Capitolo XIII - Parte 1

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CAPITOLO XIII

Non cercai più di fare conversazione e procedemmo in silenzio finché non udimmo delle voci. Con i labirinti non si riesce mai a capire bene la provenienza di un rumore, ma eravamo certi che ci fosse qualcun altro vicino a noi.

Khamaer ci fece cenno di mantenere il silenzio, lui e Kaide si guardarono negli occhi. Kaide mi mise una mano sulla spalla e non verbalmente fece capire a noialtri che dovevamo rimanere fermi in quel punto. Lui e Khamaer procedettero in avanti nel buio finché la luce della loro torcia non si perse in lontananza. Non dovemmo attendere molto, poco dopo tornarono indietro accompagnati da tre persone. Kaide e Khamaer avevano un'espressione diversa.

«I nemobai sono nei tunnel» sussurrò una donna della quale non conoscevo il nome.

Io e Caoilian ci scambiammo uno sguardo preoccupato.

«Ci hanno attaccati alle spalle, sono violenti. Elaeu ha reagito ed è morta, credo.»

«Dove?» domandò Ria.

«Non sappiamo, li abbiamo seminati.»

«Procediamo» disse Inaro «dobbiamo andare in quella direzione. Se siamo fortunati potremmo non incrociarli, ma l'uscita è molto probabilmente da quella parte.»

«E se fossimo sfortunati?»

«Allora ognuno per conto suo e ricordatevi del nostro metodo.»

«Che metodo?» domandò un uomo tarchiato.

Inaro ripeté a bassa voce i due metodi che lui e Ria utilizzavano per trovare l'uscita di un labirinto.

«Se andasse per le lunghe, potremmo ritrovarci costretti a girare per l'intero intreccio di tunnel. In ogni caso è importante che teniate traccia del vostro passaggio. Un sasso significa che già siamo passati per quella strada, due sassi significa invece che quella via è da escludere» ribadì per chi si era aggiunto, mentre poggiava un sasso a terra all'imboccatura di un incrocio ancora inesplorato.

«Anche se ci separiamo se continuiamo a tracciare la strada con questo metodo troveremo l'uscita. Inoltre, è da quando siamo entrati che Ria non stacca la mano dal muro, potremmo trovare l'uscita più facilmente di quanto crediamo.»

«In ogni caso, se ci fossero problemi, saprete cosa fare» aggiunse Ria.

Sentimmo nuovamente dei suoni rimbombare nei cunicoli. Potevano essere degli amici, ma noi eravamo all'erta.

Intravidi due volti familiari. C'erano tre studiosi degli Arcipelaghi che mi erano stati presentati il giorno prima, ma non erano soli, c'erano anche loro.

All'inizio sembrava fossero solo due nemobai, con tre dei nostri. Poi notammo altri due nemobai che chiudevano il gruppo a poca distanza. Non erano armati, ma da ciò che sapevo non avrebbero avuto bisogno di maneggiare armi fisiche per farci del male.

La loro reazione fu, per nostra fortuna, molto lenta. Evidentemente eravamo stati talmente silenziosi che li avevamo colti di sorpresa.

«Scappate!» urlò Khamaer. Lui e Kaide si fiondarono addosso ai due nemobai più vicini, io mi voltai nella direzione opposta e misi in moto le gambe. L'uomo tarchiato mi superò, sorprendentemente correva più veloce di me. Qualcun altro correva in mia prossimità, sentivo il calore della sua torcia che mi accarezzava pericolosamente i capelli. Incespicammo tutti e tre all'incrocio che Inaro aveva segnato poco prima. Il tarchiato svoltò a sinistra procedendo veloce come un cavallo, io dopo un attimo di indecisione decisi di procedere a destra.

'se scelgo sempre la strada a destra poi posso tornare da dove sono venuta, mettendo la mano sul muro corrispondente e ripercorrendo il percorso all'indietro.'

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