Capitolo 40

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Rimanere richiusi dentro una tenda per giorni era davvero frustrante, ma lo era ancora di più la puzza che l'umidità e la pioggia rilasciavano nel tessuto della tenda e negli abiti che non riuscivano ad asciugarsi.

Erano stati giorni duri per Gabriel, non solo il cattivo odore lo aveva infastidito ma anche la formazione di grinze su mani e piedi gli procuravano disagi, alla fine Roxana, un po' esasperata, aveva preso una candela di sego e dopo averla fatta sciogliere e aggiunto alcune erbe e oli ne aveva fatta una pomata per le mani che Gabriel usò con grande piacere.

Dopo sette lunghi giorni, tornò il solo, la strada era impraticabile ed era impossibile mettersi in marcia per tornare a Cerb.

Roxana monopolizzò il povero Gabriel costringendolo a lavare coperte umide e puzzolenti, e abiti mal odoranti.

Il ragazzo si era ritrovato a fare lavoro da massaia pulendo e appendendo abiti ad asciugare, ma gli era andata meglio che a Ion, quel poveraccio si era ritrovato a dover riparare l'asse di un carro e per poterlo fare era dovuto strisciare sotto il carro per puntellarlo e rimuovere l'asse, una volta riparato era dovuto strisciare di nuovo sotto il carro per rimetterlo al suo posto.

Ion ne era uscito entrambe le volte come un uomo di terra cotta, facendo ridere molto Gabriel.

A due settimane dalla fine della pioggia, il sole aveva fatto il suo dovere, la terra era tornata asciutta e ora i carri potevano rimettersi in viaggio.

Per gli uomini che avevano combattuto contro il popolo del deserto arrivò il momento di tornare a casa, Gabriel partì con loro. A salutarlo vennero Radu, Roxana, Micael, Nae e Pavel e anche Vali e l'altro guerriero di Vier, che Gabriel aveva esorcizzato, di nome Toni. Cristi, Ion, Adi e Dan presero la carovana per Cerb insieme a Gabriel.

La sentinella in cima alla torre di avvistamento diede l'allarme, qualcuno da nord si stava avvicinando al villaggio. Molti curiosi andarono a vedere la carovana che poco dopo entrò nel villaggio. Gabriel scese dal carro e guardò se c'era qualcuno che conosceva a salutarlo, vide Kira, Goe, Anica e Leon, il ragazzo gli andò incontro con lo zaino sulle spalle.

«Ben tornato, fratello!» Salutò Kira con entusiasmo il fratello.

«Grazie!»

«Come mai ci hai messo tanto a tornare?» Chiese Goe.

«Considerato tutto non ci ho messo molto, andiamo a casa così posso raccontarvi con calma.» Disse Gabriel esausto dal viaggio.

Leon gli prese lo zaino dalle spalle e si diressero a casa di Gabriel.

«Sono tornato!» Salutò Gabriel entrando in casa.

Crina gli andò in contro e lo abbracciò.

«Bentornato, tuo padre sta per tornare.»

«Allora aspettiamo che arrivi prima di cominciare a raccontare, intanto sediamoci.»

Esausto, Gabriel si sedette su di una sedia felice che questa non tremasse sotto il suo sedere, ma rimase ferma come avrebbe dovuto essere, il ragazzo non amava davvero i viaggi con il carro.

«Vi porto uno spuntino da mangiare.» Crina che tornò poco dopo con tazze di latte di capra e un dolce fatto da lei con delle pesche.

Mentre mangiava Gabriel si guardò intorno notando che c'erano stati dei cambiamenti nella casa che arrivando da fuori non aveva visto.

«State ristrutturando?» Chiese Gabriel.

«Non proprio, stiamo costruendo la tua nuova camera da letto.» Disse Crina.

LA FINE DELL'ERA OSCURADove le storie prendono vita. Scoprilo ora