Attraccammo a un piccolo pontile nell'atollo di Gham e scendemmo dal peschereccio. Tirava una lieve brezza marina che profumava di salsedine.
Ringraziai nuovamente il pescatore, anche se le parole non erano abbastanza per esprimere la mia gratitudine.
Quel vecchietto non mi faceva domande, non voleva nulla da me e mi rassicurava ripetendomi che non ero sola e che sarei stata aiutata.
Lo seguii in un negozio, Aanoravo chiamò: «Edel affacciati, mi serve un sacco da viaggio abbastanza grande» disse.
Da dietro il bancone sbucò una ragazza.
«Dove te ne vai, vecchio?»
«Non è per me, è per una nostra nuova amica che ha bisogno anche di un po' di cosine da portarsi dietro nel suo viaggio. Aggiungi al necessario una bella candela profumata di quelle che fa tua nonna!»
«Buonasera», mi salutò Edel un po' stupita «da dove ti ha tirato fuori il vecchio? Da una fogna?»
Dovevo avere l'aria davvero trasandata.
Aanoravo non trovo la battuta divertente, «pensa un po', l'ho trovata che galleggiava tutta sola nell'oceano»
«Caspita!» esclamò Edel, «come sei finita lì?»
«Viene da Kiria» rispose il vecchio «la faccio imbarcare per l'isola di Vanne, una volta arrivata lì ci penserà l'Ordine ad aiutarla.»
«Come ti chiami?» mi domandò Edel.
«Brielle» le risposi.
«Ah Brielle! Come Brielle, l'amica di Soledad!» commentò.
«Eh già.»
Incontrai tante persone gentili senza avere il tempo di memorizzare nulla di loro perché quella sera stessa già ero in viaggio verso Vanne, l'isola più grande di quell'arcipelago ed una delle più grandi e popolose dell'ovest. Con me avevo il sacco che Aanoravo mi aveva fatto acquistare. Era pieno di cose utili.
Passai l'intero viaggio a riflettere sulla mia situazione; l'unica spiegazione che riuscii a darmi fu che evidentemente sulla nave ero andata in una sorta di coma narcolettico e dovevo essere stata lanciata fuoribordo, anche se non aveva senso. Ricordavo chiaramente che Angus, Caliné e Darmian erano in pericolo. Inoltre non mi spiegavo il mio lunghissimo e fin troppo reale sogno, ma immaginai che i trafficanti di uomini forse mi avessero somministrato qualcosa di allucinogeno che doveva avermi confuso.
Le istruzioni che mi avevano impartito Aanoravo e i padroni del negozio erano chiare: per la mia sicurezza, appena sbarcata, avrei dovuto chiedere informazioni solo a figure in divisa di una certa autorità. Dovevo raggiungere la sede del Loto, che Aanoravo sapeva essere vicina al porto; «Non avrai difficoltà a trovarla» mi aveva assicurato il vecchio.
Mentre ero in viaggio, solamente un altro passeggero si impicciò della mia presenza domandandomi dove fossero i miei genitori. Quando sbarcammo tenne lo sguardo fisso su di me fino a quando non mi fui allontanata, afferrò il suo bagaglio, si voltò e andò via.
Vanne era caotica, niente a che vedere con i luoghi che avevo visitato prima di allora. Sgomitai per raggiungere un uomo in divisa che lavorava vicino la biglietteria: procedeva a passo svelto nella direzione opposta alla mia. Lo afferrai per il polso richiamando la sua attenzione, lui abbassò lo sguardo verso di me.
«C'è qualcosa che posso fare per te?» domandò con gentilezza.
«Mi scusi, come faccio a raggiungere la sede più vicina del Loto?»
Alle sue spalle c'era un ragazzo. Sorrise nella mia direzione attirando la mia attenzione su di lui. Mi era saltato all'occhio perché era un bel ragazzo.
«Allora, prima di tutto devi uscire dalla stazione passando dalla porta principale laggiù, gira a destra e vai sempre dritto finché alla tua destra non incrocerai una grande struttura bianca di marmo. A quel punto dai le spalle al palazzo di marmo e procedi dritto, insomma, devi andare nella direzione opposta al palazzo. Cammina fino a che non attraverserai un ponte, dopo averlo attraversato gira a sinistra e procedi dritto.»
Il ragazzo carino scivolò senza farsi notare accanto al mio interlocutore, silenzioso come un'ombra, e scomparve tra la folla.
«Hai capito bene?» mi domandò l'uomo.
«Sì, grazie» risposi e mi allontanai in fretta nella direzione in cui si era dileguato il ragazzo, forse avrei potuto ancora raggiungerlo, chissà, magari attirare la sua attenzione con qualche domanda sull'isola...
«Ehi, dove è finito il mio... mi hanno derubato!» urlò l'uomo con cui avevo parlato poco prima.
Gran parte della folla si voltò nella sua direzione. Grandioso, ora probabilmente avrebbe pensato che avessi fatto da esca per permettere a un mio complice di derubarlo.
«La ragazzina che era qui poco fa, dove è finita?» ecco, adesso mi sarebbero saltati addosso, il lato positivo era che sarei finita in pugno alle autorità di Vanne che avrebbero potuto aiutarmi a contattare il Loto e risolvere la questione per cui mi trovavo lì.
Sapevo che se il tizio mi avesse riconosciuto non avrebbero potuto farmi niente. Non potevano sospettare di me, ero appena sbarcata sull'isola, come potevo già essere entrata a far parte di un'organizzazione criminale? a meno che non ne avessi fatto parte in quel passato che non ricordavo. Se avessi avuto la fedina sporca, tanto meglio, almeno avrei saputo da dove provenivo.
In ogni caso la mia priorità era denunciare la situazione dei miei amici e fare in modo che qualcuno li aiutasse.
Custodivo un'informazione che avrebbe potuto aiutare a localizzarli, grazie ad un'osservazione di Angus sapevo che eravamo passati vicino le coste di Maku.
Quando mi trovavo sulla nave ci era permesso uscire dalla stiva due volte al giorno per utilizzare il bagno. Durante una di quelle uscite un enigmatico sorriso affiorò sulle labbra di Angus.
Solo quando ci ricondussero nella stiva mi confessò cosa l'aveva fatto sorridere, «so dove siamo.»
«E la cosa ti rende felice, perché?»
«Da qualche parte, a poca distanza da qui c'è la costa, e da quelle parti abita Zelda.»
«Ma come fai a saperlo?» intervenne Caliné.
«Cal, non hai notato gli uccelli?» disse lui «c'era un Morni Dorsogrigio. È una specie particolare di uccello costiero che popola le coste di Maku e in questo periodo dell'anno migrano verso Nord a stormi.»
Poi sapevo anche che ero stata ripescata nei pressi dell'atollo di Gham. Chissà, forse con queste informazioni avrebbero potuto farsi un'idea di dove era diretta quella nave e avrebbero potuto intercettarli.
Tra l'altro iniziavo ad avere fame, controllai se c'era qualcosa di edibile nel mio bagaglio, ma trovai solo le foglie in cui avevo tenuto avvolto il mio ultimo pasto.
'Spero che i Guardiani del Loto abbiano qualcosa da sgranocchiare' pensai.
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Nishyan
FantasyMille anni fa l'imperatore Aenios e i suoi seguaci nemobai, una setta di stregoni malvagi, erano al picco del potere. L'Ordine del Loto, un'organizzazione che venne istituita per contrastarli, prevalse e la magia scomparve. Ma dopo un millennio la...