Capitolo IV - Parte 1

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CAPITOLO IV

Sapevo che la mattina seguente le attenzioni si sarebbero concentrate su di me e il solo pensiero di essere nuovamente oggetto di scrutinio mi metteva a disagio.

Il sindaco riunì l'intero consiglio di prima mattina e Darmian venne liberato poche ore dopo. La notizia si sparse velocemente di bocca in bocca, già dopo pranzo era diventata di dominio pubblico e tutti sapevano che Darmian era stato liberato perché io avevo fatto cadere le accuse.

Mi nascosi nei pressi del laghetto nel bosco, non era la prima volta che mi ritiravo lì, dove avrei potuto riflettere in pace e solitudine. Sembrava un luogo fatato perché l'acqua irradiava un'aura magica, c'era una nebbiolina leggera che a causa della rifrazione della luce brillava di tonalità arcobaleno.

Un leggero tocco sulla spalla mi distolse dai miei pensieri, alzai lo sguardo, il dottor Laudioh torreggiava su di me, conosceva i miei rifugi preferiti e mi aveva trovato.

«Perché?» domandò «Perché lo hai fatto?»

Abbassai lo sguardo e rimasi in silenzio, lui si tolse la giacca e la dispose sull'erba per sedersi alla mia destra.

«Due giorni fa mi hai confidato di non essere ancora riuscita a ricordare niente di rilevante. Ho pubblicamente sorvolato sulle tue menzogne, perché so che tu non hai riacquistato la memoria e penso di meritarmi una spiegazione. Perché lo hai aiutato? Dammi un solo motivo valido.»

«Non capisco, cosa vuoi sapere?» dissi.

«No, sono io a non capirti. Mi hanno chiesto un parere, dal punto di vista medico sono stato onesto: mi sono espresso dicendo che era improbabile che tu avessi riacquistato i tuoi ricordi così velocemente.

Le cause precise della tua amnesia non sono chiare, ma una cosa è sicura: una remissione seguirebbe un processo graduale» aveva assunto un tono da ramanzina, iniziò a massaggiarsi le tempie e chiuse gli occhi per poi riprendere a parlare in tono più dolce.

«Qualunque siano i tuoi motivi, parlamene. Farò di tutto per aiutarti» disse.

Rimasi ostinatamente in silenzio, Laudioh non avrebbe capito perché lo avevo fatto.

«Basta che tu mi prometta che starai attenta. Non ti crederò, ma starò più tranquillo. Non sei mia figlia, ma se avessi bisogno di aiuto sappi che io sono qui, ti ho preso a cuore e nella nostra casa ci sarà sempre posto per te.»

«Come mai dici queste cose?» domandai commossa.

«Perché sospetto che hai in mente qualcosa e so di non poterti fermare.»

Laudioh era genuinamente preoccupato per me, gli sorrisi, era votato all'aiutare anche all'infuori della sua professione.

«Grazie!» dissi.

Avevo scelto la strada rischiosa, mi stavo fidando di Angus, che conoscevo a malapena, e Darmian, che non comprendevo del tutto. Non sapevo dove mi avrebbe portato questa scelta, ma Darmian poteva essere l'unico collegamento con il mio passato.

Laudioh non si trattenne a chiacchierare ulteriormente e mi salutò: «Devo andare, sono di turno. Se ti va, più tardi puoi passare per cena e ne riparliamo» propose.

D'istinto mi alzai e lo abbracciai, lui mi accarezzò la testa come l'avevo visto fare con sua figlia.

«Ora devo proprio andare» borbottò, liberandosi dalla mia presa «mi raccomando, fai la brava!» aggiunse, si alzò in piedi, si spolverò i pantaloni, raccolse la giacca e si allontanò.

Non rimasi da sola per molto, mentre contemplavo le implicazioni della mia scelta vidi Darmian ed Angus avvicinarsi.

Darmian era decisamente conciato molto meglio rispetto all'ultima volta che l'avevo visto, o forse era l'assenza di sbarre a contenerlo che mi dava questa impressione.

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