Capitolo XII - Parte 3

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Era mattina inoltrata. Caoilian leggeva, io mi ero accomodata sul davanzale della finestra e lanciavo semi di un frutto dalla forma e la consistenza simile all'avocado di sotto, mirando alla vegetazione. Non era un'attività troppo rischiosa dato che in quel momento tutti erano in riunione e lì intorno non passava mai nessuno.

«Ho trovato un passaggio interessante» disse Caoilian.

«Cosa?» domandai, prestandogli poca attenzione.

«Questa è una lettera del cavaliere Giallo dell'epoca e dice, cito testualmente: 'Soledad mantiene numerose corrispondenze private: con Ismaeri, Gibelio e Dilon e altri. Tuttavia, si rifiuta di intraprenderne una con il sottoscritto. Tacsokia è particolarmente interessata ad Argentina e Soledad non solo le ha inviato dettagliatissime lettere a riguardo ma anche numerosi disegni e avrà sicuramente impiegato molto del suo tempo per la loro realizzazione. Mentre, per quanto riguarda me, non si degna nemmeno di inviarmi un biglietto di auguri per il mio compleanno.'»

«Cos'è Argentina?» domandai a Caoilian intrigata.

«Non lo so.»

«E chi è Tacsokia?»

«Se non ricordo male era il cavaliere Marrone, Dilon invece è il mio antenato, nella mia famiglia abbiamo ancora delle lettere che Soledad gli aveva inviato. Desles e Rieldes sono dei membri della famiglia del Cavaliere Marrone, se loro non ne sanno niente potremmo indagare. Forse qualcuno dei rami cadetti della famiglia Delain possiede ancora quelle lettere.»

«Se esistessero ancora e riuscissimo a rintracciarle, potrebbero rivelarsi utili» commentai anche se con poco entusiasmo.

Lo ascoltavo distrattamente, tutta presa dal mio passatempo, mirai alla biforcazione tra due rami ma quando lanciai il seme, rimbalzò sul nulla e tornò nella mia direzione.

Non convinta da quello che avevo appena visto, lanciai verso la stessa direzione un sasso. Il giorno precedente, Khamaer, pensando di essere divertente, me ne aveva riempito le tasche mentre eravamo seduti a parlare.

Lo aveva fatto perché c'era un forte vento e fingeva scherzosamente di essere preoccupato che potessi volarmene via.

«Tanto meglio» gli avevo risposto «va a finire che il vento mi riporta a casa.»

Seguii la traiettoria del sasso con gli occhi e rimbalzò anch'esso, come se fosse stato fermato da un muro invisibile.

«Insomma, se riusciamo a trovare queste lettere forse...»

«Caoilian! Vieni qui!»

Caoilian poggio a terra tutto quello che aveva in grembo, si alzò e mi si avvicinò.

«Guarda attentamente» lo avvertii, prima di scagliare un altro sasso e questa volta senza mirare ad un punto preciso. Il sasso rimbalzò di nuovo. Anche Caoilian aveva capito che qualcosa non andava e la cosa fu alquanto confortante. Se anche lui aveva visto la stessa cosa, ciò significava che non ero pazza.

«Ti prego, dimmi che sai cos'è» dissi.

Caoilian mi spinse lontano dalla finestra, era visibilmente preoccupato e la cosa non fece che agitarmi ulteriormente.

«Caoilian, dimmi che non è quello che penso io.»

«Prima non hai notato nulla di insolito?»

«No. Era tutto normale. Le cose sono cambiate improvvisamente poco fa.»

«Bene, allora forse abbiamo un vantaggio» disse Caoilian «a meno che lanciando dei sassi contro quella cosa invisibile non abbiamo avvertito chi l'ha messa lì. Dobbiamo dirlo agli altri, se è quello che penso non dobbiamo uscire e suppongo che anche volendo, non potremmo farlo.»

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