Capitolo I - Parte 3

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Dal momento in cui ero sbucata dal nulla mi avevano fatto domande a cui io non sapevo rispondere. Adesso, molto probabilmente, grazie a Darmian avremmo tutti avuto le risposte che cercavamo.

Angus mi prese per mano e non mi lasciò finché non raggiungemmo la stanza dove si trovava Darmian. Ad attenderci, oltre i medici, c'erano il capitano Deniz e il sindaco del villaggio.

Il dottor Laudioh ci accolse sorridendo, «eccola qui, la nostra passeggera misteriosa.»

Darmian era mollemente disteso sul letto, sollevò subito lo sguardo nella mia direzione. Aveva gli occhi del color del ghiaccio. Non sono mai stata brava a leggere gli stati d'animo negli occhi freddi delle persone dai colori chiari. Mi guardava, ma ciò che nascondeva dietro il suo sguardo, fermo e tranquillo come il mare calmo, mi era indecifrabile.

«Spero tu mi sappia spiegare chi è la ragazzina e cosa ci faceva sulla mia nave» esordì Deniz.

Darmian era una statua di gesso, lasciò trascorrere del tempo prima di rispondere.

«Cosa vi ha detto?» chiese, parlando di me in terza persona, come se non fossi presente.

«Niente, sembra non ricordare un bel niente, comodo no? Pensa, quando ha aperto gli occhi non era nemmeno capace di spiccicare parola.»

Lo sguardo di Darmian si concentrò nuovamente su di me.

«Potremmo parlare in privato?» domandò.

Deniz gli si avvicinò e parlò in tono minaccioso «Se qualcuno fa salire un clandestino sulla mia nave, prima risponde alle mie domande e solo dopo ha diritto a porre le sue.»

«Lei non ricorda niente» spiego Laudioh «e per quello che ne sappiamo tu potresti essere un pazzo che ha dato fuoco alla nave. Non abbiamo intenzione di lasciarla da sola con te. Dacci la tua versione dei fatti e valuteremo cosa fare, sempre nell'interesse di Brielle, che agli occhi della legge è ancora una bambina.»

Darmian si chiuse in sé stesso. Provammo a fargli aggiungere altro, ma immerso com'era nei suoi pensieri non degnò nessuno di noi di ulteriore attenzione.

I medici cercarono di placare l'insistenza esplosiva del capitano la cui sola presenza destabilizzava l'atmosfera rendendola sempre più tesa, Deniz cedette alle loro richieste e uscì dalla stanza facendo molto rumore e lasciando la porta spalancata.

Lanciai ad Angus il segnale che era il momento propizio per darcela a gambe, un gesto che avevamo concordato in precedenza. Ci stavamo avvicinando alla porta con nonchalance, ma Laudioh aveva intuito le nostre intenzioni.

«Brielle, vieni qui» disse, tendendomi la mano come segno di incoraggiamento. «Darmian, avevi chiesto di vederla, ora è qui e non dici niente? Potresti cominciare con il dirci il suo nome»

Lo sguardo di Darmian si concentrò nuovamente su di me. Era fermo e composto, gli occhi erano l'unica parte dinamica del suo corpo.

«Posso parlarle in privato?» domandò Darmian a Laudioh.

«Potrai rivolgerti a lei in nostra presenza. Fate come se foste soli, anzi, se per gli altri va bene farò uscire tutti, rimarrò da solo ad ascoltare e vi garantisco sul mio onore che manterrò la vostra conversazione segreta»

In segno di buona fede Laudioh sollecitò gli altri ad andarsene con molta gentilezza, il sindaco fece cenno a tutti di seguirlo all'esterno. La totale fiducia del sindaco in Laudioh era un'ulteriore prova che il medico era un membro molto rispettato della comunità.

Rimanemmo in tre, ma Darmian non parlò.

Allora decisi di rivolgermi a lui per la prima volta.

«Chi sono?» domandai.

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