Capitolo VII - Parte 3

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Crug aprì la porta della stanza e lo seguimmo al suo interno. Al centro c'era un tavolino basso ricolmo di pietanze. Stranamente il tavolino attirò la mia attenzione prima del suo peculiare occupante; inginocchiato su dei cuscini c'era un uomo alquanto grasso che strappava, con denti ingialliti, lembi di carne dall'enorme cosciotto di un animale arrosto che da vivo doveva essere stato più nutrito di lui.

«È lui?» domandai in un sussurro ad Eton.

«Abbi pazienza» mi rispose con un fil di voce.

Fu Crug a parlare per primo ad alta voce: «Dov'è Snark?»

«In bagno» rispose il grasso sputazzando pezzettini di cibo.

«Ah», commentò Crug.

'Sarà andato a vomitare' pensai 'dopo un tale spettacolo...'.

«Chi è lei?» disse il grasso, indicandomi con l'osso di animale spolpato.

«La ragazza di Macchia» rispose lo smilzo.

«Come ti chiami?» domandò.

«Riccia» disse Eton precedendomi.

«Perché ha i ricci? Che fantasia. Già abbiamo un Riccio.»

«Ma non una Riccia» disse Eton, «il nome in codice al femminile era libero.»

«Anche Nanerottola non è in uso, ma se preferite Riccia, che Riccia sia. Accomodatevi» disse e ci invitò a sederci al suo tavolo con un gesto eloquente.

Mi fiondai verso l'angolo del tavolo più lontano dall'uomo grasso, accomodandomi sui morbidi cuscini.

«Riccia, lui è Formichiere» ci presentò lo Smilzo.

'Troppo tardi per le presentazioni' pensai 'nella mia mente si chiama Grasso oramai.'

Si misero tutti e tre a parlare di Piumetta come se fosse stato l'evento più divertente avvenuto da secoli, mi stavo iniziando ad annoiare, mi domandavo se Crug fosse il vero nome di Smilzo o se fosse semplicemente un altro alias che utilizzava.

Sentii la porta scorrevole schiudersi alle mie spalle, passi pesanti tuonarono sul pavimento. Era entrato un uomo alto, dal vestito impellicciato, indossava un anello per ogni dito e notai immediatamente che aveva sei dita per mano.

Si lasciò cadere pesantemente sul cuscino alla mia destra, non mi piaceva il suo odore.

«Mi hanno detto che sono atteso» disse e senza presentarsi afferrò una fetta d'ananas dal tavolino stracolmo, nel frattempo lo Smilzo si stava servendo di carne dal vassoio che era di fronte a Grasso.

«Sì, Macchia ti cerca. Vuole fare un accordo.»

«E perché?» disse l'impellicciato rivolgendosi a Eton.

«Riccia, vuoi spiegargli tu?» domandò gentilmente Eton.

«Chi è questa?» domandò l'impellicciato a tutti i presenti.

«Riccia, la ragazza di Eton» cantilenò lo Smilzo.

«E perché è qui?»

«Se la lascerai parlare, Snark, la ragazza te lo dirà» disse Grasso, l'impellicciato si voltò a guardarmi.

«Siete capaci di localizzare delle persone scomparse?» domandai fissandolo dritto negli occhi.

Rimase ad osservarmi per un po' in silenzio prima di rispondere: «Sì, con le giuste condizioni. Ma perché siete venuti da me per trovare delle persone? Sono criminali forse? Gli zinzeroni non sono specializzati in queste cose.»

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