Capitolo 34

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L'indomani mattina, quando il sole sorse, la campana di avvistamento suonò e i carri partirono portando con loro Gabriel pronto per un altra avventura. Gabriel era in carrozza con Radu, Roxana, Ion, Micael, Nae e Pavel il maestro di rune che aveva parlato con Gabriel nella sala delle udienze. Roxana decise che Gabriel dovesse sfruttare ogni opportunità per imparare e iniziò ad insegnargli. L'atmosfera era meno tesa che in classe, così Gabriel si sentì libero di fare domande.

«Come si chiama la lingua parlata dagli sciamani e che scriviamo a scuola?»

«La lingua non ha un nome proprio, la chiamiamo solo lingua antica o parole di potere se si sta officiando un invocazione o un esorcismo per esempio.»

«E la lingua con le rune più vecchie come quelle del mio occhio?»

«Visto che le rune vengono definite arcaiche si è deciso di chiamare quel linguaggio anch'esso arcaico. Anche se purtroppo non c'è più nessuno a ricordarlo.»

La lezione di Roxana durò diverse ore, dopo alcune spiegazioni iniziali, la donna chiese a Gabriel di parlare in lingua antica per esercitarsi, così iniziarono a conversare. La cosa fu abbastanza buffa, perché era già difficile parlare un linguaggio non comune che si stava iniziando ad imparare a parlare per la prima volta, mettiamoci poi che per farlo, Gabriel doveva tenere i denti serrati per non mordersi la lingua per via degli scossoni del carro. La mattinata passò velocemente e ben presto si sentì suonare una campana e le carrozze si fermarono per il pranzo. La carne secca e l'acqua furono consegnati nella carrozza, proprio come ricordava Gabriel nel suo viaggio, di andata, per il rituale della scelta.

Gabriel mangiò la carne poi prese il suo zaino e ne tirò fuori la frutta secca che offrì agli altri scoprendo che Pavel era un estimatore quanto lui. Gabriel era molto preoccupato per Micael, lo vide taciturno per tutto il viaggio e depresso, visto che erano fermi, Gabriel decise di prendere la palla al balzo e chiese: «Micael, ti va di scendere un attimo dal carro?» Micael preso alla sprovvista dalla domanda di Gabriel disse di sì senza pensarci. I due scesero dal carro e andarono a parlare a poca distanza da questo.

«Micael non va bene come ti stai comportando, non sarai di nessun aiuto nell'esorcismo se continui a deprimerti.»

«Farò la mia parte.» Disse Micael sentendosi giudicato.

«Ti sei sentito giudicato, vero? Proprio ora!» Micael sorpreso sgranò gli occhi dalla perspicacia del ragazzo.

«Ti conosco meglio di quanto tu possa pensare, conosco i tuoi processi mentali, hai paura di sbagliare e di uccidere tuo figlio e di essere giudicato. Ma qui nessuno ti giudica, stiamo per fare qualcosa mai tentato prima e per una giusta causa. Hai paura di essere giudicato perché anche una parte di te lo fa, ma quando saremo nella coscienza della vittima molte informazioni ti verranno date, cose molto personali che la gente si vergogna di far sapere agli altri, non potrai prenderti il lusso di giudicare quella persona ma solo di usare quelle informazioni per aiutarla. Durante l'esorcismo, quando siamo nella mente della vittima, verrà un momento in cui dovremo toccarla, è allora che le nostre emozioni fluiranno verso la vittima stessa, se sei pieno di pregiudizi, rancori o dubbi questi andranno ad influire negativamente il rituale. Se pensi di non poterlo fare, allora, dillo subito. Troveremo qualcun altro. E per quanto riguarda la paura di uccidere tuo figlio se vuoi lo lasceremo per ultimo.»

«E se dovessi sbagliare?» chiese l'uomo frustrato, dimenticandosi un attimo che stava parlando con ragazzo giovane e non un suo coetaneo con cui confidarsi.

In realtà nemmeno lo stesso Gabriel voleva questa responsabilità, ma rispetto a Micael era sempre stato deciso nelle sue affermazione, se aveva detto che avrebbe provato ad aiutare, allora lo avrebbe fatto mettendoci tutto se stesso, e nel caso avesse fallito non si sarebbe accusato di nulla, perché avrebbe saputo di aver dato il massimo.

LA FINE DELL'ERA OSCURADove le storie prendono vita. Scoprilo ora