CAPITOLO XI
Sbarcammo a Saolù in un giorno assolato.
«Considerato che hai troppe cose, ci servirà una valigia nuova, dovrai prepararne due,» mi disse Khamaer «quella con le cose non essenziali la lascerai a casa di una mia amicizia, abita qui a Saolù. Garantisco io per lei, avrà cura delle tue cose.»
Io e Khamaer impacchettammo tutta la nostra roba, durante il viaggio avevo speso diversi soldi ai mercatini, comprando in particolare vestiti e piccoli souvenir. Della scorta di denaro che avevo mi era rimasto ben poco, ma non ero riuscita a trattenermi. Avevo vissuto l'esperienza come una vacanza e Khamaer non aveva mancato di notarlo.
«Dove stiamo andando esattamente?» domandai.
«La nostra destinazione finale è Kabunak, che è un'isoletta poco frequentata, un affilato dell'Ordine controlla tutti gli spostamenti della zona. Kabunak è un posto abitato prevalentemente da famiglie di pescatori e le probabilità che Aenios abbia delle spie laggiù sono talmente esigue dal non destare eccessiva preoccupazione. Dovremmo essere al sicuro.»
«Khamaer, ma se hai detto che non bisogna incontrare gli amici per non metterli in pericolo, per quale ragione stiamo andando a lasciare i bagagli di troppo dai tuoi amici?»
«Perché fanno anche loro parte dell'Ordine» disse Khamaer «non ci crederai quando la vedrai, ma questa signora è stata un Cavaliere dell'Ordine per molti anni, anche se si è ritirata da parecchio.»
«E questo non la renderebbe di diritto un obiettivo dei nemobai?»
«Sì, ma come ti ho detto, è furba anche se non sembra. Se facciamo attenzione nessuno si accorgerà di noi.» disse Khamaer.
Khamaer si offrì di aiutarmi a trasportare le mie cose.
«Ti ricordo che non tutti conoscono la mia faccia e che Alga, la signora da cui stiamo andando, è famosa per avere una vasta cerchia di amicizie che vengono a visitarla da tutto il mondo tutte le settimane. Organizza da sempre feste e ricevimenti, insomma, nessuno dovrebbe notarci. Fidati, ritengo che sarebbe più rischioso per noi entrare in una delle sedi dell'Ordine piuttosto che fermarci a casa di Alga.»
«Quando partiremo per Kabunak?»
«Tra non molto» disse Khamaer «dobbiamo prima fare scalo sull'isola di Khebek, Kabunak è molto isolata, potremmo incrociare anche qualcuno degli altri Gran Cavalieri.»
Seguii Khamaer per le vie di Saolù, mi accompagnò in un quartiere molto curato e ci fermammo davanti un'abitazione principesca.
«È una stracciona questa Alga» ironizzai.
«È un anziana ereditiera» spiegò «suo marito era un uomo molto ricco, ha fatto la sua fortuna vendendo candele. Era un uomo gentilissimo, negli ultimi anni della sua vita si è appassionato all'apicoltura, purtroppo è morto da qualche anno.»
Bussammo alla porta sul retro, un cameriere elegantemente vestito si affacciò alla porta senza sfilare il chiavistello «Desiderate?»
«La signora Nebit è disponibile per il tè del pomeriggio?»
«Prego signore» ci accolse il cameriere «seguitemi da questa parte, la signora è di sopra con i vicini, forse preferireste incontrarla in una stanza privata?»
«Grazie Carle, ma aspetta che i vicini vadano via prima di avvertirla che sono qui» disse Khamaer. «La signorina è con me» aggiunse «non è necessario che ci accompagni.»
L'abitazione era riccamente arredata, ad Alga dovevano piacere particolarmente i colori caldi. Notai che i muri e la mobilia erano un trionfo di gialli, rossi, marroni e ocra. Chissà perché immaginai che quella fosse la casa di uno scarafaggio gigante, con un anello su ogni zampa, a cui piaceva circondarsi di cuscini e tappeti, me lo immaginavo mentre zompettava tutto tronfio per quei corridoi e quelle stanze. Mai intuizione fu più sbagliata, la signora Nebit era tutt'altro che uno scarafaggio, anzi quando la vidi per la prima volta la associai visivamente a un pavone. Vestiva con abiti ricercati, e per ricercati intendo che era impossibile che avesse trovato vestiti di una simile bruttezza con facilità. Erano tutti smerlettati in modo improponibile. Si era truccata in modo molto pesante, tanto che sospettavo che si fosse incollata una maschera di cera con le sue fattezze di quando era molto più giovane in faccia. Il trucco che utilizzava come espediente per mascherare la sua età era fallimentare, perché tutto quell'eccesso la faceva sembrare più vecchia. Al seguito aveva un ragazzo elegante e raffinato, che si presentò come Maroaro, il nipote di madame pavone.
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Nishyan
FantasyMille anni fa l'imperatore Aenios e i suoi seguaci nemobai, una setta di stregoni malvagi, erano al picco del potere. L'Ordine del Loto, un'organizzazione che venne istituita per contrastarli, prevalse e la magia scomparve. Ma dopo un millennio la...