Capitolo 13

22 4 0
                                    

I giorni passarono velocemente, e i preparativi per il viaggio furono ultimati. Gabriel non aveva sognato nemmeno una volta, e ne fu felice perché significava che non ci sarebbero stati pericoli durante il viaggio. Qualcuno suonò la campana di avvistamento e i suoi rintocchi chiamarono in adunata i membri del villaggio. Genitori con al seguito i bambini di sette anni, con i loro zainetti sulla schiena, si radunarono al centro del villaggio dove ad aspettarli c'erano i carri pronti a partire. I bambini salutarono i genitori e iniziarono salire sui carri.

«Gabriel comportati bene, mi raccomando.» Si raccomandò sua madre.

«Mamma, tu non vieni?»

«No! Ma ci sarà tuo padre, come capo villaggio non può mancare.»

Crina aiutò Gabriel a salire sul carro e si allontanò per fare spazio agli altri genitori che volevano salutare i loro figli. Mentre per andare a Vier i carri partirono per l'entrata sud del villaggio, per andare al monte Alegere si doveva passare per l'entrata nord e attraversare la pianura di Ierbos.

La polvere iniziò ad alzarsi al passaggio dei carri, e il cigolio delle ruote e il ritmo dei passi dei cavalli cullavano i bambini all'interno.

«Per fortuna ci sono panche per sedersi questa volta e sono pure imbottite.» Goe sembrava molto soddisfatto di questa sistemazione, negli ultimi giorni si era fatto prendere un po' dal panico pensando di viaggiare come nel carro merce quando andò con la spedizione a Vier.

«Quelli con cui siamo partiti per Vier erano carri adibiti al carico di merci, è normale che non ci fossero panche.»

Gabriel, che anche lui era stato in apprensione, aveva chiesto a suo padre che, pazientemente, lo aveva tranquillizzato spiegandogli che i carri erano comodi perché convertiti al trasporto di persone, tranne un paio che trasportavano le merci essenziali per il viaggio.

Dalla conversazione con il padre, Gabriel aveva anche saputo che i bambini avrebbero viaggiato in due carri, i maschi in uno e le femmine nell'altro. Perché in caso di pioggia avrebbero dormito all'interno del carro, e secondo Florin, era più "opportuno" fare così. Anche se Gabriel non capì cosa intendesse.

Il viaggio proseguì senza intoppi, i bambini si divertivano nei carri a cantare e a giocare tra loro, purtroppo, nonostante le panche imbottite, dopo tante ore di scossoni e la posizione seduta, la stanchezza e i dolori si fecero sentire e con essi la voglia di giocare e scherzare ben presto scemò.

Di tanto in tanto Gabriel lanciava sguardi verso Brad, Toma, Stan e Vali. Aveva notato, infatti, che Vali si era seduto un po' distante dagli altri tre che continuavano a fare come se nulla fosse.

In realtà tutti loro si erano comportati abbastanza bene, anche se Gabriel li aveva trovati un po' smunti, probabilmente a causa del duro lavoro della settimana appena passata.

Dopo molte ore di viaggio le carrozze si fermarono.

I bambini sporsero la testa fuori dal carro per vedere cosa fosse successo e videro arrivare un uomo con le rune da guerriero che trasportava carne secca e una brocca d'acqua.

«È ora di pranzo bambini, mangiate! Questa sera ci sarà qualcosa di caldo, per il momento accontentatevi della carne secca.» Spiegò il guerriero prima di partire a consegnare cibo in un'altra carrozza.

«Cinghiali in fuga.» Urlò qualcuno.

«Radu vieni a vedere.» Chiamò Roxana. «Sono infetti da spiriti vendicativi?»

«No, nessuno di loro... deve esserci un predatore nelle vicinanze.»

Radu continuava a controllare il perimetro, mentre i guerrieri si tenevano pronti e i bambini si rannicchiavano spaventati all'interno dei carri.

«Arcieri preparate le frecce con i sacchetti repellenti.» Ordinò Florin che aveva già preso in mano la situazione al primo segnale di pericolo.

«Pronti... scoccare!» Urlò.

Quando le frecce toccarono terra, una cortina di fumo orticante si parò tra i cinghiali in corsa e i carri, i cinghiali deviarono e se ne andarono.

«Rimanete in allerta!» ordinò Florin, «Ci devono essere predatori nelle vicinanze, occhi aperti ad ogni movimento insolito.»

I bambini, nei carri, tirarono un sospiro di sollievo, per fortuna erano semplici cinghiali. I carri ripartirono poco dopo mantenendo la solita andatura di marcia. Durante il viaggio incontrarono diverse mandrie di animali, ma nessuna attaccò il convoglio, di solito se non sono infetti dagli spiriti vendicativi oppure spaventati da qualcosa, gli animali non attaccavano l'uomo, fatta eccezione per i predatori e gli elefanti coda di serpente.

Dopo diverse ore di marcia, finalmente il convoglio si fermò, non prima di aver sistemato i carri in cerchio ai bambini fu permesso scendere.

Gabriel e Goe si sgranchirono le gambe poi, curiosi, andarono ad osservare i mastri di rune che erigevano una barriera intorno al campo di bivacco.

I bambini, intenti ad osservare i maestri di rune posizionare le tavole di pietra con incise le rune per formare il perimetro della barriera, non si accorsero di quello che gli succedeva intorno. Solo quando sentirono alcune ragazze urlare di protesta, distolsero lo sguardo per osservare intorno.

«Che cosa è questa puzza?»

«Mio dio, svengo!»

Gabriel vide due ragazze, Dana e Jeni lamentarsi e tenere le mani davanti al naso come per impedire di annusare qualcosa.

«Pf! Ragazze, sempre a lamentarsi!» Sbottò Goe, né lui né Gabriel sopportavano le ragazze, se possibile si tenevano a distanza.

«Però hanno ragione questa volta, non senti questa puzza?» Fece notare Gabriel.

Ma a rispondere fu Roxana, che era li vicino a controllare che le piastre con le rune a difesa del campo di bivacco fossero state posizionate nel modo giusto.

«Se vi guardate intorno potete vedere che ci sono quattro fuochi accessi a circa cinquanta metri da noi.»

«Sì, ma... perché?» si azzardò a chiedere Goe.

«Stanno bruciando dello sterco essiccato di elefante coda di serpente.»

«Cosa?» Chiese quasi indignato Gabriel, non sapendo proprio perché si sentisse così.

Roxana volle quasi ridere dai volti risentiti dei due bambini.

«Non vi stiamo mica facendo uno scherzo? E' importante farlo, gli elefanti a coda di serpente sono troppo pericolosi, non possiamo permettergli di avvicinarsi al nostro campo; il fumo prodotto dal bruciare le loro feci li tiene lontani.»

«Beh, se qualcuno bruciasse la mia cacca, anch'io me ne starei lontano.» La vocina di Goe arrivò bene alle orecchie di Roxana che non sapeva se ridere o esasperarsi.

Mentre Roxana si allontanava per fare le sue cose, Gabriel disse al suo amico: «Goe, secondo te, ma come hanno fatto a scoprire che bruciare lo sterco di elefante li tiene lontani?»

«Non lo so, forse qualche genio.» Rispose Goe con disprezzo pensando che un genio non doveva esserlo proprio.

«Sì, un genio della cacca!»

I due bambini si fecero prendere dal ridere.

Un grande falò di bivacco fu acceso al centro del campo, i bambini si radunarono intorno al fuoco e aiutarono a preparare la cena, c'era da tagliare patate, carote, cipolle e carne a pezzetti. I preparativi per la cena furono veloci con tutti che aiutavano e ben presto un calderone pieno di tutto fu messo sul fuoco a cuocere. La cena fu servita un ora dopo e tutti mangiarono allegramente. 

LA FINE DELL'ERA OSCURADove le storie prendono vita. Scoprilo ora