Florin riuscì ad andare a dormire solo dopo aver riportato a miglior ragione suo figlio.
Gabriel si lavò con cura e poi andò a mangiare, sua madre gli aveva preparato un porridge di avena con frutta secca e di stagione, abbastanza nutriente da sorreggerlo fino all'ora di pranzo.
Mentre Gabriel si ingozzava per sbrigarsi ad uscire, Crina non poteva che scuotere la testa esasperata.
Il ragazzo ripose la scodella e il cucchiaio che aveva usato sul lavabo della cucina ed uscì, finalmente era fuori.
Dirigendosi verso casa di Goe, Gabriel sentì il suono di una campana.
Questa non era il suono della campana di avvistamento con i suoi rintocchi possenti e bassi ma il suono di una campana di vedetta, il cui suono era acuto e squillante. Dieci rintocchi veloci, Gabriel rimase in attesa contando, dopo trenta secondi altri dieci rintocchi. Il ragazzo, ora, era sicuro, un animale posseduto si era avvicinato al villaggio.
Cinque rintocchi e venti secondi di pausa prima di suonare ancora, segnalavano l'arrivo o la partenza di una carovana.
Quindici rintocchi senza pausa e suonati una volta sola, invece, era il segnale che degli animali di grossa taglia stavano stazionando intorno al villaggio e di fare attenzione a chi si stava apprestando ad uscire.
La grande campana di avvistamento iniziò anch'essa a suonare andando a sostituire quella della torre di vedetta, segno che chi di dovere aveva ricevuto il messaggio e i rinforzi erano in viaggio.
La campana di avvistamento avrebbe suonato dieci rintocchi ogni minuto fino a che il pericolo non fosse passato.
Il ragazzo, curioso, si diresse verso il lato sud del villaggio attento a non farsi vedere dalla gente armata che correva in quella stessa direzione per dare una mano in attesa dell'arrivo delle sentinelle di turno.
Quando, Gabriel, arrivò nel luogo di allarme, si nascose dietro il tronco di un albero per non essere visto e rispedito a casa da sua madre, da lì poteva avere una buona visuale, notò subito Roxana, maestra di rune nonché moglie di Radu, e Cristi l'altro sciamano.
Roxana era molto presa ha mantenere la barriera coesa, mentre Cristi puntava il braccio destro in avanti, facendo illuminare il suo tatuaggio da sciamano, una strana litania usciva dalla sua bocca mentre la barriera veniva continuamente scossa dall'enorme animale che persisteva a sbatterci contro, sembrava impazzito e forse lo era davvero.
Mentre l'enorme bestia si scontrava con la barriera, la sua pelliccia veniva bruciata dalla barriera stessa segnandolo con ferite sanguinolente.
La barriera era progettata per tenere fuori gli spiriti vendicativi e gli animali posseduti da quest'ultimi, essendo una barriera sacra, alimentata dai cristalli della padronanza, la barriera avrebbe tenuto fuori anche altri pericoli ma senza nuocergli.
Un normale cinghiale vi avrebbe sbattuto contro, proprio come se fosse stata una spessa lastra di vetro infrangibile, ma tutto lì.
L'animale, che stava colpendo la barriera, era invece un coyote posseduto.
Gabriel aveva faticato a capire di che tipo di animale si trattasse; i coyote non avevano zanne, non erano alti tre metri e lunghi cinque, i loro occhi non erano certo rossi e tanto meno erano in possesso di lunghe zanne affilate.
Questo invece sì.
Nel frattempo i rinforzi erano arrivati; cinque guerrieri con spade si fecero avanti seguiti da quattro con lance e due arcieri subito dietro ma già pronti alla battaglia.
La gente del villaggio che era corsa in aiuto si teneva distante per non intralciare chi doveva prendere in carico la protezione del villaggio in quel momento. Nel caso fossero arrivati in ritardo toccava loro farsi avanti.
Un'altra regola, forse macchinosa, ma nel corso degli anni si era rivelata utile per non creare ingorghi e rallentamenti nei soccorsi che non potevano mancare, doveva esserci sempre qualcuno pronto ad intervenire come riserva.
Roxana notò subito il movimento dietro di lei, e disse: «Ragazzi rimanete a copertura, Cristi ha bisogno di esercitarsi un po'.»
I rinforzi si schierarono subito in formazione, pronti ad intervenire non appena Cristi e Roxana lo avessero chiesto o nel caso le cose non fossero andate nel modo sperato.
«Roxana, ci sono gli arcieri, facciamola finita!»
«Cristi non piagnucolare, concentrati. Se non ti tieni allenato, il giorno che ti ritroverai solo in una situazione analoga, lo rimpiangerai.»
Mentre Cristi tentava di esorcizzare il bestione, a Gabriel successe qualcosa di insolito e sconvolgente.
Il ragazzo, che poco prima stava fissando l'enorme coyote posseduto, sentì all'improvviso un forte dolore all'occhio sinistro, quello azzurro, e se non fosse stato per il dolore, il ragazzo si sarebbe accorto di una luce azzurra che fuoriusciva dal suo occhio e si proiettava contro il tronco dell'albero dietro al quale si stava nascondendo.
L'eccitazione, del momento, passò subito sostituita da sgomento, dolore e paura.
La bestia deforme davanti lui stava cambiando, o meglio, tre forme differenti vi si sovrapponevano, era come guardare tre immagini allo stesso tempo, il coyote nella sua vera forma, la bestia mutata più una strana entità di aspetto umanoide ma molto slanciato, con grandi denti lunghi, squadrati e gialli; mani ad artiglio, pelle grigia e spessa, mentre gli occhi, probabilmente la cosa più spaventosa di tutto questo essere, erano rosso sangue e sembravano trasmettere un odio al di là della comune comprensione, o per lo meno qualcosa che il giovane Gabriel non aveva mai sperimentato e quindi faceva fatica a capire, ma non gli impedì di rabbrividire di paura sotto quello sguardo ferino.
Il dolore all'occhio sinistro costrinse il ragazzo a portarsi le mani al volto per cercare di coprirlo in segno di protezione, ma mentre l'occhio veniva oscurato dalle mani del ragazzo, il dolore si intensifico come a protesta per essere stato coperto.
Gabriel fu costretto a tornare a guardare quell'abominio, un senso di vertigine e nausea si impossessarono di lui, si sentiva esausto e privo di energie tanto che vacillò sul posto e il suo tentativo di aggrapparsi all'albero, che fino ad un momento prima era stato il suo rifugio, fallì miseramente.
A Gabriel sembrava di muoversi al rallentatore, e mentre il suo corpo cadeva all'indietro aumentava il suo malore e il senso di vertigine.
Delle mani lo sorressero da dietro impedendogli di rovinare a terra, Florin lo aveva afferrato al volo tendendolo stretto nel suo abbraccio, mentre Crina lo guardava preoccupata. La donna si fece avanti per coprire marito e figlio, da sguardi indiscreti, in parte già nascosti dall'enorme albero dietro al quale lo stesso Gabriel si era rannicchiato per non farsi vedere a curiosare, se non fosse stato per la luce azzurra emanata dall'occhio del ragazzo, nemmeno i due lo avrebbero scorto e solo perché lo stavano cercando e non erano interessati allo spettacolo dato dal maestro di rune, Roxana, e lo sciamano Cristi che stavano monopolizzando l'attenzione di tutti, tranne loro due.
Mentre Gabriel perdeva conoscenza un pensiero gli sovvenne, o per miglio dire una realizzazione lo colse al momento, l'entità umanoide altro non era che lo spirito vendicativo, ma soprattutto il fatto che esso non aveva nulla a che fare con i defunti, ma quanto con una razza a parte, la parola spirito doveva aver forviato il pensiero comune creando l'equivoco, da qui spiriti vendicativi, ed infine, il fatto che probabilmente lui fosse la prima persona in assoluto ad aver visto la vera forma di questi esseri.
Nel frattempo, Cristi riuscì ad esorcizzare il coyote, lo spirito vendicativo fu espulso dal corpo dell'animale, la massa scura e informe a contatto con la luce solare scomparve come se non fosse mai esistita.
La luce solare è, come risaputo, il nemico numero uno degli spiriti vendicativi che non possono sopravvivere se esposti ad essa.
Il coyote cadde privo di vita riprendendo il suo aspetto originale, nessuno poteva salvarsi ad un esorcismo che fosse un animale o un umano, questa era la triste verità.
Mentre nella confusione del momento i guerrieri si avvicinavano per spostare la carcassa del coyote lontana dal villaggio per la sepoltura, Florin e Crina colsero il tempo giusto per portare via Gabriel inosservati.
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LA FINE DELL'ERA OSCURA
FantasyAttanagliati dalla paura, le popolazioni della Pianura di Ierbos, dei Colli del Vant e delle Terre di Nisipos, vivano costantemente scandendo le loro giornate nel timore dell'arrivo della notte, il momento più duro per loro. Creature oscure si muov...