Ripresi conoscenza in uno spazio angusto. Più o meno mi ero fatta un'idea di quello che era successo nel mio stato di coscienza alterata, ma fu Caliné a colmare i vuoti facendo un resoconto dettagliato a modo suo.
«Non dovevamo fidarci di quegli infidi esseri, di quelle canaglie» disse Caliné «sarebbe stato meglio avventurarsi per strade sconosciute da soli che in compagnia di due vipere pronte a sputare veleno.»
«Caliné» la interruppe Darmian «hai finito gli insulti, ora basta. Comportandoti così non risolvi niente. Non sprecare le energie lamentandoti.»
«Che è successo?» domandai.
«Ah, ecco che si sveglia la morta, quasi quasi ti lasciavano a riva sai? Bella strategia, te la sei quasi scampata» disse Caliné.
«Caliné, per favore, abbassa la voce» questa volta fu Angus a parlare.
«Quei bastardi ci hanno venduto!» esplose Caliné.
«E chissà quante altre volte l'avranno fatto» disse Darmian «chissà a quante altre persone è successo prima.»
«Ma cosa è successo?» domandai fissando gli occhi ghiacciati di Darmian.
«I gemelli» rispose «sono dei trafficanti, significa che sfruttano la loro occupazione di guide per attirare e rivendere viaggiatori a trafficanti di uomini. Noi credevamo di usufruire dei loro servigi senza sapere che non eravamo loro clienti, ma una merce. Siamo caduti vittime della loro trappola.»
Mi accorsi che non eravamo da soli, c'erano tanti altri visi tristi e provati in quel piccolo spazio, ne contai circa una ventina, erano persone di tutte le età.
«Dove siamo?» domandai agli altri in un sussurro.
«Nella stiva di una nave di schiavisti» disse Darmian.
«Siamo stati degli idioti» aggiunse Angus.
Darmian sussurrò: «Il passato è passato, ora possiamo solo...»
La grata in cima alle scale si spalancò, un uomo si affacciò riportandoci al silenzio «Troppe chiacchiere, dove credete di essere? In taverna? Chi vuole ordinare qualcosa?» disse con tono ironico, fu la prima volta che vidi Caliné obbedire a un ordine senza commentarlo in modo sarcastico.
Lo schiavista si sfilò un bastone dalla cintura e lo puntò verso Darmian «Tu, di sopra! Quelli come voi è meglio tenerli in isolamento finché non imparano a stare in silenzio.»
Si sfilò una frusta dalla cintola e la sbatté sugli scalini, qualcuno rabbrividì, «Scendo a prenderti, voialtri state lontani!»
Darmian mi fece cenno di spostarmi, mi resi conto che ero legata talmente stretta che avevo perso sensibilità alle dita.
L'uomo scese gli scalini, afferrò Darmian che era legato mani e piedi e lo trascinò di sopra.
«Il prossimo che sento fare casino tra voi tre, moretto, ricciolina e boccaccia non lo metterò in isolamento; Lo appenderò all'albero maestro per le caviglie, sono stato chiaro?» abbaiò l'uomo con voce minacciosa.
Ci lanciammo degli sguardi spaesati. La sola presenza di Darmian evidentemente ci ispirava fiducia, era diventato per noi una figura autoritaria ed una sorta di capo. Uscendo si era portato tutta la speranza con lui.
Mi rivolsi ad Angus preoccupata in un sussurro «Angus, che ci succederà?»
Angus irrigidì la mandibola prima di rispondermi «Non so, immagino che verremmo venduti. La schiavitù è proibita in quasi tutti i territori, ma se nessuno sa dove ti trovi e nemmeno le tue condizioni allora nessuno potrà salvarti, nemmeno volendo. Non so se capisci cosa intendo.»
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Nishyan
FantasyMille anni fa l'imperatore Aenios e i suoi seguaci nemobai, una setta di stregoni malvagi, erano al picco del potere. L'Ordine del Loto, un'organizzazione che venne istituita per contrastarli, prevalse e la magia scomparve. Ma dopo un millennio la...