Capitolo 14

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Quando il sole calò, i bambini si andarono a cambiare per la notte sui carri, poi portarono la loro coperta fuori e si adagiarono in torno al fuoco di bivacco per dormire.

Molti non erano in grado di dormire, anche se stanchi. L'emozione di essere lì era troppo per loro, c'erano continui chiacchiericci che gli adulti lasciavano passare, ogni anno era così, dopo la prima notte le altri sarebbero andate meglio, quindi sopportarono.

Ma Gabriel proprio non la pensava allo stesso modo, tanto che spazientito perché non lo facevano dormire disse: «Finitela o vi mando di pattuglia per tutta la notte, dormite!»

La voce era così identica a quella di Radu che i bambini si spaventarono, e ammutolirono subito fingendo di dormire, ma poi Goe scoppiò a ridere tradendo involontariamente l'amico.

«Gabriel smetti di imitare la mia voce!» Protestò Radu con poca convinzione, anche lui voleva dormire.

«Tesoro, i bambini sono stanchi, non li provocare.» Rispose qualcuno che sembrava Roxana.

«Scusa, cara!» esclamò prontamente Radu.

Dopo un breve silenzio, si senti Roxana e Goe ridere come matti, poi i presenti intorno al falò si accorsero che la risata di Roxana veniva da un'altra parte rispetto alla voce di prima.

«Gabriel!» Urlò Radu.

«Scusa, caro!» rispose il ragazzo, a questo punto fu difficile anche per gli altri non scoppiare a ridere.

Alla fine i bambini riuscirono ad addormentarsi.

Monoliti.. un altare

cacciatori...

ossa bianche.

"Brad"

Grida, occhi rossi...

una testa mozzata

"Brad!... Brad!"

«Brad!... Brad!... Brad!»  le urla di Gabriel nel suo sogno, divennero reali, e la sua voce si diffuse per tutto il bivacco squarciando il silenzio della notte, ancora mezzo addormentato continuava a chiamare il nome di Brad. Tutti i bambini e gli adulti si svegliarono spaventati e guardarono in direzione di Gabriel.

Brad ancora assonnato si girò e disse: «Sono qui, coglione, si può sapere che hai da gridare?»

Mihai gli diede uno schiaffo sulla testa e gli disse di stare zitto. Intanto Gabriel continuava ad urlare il nome di Brad.

«Gabriel, svegliati! Forza, svegliati!» Continuava a dirgli Florin che era subito corso verso il figlio.

Gabriel aprì all'improvviso gli occhi e quello sinistro emise una fortissima luce blu tanto da abbagliare Florin che gli era vicino. Leon si fece avanti e prese il bambino tra le braccia e lo portò in una carrozza vuota, mentre Roxana aiutava Florin ancora abbagliato dalla forte luce. Gabriel era pallido e emaciato, con il fiato corto, come se il sogno lo avesse privato di tutte le energie. Non aveva la forza di muoversi. Qualcuno gli porse una tazza di acqua calda con fettine di ginseng, ma non riuscì a berla perché il ricordo di quello che aveva visto era troppo per lui e iniziò a piangere. Erano abituati ad avere vittime nel villaggio a causa di animali o spiriti vendicativi, questo poteva accettarlo, ma non da umano ad umano, era un tradimento per Gabriel della propria razza, imperdonabile.

«Non aveva pianto nemmeno quando aveva sognato la distruzione del villaggio, che cosa può aver visto per ridurlo in questo stato?» Si domandarono tutti, ma la voce fece eco ai loro pensieri fu quella di Roxana.

LA FINE DELL'ERA OSCURADove le storie prendono vita. Scoprilo ora