Capitolo 49

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Gabriel tornò nella sua stanza e ad aspettarlo fuori c'era Leon.

«Mi stavi cercando, Leon?»

«Sì! Hai bisogno di fare esercizio fisico e lavorare sul Dantian questo pomeriggio e i prossimi finché non sarai impegnato con i monoliti, li passeremo a correre.»

«Va bene. Come fai a sapere dei monoliti?»

«Sono tre giorni che gli anziani dei Colli del Vant si riuniscono per parlarne, e oggi non si sono riuniti, ho immaginato che fossero venuti da te.»

Il confine del villaggio di Vultur era otto chilometri tra discese e salite, Leon costrinse Gabriel a correre per quattro ore usando l'energia interna e facendogli svuotare il Dantian tre volte per un totale di otto giri, seguito da un'ora di corsa senza usare né energia interna né energia esterna. Alla fine, con tutti quei sali e scendi, i muscoli delle gambe di Gabriel gridavano dal dolore. Leon gli preparò un bagno di erbe per farlo rimettere. Tre settimane dopo i monoliti di pietra arrivarono al villaggio di Vultur.

Gabriel fu chiamato dagli anziani a lavorarci. Prima di tutto trasmutò con successo i tre monoliti nel materiale in cui sono formati gli altri, poi iniziò a modificare le incisioni sull'altare in modo che quando si sarebbe attivato avrebbe coinvolto anche il nuovo monolite facendolo illuminare come gli altri. Ed infine, incise le rune in quello che sarebbe diventato il monolite dell'alchimia. In una settimana finì il suo lavoro, proprio come aveva promesso. Gli altri monoliti furono incisi con le rune sotto la supervisione di Gabriel ma dai maestri di rune dei rispettivi villaggi, per gli altari, Gabriel lasciò il lavoro a loro. 

Finalmente, Gabriel aveva di nuovo i pomeriggi liberi, così decise di dare uno sguardo agli altri due libri sigillati. Teo ne prese uno dalla teca e lo appoggiò sul leggio.

«Cosa pensi ci sia questa volta, Gabriel?»

«Non lo so, la copertina, come per gli altri, non è scritta, è difficile da dire.»

Gabriel, come per le altre volte, aprì il tomo che iniziò a sfogliarsi velocemente. Quando arrivò all'ultima pagina l'occhio si spense e lui si mise seduto su di una sedia.

«Allora, di cosa parla?» Chiese Teo.

«Astronomia. Ci sono mappe del cielo, delle costellazioni e indicazioni di come orientarsi con le stelle.»

Teo non sembrava molto interessato. Gabriel si mise a lavorarci su iniziando la traduzione del libro in lingua comune. Questa volta, impiegò ventinove giorni, le carte stellari erano molto difficili da copiare. Anche questo libro fu riprodotto in più copie e Gabriel anche se non sapeva bene cosa farci ne prese una per sé.

Ed infine venne il momento di aprire l'ultimo libro, Gabriel sperava ci fossero informazioni su Dragan, o sul luogo dove era stato sigillato. Al tocco della mano di Gabriel, il tomo iniziò a sfogliarsi velocemente e poi si fermò all'ultima pagina. Gabriel sentì una grande nausea, corse barcollando fuori dalla biblioteca e iniziò a vomitare. Teo gli corse dietro per sapere cosa fosse successo. Solo quando lo stomaco di Gabriel fu vuoto, riuscì a smettere di vomitare, ma aveva ancora conati di tanto in tanto, come se volesse liberarsi e non poteva senza cibo nello stomaco, ma Gabriel sapeva che era una cosa psicologica, in realtà non voleva liberare lo stomaco, ma liberarsi da ciò che aveva appreso.

«Devo distruggere il libro.» Disse tornando dentro la biblioteca.

Richiamo il simbolo dell'alchimia mise la mano sopra il libro che divenne polvere.

«Che cosa hai fatto?» Chiese esterrefatto Teo.

«Era il diario di Dragan, spiegava come intendeva rubare i poteri.»

LA FINE DELL'ERA OSCURADove le storie prendono vita. Scoprilo ora