandolo nei momenti più brutti. Vorrei essere con lui in questo momento, ma non posso muovermi da qui.

Sospirò, una leggera folata di vento mosse i lati della tenda del bicolore dietro la sua schiena, e gli sfiorò il retro del collo provocandogli un brivido. L'aroma del suo Omega gli arrivò nelle narici portandolo a schiudere le palpebre. Il profumo dell'aria a seguito di una nevicata, mescolato a quello dell'Ambra Baltica, un fossile in grado di rilasciare la sua fragranza richiamante il tipico albero del loro Regno, il pino, solo dopo essere stato sfregato. Il cuore ebbe uno spasmo nel petto, e se non fosse stata per l'armatura presente sul busto, forse anche Iida si sarebbe reso conto del tremore dei suoi muscoli.

«Stai bene, Sero?»

Uno dei suoi amici più fidati, nonché Guardia Reale e, in quelle rare occasioni dove necessitavano di una scorta, persino di Shoto, attirò la sua attenzione portandolo a voltare il capo. Iida Tenya tenne la lancia stretta sulla spalla alzando la visiera dell'elmo che portava sopra al capo. I ciuffi bluastri dei capelli gli sfiorarono le ciglia, fu sicuro di scorgere qualcosa nelle sue iridi. Ma non seppe cosa.

«Perché me lo chiedi?» evitò di guardarlo spostando il peso da un piede all'altro.

Si conoscevano da troppi anni per riuscire a mentire. Entrambi secondi geniti di famiglie importanti, stesso addestramento militare e stesso giuramento nei confronti della Corona. Due bambini differenti ma profondamente legati dalle serate passate a curare le ferite della giornata, ad intagliare cavalli nel legno, a cacciare animali selvaggi nelle foreste come prove del proprio onore. Non so in che modo io sia riuscito a nascondergli la mia relazione con Shoto.

«Per lo stesso motivo per cui tu non hai risposto alla mia domanda.» Iida trattenne un sorriso «Sai, dovresti andare dentro. Posso fare la guardia al posto di entrambi. Ma...!» gli puntò l'indice contro alzando le sopracciglia «Non romperò altre regole per te, sappilo.»
«Cosa stai-» il corvino ci mise qualche secondo a comprendere il vero significato delle sue parole «Stai dicendo quello che io credo che stai dicendo?»
«Andiamo, secondo te chi ha coperto le tue sparizioni notturne durante le pattuglie a palazzo? O sarebbe meglio dire, chi ti ha evitato le frustate del Re. Il sottoscritto, ovviamente.»

Oh. Lo stomaco si strinse e gli sembrò di sentire il terreno spaccarsi sotto ai piedi. Venne trascinato giù, in un vortice di sentimenti contrastanti che provocarono in lui ansia e terrore. Più che per se stesso, per Todoroki. Come ha fatto? Sono stato davvero così ovvio? Eppure ho sempre agito con prudenza, non ho mai... Deglutì rumorosamente, il suo labbro inferiore tremolò un poco e dovette inspirare a pieni polmoni prima di rispondere.

«Pensavo...» Sero sospirò, non potendo negare l'evidenza «Speravo di essere stato abbastanza prudente, se lo hai capito tu allora-»
«Nessuno lo sa. Sei la sua guardia personale, chiunque sa che la tua presenza al suo fianco ha un ruolo ben preciso.» Iida scosse le spalle «E poi, il Re non crederebbe mai ad una cosa del genere. Per lui è inconcepibile la sola idea. E nonostante sia una cosa crudele e triste...» posò una mano sul suo braccio stringendolo «Forse è stata la vostra salvezza.»

Bakudeku [Omegaverse] •The Alpha's bride•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora