Capitolo III - Parte 1

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CAPITOLO III

Darmian era ancora ricoverato sotto sorveglianza e Angus stava escogitando un piano per far cadere i sospetti che pendevano su di lui.

Non mi piaceva la piega che avevano preso gli eventi, io e Caliné eravamo all'oscuro del collegamento che legava Darmian a Angus e la cosa ci irritava.

Ritenevo che se Darmian fosse stato innocente non avrebbe avuto problemi ad aspettare che la giustizia facesse il suo corso. Ci sarebbe voluto del tempo per condurre le indagini sul nostro conto, ma avrei preferito fargli passare questo calvario piuttosto che fidarmi di lui senza una ragione valida. Ma Angus era impaziente, ed era sicuro che potevamo fidarci di Darmian che per noialtre rimaneva sospetto.

«Ascolta» mi disse Angus «so che per te è difficile, ma devi dargli una possibilità, anche io ho ancora delle riserve nei suoi confronti, ma credo che conosca persone affidabili e che arrivando a loro potrai sicuramente arrivare a scoprire chi sei.»

Io avrei potuto riabilitare la sua immagine mentendo alle autorità del villaggio, se avessi voluto, e Angus voleva spingermi a farlo.

Darmian era in stato di fermo in quanto si sospettava fosse implicato in un giro di sfruttamento, era sicuramente complice del mio imbarco clandestino e i più ritenevano che lui e Barn viaggiassero sotto identità false. Inoltre, senza alcuna prova, alcuni marinai lo accusavano anche di aver dato fuoco alla nave. Veniva tenuto in custodia solamente perché le vicende che circondavano il mio passato non erano chiare, e perché lui non aveva collaborato con le autorità che stavano cercando di dare un senso all'intera vicenda.

Considerato il tutto, sarebbe bastata una semplice ma convincente testimonianza in sua difesa a farlo rilasciare, dato che non c'erano prove a suo carico. Se mi fossi accollata la responsabilità della mia presenza sulla nave, nessuno avrebbe potuto accusarlo di avermi forzatamente imbarcata su di essa. Laudioh aveva una teoria: nel peggiore scenario possibile, lui e Barn mi stavano portando a Nord per vendermi, perché purtroppo in alcune città del Nord esisteva ancora lo schiavismo. In particolare, le ragazzine della mia età avevano un ottimo valore commerciale.

Caliné, dal canto suo, non tradì la fiducia di Angus, ma cercò di dissuaderlo in tutti i modi possibili dal suo intento. La tattica si rivelò un fallimento, quindi cambiò linea d'azione. Invece di sprecare energie nel cercare di scoraggiare Angus, si sforzò a convincere me a non passare dalla sua parte, perché io sarei stata un elemento essenziale del piano che stava escogitando.

La dinamica che si era venuta a creare mi stressava e iniziai a evitarli entrambi, mi ritrovai quindi a passare sempre più tempo con il dottor Laudioh e la sua famiglia. Uki fu la prima a rendersi conto che l'inseparabile trio stava attraversando un periodo difficile.

Introdusse l'argomento mentre eravamo nel suo salotto a giocare con la sua bambina: «Per un mese intero siete stati inseparabili, dove c'era uno di voi sbucavano gli altri due. Che sta succedendo? Ti va di parlarne?» indagò, forse più per fare conversazione che per intromettersi. Non mi aspettavo una domanda del genere così a freddo, non aveva la fama di pettegola. Conclusi che dopotutto potevo parlargliene senza scendere nei dettagli, avrebbe potuto consigliarmi sul da farsi. Il mio intuito mi diceva che, nonostante la sua aria trasognata, Uki era una persona molto riflessiva e intelligente, anche se aveva sempre voglia di scherzare.

«Uki, immagina di non poterti fidare di nessuno a priori, non conoscendo nessuno a fondo. Quindi, immagina che ci sia una persona che si è dimostrata interessata al tuo benessere e a cui hai iniziato ad affezionarti, che sembra davvero una brava persona, e che ti chiede di fare una cosa che non ti convince pienamente ma che potrebbe aiutarti a risolvere un problema. Cosa faresti?»

NishyanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora