Capitolo IV - Parte 2

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Promettemmo entrambi solennemente che non avremmo detto niente a nessuno: la versione ufficiale sarebbe stata che io e Darmian dovevamo partire per questioni familiari e Angus e Caliné, se si fosse aggiunta al gruppo, avrebbero viaggiato insieme a noi fino a Jaikj dove ci saremmo separati.

Salutai Darmian e Angus a un incrocio e mi avviai da sola verso l'abitazione di Laudioh con l'intenzione di salutarlo prima di partire.

«Ciao»

Sobbalzai al suono della voce di Darmian e mi voltai, mi stava seguendo a qualche passo di distanza.

Esitò prima di dire: «Mi dispiace di non aver risposto alle tue domande» sembrava che non stesse mentendo.

«Non fa niente» dissi, senza pensarlo davvero. Il fatto che Angus sarebbe venuto insieme a noi mi rassicurava. Procedemmo per un po' in silenzio, poi improvvisamente Darmian mi rivolse una strana domanda: «Tu non ti fidi di Caliné, vero?»

Avevo passato diverso tempo con Angus e Caliné e mi piacevano. Con Angus avevo legato relativamente presto, ma non avevo lo stesso grado di confidenza con Caliné.

«Non del tutto, non mi fido nemmeno di te» risposi «e Angus non si è fidato abbastanza di me dal raccontarmi cosa vi accomuna in questa faccenda; quindi, incrociando le posizioni, noi quattro completiamo un bel quadrato della diffidenza»

«Non ti ha raccontato nulla?» domandò con una nota di stupore.

«No, è restio, come lo sei anche tu d'altronde.»

Darmian sospirò. «L'arduo compito di spiegarti cosa sta succedendo spetta a persone più capaci, perché sinceramente non saprei nemmeno da dove iniziare a spiegare» disse.

«Membri dell'Ordine» conclusi.

«Esattamente, ma non persone qualsiasi. Vorrei che tenessi questa informazione per te, ma devo dirtelo nel caso ci separassimo: semmai ti ritrovassi da sola, dovrai andare a una delle sedi dell'Ordine e inviare una lettera a una certa Senera Daphia; qualunque sede dell'Ordine saprà fornirti il suo indirizzo con facilità. In questa lettera infila il disegno di un asfodelo, appunta unicamente il tuo recapito, senza aggiungere altro e lascia a questa persona il compito di trovarti. Perdonami, dov'è che siamo diretti?»

«Io a casa del dottor Laudioh, tu non ne ho idea!»

«Ah bene, vengo con te. Ne approfitterò per ringraziarlo per tutto quello che ha fatto per noi, che non è poco. Quell'uomo ci ha salvato la vita.»

Mi disturbava l'idea di presentarmi a casa di Laudioh insieme a Darmian, ma non me la sentivo di chiedergli di non venire. Tra l'altro avrei dovuto abituarmi alla sua presenza. Sarebbe diventato presto mio compagno di viaggio, quindi avrei dovuto condividere molto tempo con lui nell'avvenire.

«Il dottor Laudioh ha intuito come sono messe le cose, non vorrei mentirgli» dissi.

«No, ritengo sia più saggio mentire spudoratamente anche a chi ha capito che la nostra è una bugia. Le bugie o vanno dette bene o non vanno dette per niente. Quello che hai detto al sindaco per te dovrà corrispondere a verità finché non raggiungeremo la nostra destinazione.»

Il dottore non era ancora tornato dal lavoro, ci trattenemmo per un po' in giardino con Uki e la bambina. Uki ci offrì dei biscotti salati e chiacchierammo tutti insieme. La piccola si arrabbiò con me quando le dissi che sarei andata via, mi fece promettere che sarei tornata a trovarla prima della partenza o non me lo avrebbe mai perdonato.

Io e Darmian le salutammo e uscimmo, mentre eravamo in strada lei si affacciò alla finestra e rimase a contemplare le nostre figure che si allontanavano.

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