Capitolo 20

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La carovana, di ritorno a Cerb, fu accolta da tutto il villaggio, l'assenza prolungata aveva preoccupato tutte le famiglie, anche quelle che non avevano parenti coinvolti nel viaggio per il monte Alegere.

Nei giorni che seguirono il villaggio fu di nuovo vivace, le case erano in ristrutturazione per permettere ai bambini, che avevano ottenuto i loro tatuaggi runici, di avere la loro camera da letto.

Anche Gabriel avrebbe avuto la sua, purtroppo, durante i lavori trovarono una parte delle fondamenta della casa marce e anche la parete e il tetto in quella zona, la casa doveva essere messa in sicurezza, nel frattempo Gabriel avrebbe vissuto a casa di Leon.

Gabriel andava spesso a trovare Goe in quei giorni, Gabriel non aveva più bisogno dei cristalli della padronanza per sentire l'energia esterna e immagazzinarla, mentre Goe e gli altri bambini erano ancora alle prese con il primo cristallo.

«Uffa! Tra una settimana iniziano le lezioni a scuola.»

«Qual è il problema?» Chiese Gabriel non capendo perché il suo amico sentiva il bisogno di lamentarsi, pensando che invece avrebbe dovuto rallegrarsi.

«Non sono ancora riuscito ad imparare ad usare l'energia esterna, in realtà non capisco come immagazzinare quella del cristallo, ho ancora quello che ci hanno dato dopo il rituale.»

«Com'è possibile? Io ne ho fatti fuori quindici prima del ritorno a casa. Non è difficile.»

«Amico, sei un mostro!» Constatò con il broncio Goe, che si sentiva un po' scoraggiato pensando che il suo amico fosse davvero un genio, mentre lui arrancava con le basi.

Goe non se ne rese conto, ma Gabriel rimase un po' ferito nel sentirsi definire mostro.

«Che cosa non hai capito?»

«Beh, Radu e Leon ci hanno detto di tenere il cristallo in mano mentre rilascia l'energia e di far passare questa energia dalle mani su per le braccia e da lì verso il busto e giù verso l'ombelico fin dentro il Dantian.»

«Esatto! E allora?»

«Il fatto è che sento l'energia, ma come faccio a farla entrare dentro di me?»

«Devi canalizzarla con la mente, o meglio con l'immaginazione.»

«Così è anche più complicato.» Brontolò sconfortato Goe.

«Te lo spiego in un altro modo. Hai il cristallo con te?»

«Sì, mamma mi costringe a portarlo ovunque! Dice che se mi annoio posso esercitarmi.»

«Va bene, tienilo in mano. Quando inizierai a sentire l'energia sfiorare la pelle immagina che entri dentro le mani attraverso la pelle.»

«Ci provo!»

Goe si mise seduto a terra con le gambe incrociate mentre teneva tra le mani il cristallo. Il ragazzo iniziò a sentire l'energia, come al solito non successe nulla facendolo spazientire.

«Non funziona!» Borbottò dieci minuti dopo.

«Quando senti l'energia, cosa avverti?»

«Aria fredda.»

«E poi?»

«E poi niente, sta lì.»

«Facciamo un'altra prova, metti via il cristallo e appoggia le mani sopra le ginocchia con il palmo verso l'alto.»

«Va bene!» Disse poco convinto Goe.

«Non fare resistenza, lascia che sia.»

«Ma cosa vuoi fare?» Chiese incerto Goe.

LA FINE DELL'ERA OSCURADove le storie prendono vita. Scoprilo ora