I medici sollecitarono tutti quanti a farmi stare tranquilla e non pormi domande. Misero in chiaro che se avessi voluto parlare sarebbero stati pronti ad ascoltarmi ma non volevano che venissi forzata a dar risposte che non riuscivo a dare.
Era evidente che capivo, i medici mi avevano esaminato per bene e avevano concluso che non avevo impedimenti fisici all'abilità della parola, anche se al momento ero incapace di comunicare in modo soddisfacente. Avevano ricondotto tutti i miei problemi di memoria all'amnesia da cui ero colpita.
Una mattina soleggiata un'infermiera mi accompagnò nel giardino dell'ospedale, mi sedetti su una panchina e iniziai a sfogliare un libro illustrato; non essendo capace di leggere osservavo le elaborate figure di paesaggi bellissimi.
Venni distratta da un fruscio alle mie spalle, vidi che in cima al muretto c'era un ragazzo dalla carnagione bronzea che mi osservava incuriosito.
«Ciao» salutò,
«Ciao»
«È un bel libro?» domandò e riconobbi la sua voce, era il ragazzo scavezzacollo che era venuto a visitarmi al mio primo risveglio: Angus. Non ricordavo il verbo appropriato per invitarlo a raggiungermi, quindi gli feci cenno di avvicinarsi. Lui sorrise, si calò dal muro e si sedette al mio fianco a gambe incrociate. Gli porsi il libro.
«Stai leggendo?»
«No», risposi e indicai i disegni «bello!»
«Come ti chiami?»
Scrollai le spalle, lui rise.
«Sei di poche parole, ragazza!»
«No», risposi «voglio...» e mimai il gesto di parlare con le mani «non so.»
Angus sorrise «per cominciare, questo si chiama libro, e suppongo che tu non sappia leggere, quindi mi ritengo responsabile di narrarti questa bella storia. Segui la storia guardando le immagini, ti aiuteranno a capire» e così dicendo tornò alla prima pagina e iniziò a raccontarmi di una misteriosa leggenda del Continente del Nord.
Ritornò il giorno seguente con un altro libro e convinse l'infermiera a farmi andare con lui in piazza. Ci sistemammo all'ombra di una quercia seduti fianco a fianco, tenevamo il libro in mezzo per poterlo guardare entrambi, lui leggeva la storia e io osservavo le immagini.
«Ehi!» sentii una ragazza chiamarci a poca distanza «Angus, che cosa stai facendo?» Angus alzò lo sguardo e sorrise, «Cal, vieni qui, voglio presentarti un'amica!»
Caliné si avvicinò con un cipiglio infastidito, «pensavo che saremmo andati a nuotare oggi...»
«Lo faremo più tardi, lei è la ragazza» disse mentre mi indicava, lanciando uno sguardo d'intesa a Caliné.
«So chi è» poi, rivolgendosi a me, domandò: «ma non ce l'hai un nome?»
«Non so» risposi
«Ma allora parla!» esclamò Caliné «qualcuno dice che è muta.»
«Non conosce la nostra lingua» disse Angus, e alzò il libro in aria per farle leggere il titolo sulla copertina, «le sto insegnando!»
Caliné assunse un espressione infastidita e grugnì: «Caspita Angus! Ora ci manca solo che adotti un'altra creatura indifesa.»
«A cosa ti riferisci?» disse Angus,
«Mi ricordo Scintilla, rammenti?»
«Ma Scintilla era un gatto!»
Caliné rise «sarà anche stato un gatto, ma la situazione è la stessa»
«Non sono indifesa!» esclamai, stavo ancora processando come mi aveva definito in precedenza «non sono gatto»
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Nishyan
FantasyMille anni fa l'imperatore Aenios e i suoi seguaci nemobai, una setta di stregoni malvagi, erano al picco del potere. L'Ordine del Loto, un'organizzazione che venne istituita per contrastarli, prevalse e la magia scomparve. Ma dopo un millennio la...