Capitolo 2

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Quando Florin varcò la soglia di casa, il suo sguardo cadde su una piccola amaca posta in quella che faceva sia da sala da pranzo che da salotto, suo figlio, Gabriel, era lì addormentato.

Ai bambini, prima del rituale della scelta, non era permesso avere una camera propria, per questo la sala da pranzo, punto focale della casa, era molto ampia, nelle famiglie con più figli doveva essere abbastanza capiente da poter accogliere tutti i bambini.

Questa era una vecchia regola, per poter permettere al villaggio di non espandersi troppo o almeno non oltre i confini sorvegliati, le famiglie dovevano condividere gli spazzi comuni; solo con la necessità, come uno o più figli adulti, si aveva il permesso di ampliare la casa per dare al ragazzo o ragazza un ambiente privato dove stare, e di solito cadeva proprio dopo il Rituale della Scelta.

Le case venivano così rimodellate in questo periodo dell'anno, dove alcuni ampliavano mentre altri demolivano.

A volte, succedeva che alcune famiglie si scambiassero la casa per non accollarsi il costo dei lavori, questo accadeva quando in alcune famiglie i ragazzi si sposavano o in casa rimanevano solo anziani che non avevano bisogno di troppo spazio dove stare.

Florin camminò verso il figlio assopito, mentre lo sguardo, dell'uomo, accarezzava il volto del ragazzo, alcuni ricordi lo presero alla sprovvista, un senso di urgenza e preoccupazione gli fecero attorcigliare le budella e quando una mano delicata gli toccò la spalla questo lo colse di sorpresa facendolo trasalire.

«Florin?» chiamò sua moglie preoccupata.

«Sto bene!» rispose Florin ad una domanda non fatta ma che sapeva fosse lì.

«La ronda?» Chiese per cambiare argomento, Crina sapeva cosa turbava suo marito, perché la stessa cosa turbava anche lei, come per il marito anche il suo pensiero era sempre lì.

*** *** ***

Il ricordo era ancora vivido nella mente dei due, marito e moglie.

Quando Gabriel nacque, quello che doveva essere un evento felice si trasformò quasi in una tragedia, la gente del villaggio che era in attesa della nascita del figlio del capo villaggio, alla vista del bambino, ne chiese la soppressione.

Non perché il bambino fosse deforme o malato, cosa che poteva essere un motivo abbastanza valido in quel tempo, ma solo perché aveva un occhio di colore azzurro e uno nero.

Non era mai successo che qualcuno del villaggio, Cerb, nascesse con occhi diversi da quelli del protettore del villaggio, il Dio Cervo.

Un'aberrazione, dicevano gli abitanti del villaggio.

Solo l'intervento dei due sciamani in carica, Radu e il giovane Cristi, impedì la tragedia.

Radu prese il bambino e condusse tutti al tempio all'aperto del Dio Cervo, mentre Cristi andava a chiamare Roxana, nonché moglie di Radu e una delle migliori maestre di rune del villaggio.

Cristi si era affrettato così veloce per trovare Roxana, che quando Radu e il resto del villaggio arrivò al tempio trovarono i due già ad aspettarli.

Radu spiegò brevemente le sue intenzioni alla moglie ancora trafelata per la corsa, mentre chiese a Cristi di intervenire nel caso le cose si fossero messe male.

Roxana iniziò a dipingere rune di potere formando un cerchio a doppio strato, protezione e evocazione, intorno al vecchio altare di pietra.

Quando la donna ebbe finito, Radu si avvicinò all'ara¹ e vi adagiò il bambino con grande delicatezza, nel frattempo era stato raggiunto da Cristi che si teneva alla sue spalle ma sempre all'interno del cerchio eretto da Roxana mentre la donna ne usciva.

LA FINE DELL'ERA OSCURADove le storie prendono vita. Scoprilo ora