Capitolo 4

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Gabriel rimase a lungo svenuto, solo dopo cinque ore riprese conoscenza, anche se si ritrovò un po' spaesato, era nel letto dei suoi genitori con suo padre sdraiato al suo fianco e profondamente addormentato.

Il ragazzo, per un attimo, pensò di aver sognato quello che era appena accaduto, ma una leggera fitta all'occhio sinistro lo convinse del contrario.

Ancora un po' incredulo, lasciò la camera da letto, in sala da pranzo trovò sua madre, Crina, a rassettare.

«Mamma, cosa mi è successo?» In realtà Gabriel si ricordava degli eventi della mattina, ma non era sicuro che i suoi genitori avessero assistito a tutto o solo al momento in cui era vacillato e svenuto.

«Io e tuo padre siamo venuti a cercati dopo aver sentito l'allarme, ci siamo resi conto che avevi deviato dalla strada per casa di Goe.»

«Ero curioso.»

Il senso di colpa trasparì dalla voce del ragazzo, ma Crina non si girò a guardarlo.

«Sai come si dice? La curiosità uccise il gatto.»

«Non sono un gatto!» Protestò poco convinto Gabriel, cioè sapeva di non essere un gatto... ma la curiosità poteva davvero averlo ucciso, almeno questa volta.

«Come ti senti ora?»

Dalla voce di sua madre, Gabriel non riusciva a capire se la donna fosse arrabbiata, ma il fatto che gli dava ancora la schiena e fingesse di pulire la cucina già perfettamente in ordine la diceva lunga, così rispose: «Bene. Ho avuto solo un capogiro, tutto qui.» mentì Gabriel sperando di essere convincente. Gabriel non sapeva perché sentisse il bisogno di mentire a sua madre, ma solo che in quel momento non voleva affrontare l'accaduto.

«Ti ricordi ancora che domani mattina devi partire con tuo padre per Vier?»

«Posso ancora andare?»

Gabriel era sorpreso, pensava che sarebbe stato punito e lasciato a casa, non era come si comportavano, di solito, i suoi genitori.

«Perché, non hai detto di stare bene?»

Il tono provocatorio di Crina fece subito rispondere di riflesso Gabriel con un: «Sto benissimo, davvero!»

«Ho preparato un elenco di cose che ti serviranno per il viaggio, inizia a preparare il tuo zaino.»

Dopo una mezz'ora di confusione più totale da parte di Gabriel troppo eccitato per combinare qualcosa di concreto che invece di organizzare l'occorrente per la partenza stava mettendo tutto a soqquadro tirando fuori cose che non erano nella lista di sua madre ma che al ragazzo sembravano necessarie.

«Basta così!» Crina era davvero spazientita, all'ennesima ciotola che Gabriel fece cadere, il suo autocontrollo aveva ceduto.

«Gabriel, una sola ciotola e un solo cucchiaio così per tutte le altre cose, cosa te ne fai di tutti queste cose in più?»

«Ma se si sporcano poi come faccio, abbiamo acqua da sprecare per pulire durante il viaggio?»

L'esasperazione iniziale di Crina sparì non appena la donna si rese conto che suo figlio stava facendo le cose con metodo seguendo un suo proprio criterio. In effetti, come bambino, Gabriel, aveva spesso sentito che nei lunghi viaggi la mancanza d'acqua e l'esaurimento dei cristalli della padronanza erano le cause principali di morte nelle carovane, il ragazzo preoccupato aveva pensato che portando più suppellettili avrebbero potuto risparmiare sull'acqua.

«Non devi preoccuparti di questo, si tratta di meno di un giorno di viaggio andata e di ritorno. L'acqua basta e avanza. Sono secoli che nessuno muore per mancanza d'acqua.»

LA FINE DELL'ERA OSCURADove le storie prendono vita. Scoprilo ora