Capitolo 9

19 5 0
                                    

La visita a casa di Dan era stata deprimente; Gabriel, alla fine, aveva deciso di non trattenersi, quando arrivò lì c'erano diverse persone a portare i loro saluti e a fare le condoglianze, ma Gabriel ebbe la sensazione che Dan volesse rimanere solo, in più c'era Radu al suo fianco.

Il bambino si limitò ad abbracciarlo e poi se ne andò subito.

Il villaggio sembrava non aver subito troppi danni, solo la zona, dove il serpente ad anelli era sbucato fuori, aveva ancora delle ferite da sistemare.

Gabriel arrivò fino al confine e rimase lì ad osservare gli ultimi animali, ancora incastrati dentro le trincee, che venivano rimossi e portati via lontani dal villaggio dove sarebbero stati dati alle fiamme per non attirare predatori.

Le gambe del bambino lo portavano a vagare per il villaggio, a volte si imbatteva in persone in lutto altre in persone indaffarate, nella sua mente si accavallavano le immagini del suo sogno e quelle del villaggio come era in quel momento, non c'era nessuna distruzione, non c'erano cadaveri o animali posseduti a distruggere il villaggio o il fuoco a divorarlo.

"Il futuro non è scritto," pensò il bambino, "ma può essere cambiato".

Un senso di realizzazione riempì il cuore di Gabriel, si sentì appagato e importante. Aveva reso un grande servigio al villaggio, come Radu e gli altri sciamani prima di lui; grazie al suo sogno molte vite si erano salvate.

In un certo senso, nacque in lui una fede incrollabile nelle sue capacità o meglio sogni, questo lo spronò a tornare indietro, verso casa, doveva fare i preparativi per la notte; ora, era diventato l'apprendista di Leon, doveva dimostrare a tutti di esserne degno, ma prima doveva andare a trovare il suo amico Goe e raccontargli le novità, era il codice della fratellanza.

Gabriel trovò l'amico in casa e sdraiato sull'amaca.

«Come stai Goe?»

«Ho un po' di mal di testa, quando Brad mi ha preso a pugni, sono caduto e ho sbattuto la testa. Com'è la situazione fuori?» Chiese un poi Goe, avrebbe voluto guardarsi intorno ma si era risvegliato a casa e non era potuto uscire, Cristi lo aveva visitato e raccomandato ai suoi genitori di farlo stare a riposo per almeno tre giorni.

«Stanno ripulendo le trincee e spostando gli animali fuori dal villaggio.»

«Chissà cosa ne faranno delle trincee, non ho proprio voglia di doverle riempire di nuovo.» Si lamentò Goe e questo non sfuggì a Vlad che era lì con sua moglie Ana.

«Non ti preoccupare, pelandrone. Le trincee rimarranno lì a protezione del villaggio. Verranno solo sostituiti i pali con le punte danneggiate con altri nuovi.»

«Meno male!» Esclamò Goe, che proprio non aveva voglia di mettersi a lavorare.

«Ho una novità da raccontare.» Buttò lì Gabriel attirando l'attenzione dell'amico.

«Tipo?» Chiese curioso Goe.

«Sono diventato l'apprendista di Leon, questa sera rimarrò a dormire a casa sua e mi insegnerà a lavorare con i sogni.»

«Ma come è possibile senza tatuaggi da sciamano? Non hai ancora effettuato il rituale della scelta.»

«Leon dice che non è necessario avere i tatuaggi per questo addestramento.»

«Contento lui!» Esclamò Goe, non troppo convinto, chiedendosi, ancora una volta, come poteva il suo amico lavorare con i sogni senza il tatuaggio con le rune da sciamano, questo proprio non lo convinceva.

Il rimuginare silenzioso di Goe gli aveva impedito di ascoltare la conversazione tra Gabriel e suo padre, Vlad. A quanto sembrava, Gabriel aveva chiesto della situazione della notte passata e suo padre stava già raccontando gli avvenimenti più importanti. Si distolse subito dal suo rimuginare e iniziò anche lui ad ascoltare.

Erano passate due ore dalla visita di Gabriel a casa di Goe, i due bambini si erano lasciati prendere dal racconto di Vlad e pendevano dalle sue labbra, lo avevano anche sommerso di domande a cui l'uomo rispose volentieri, ma si era fatto un po' tardi e Gabriel doveva tornare a casa.

Il bambino salutò tutti ed uscì da casa dell'amico, quando si imbatté in Brad che se ne stava fuori dalla porta a ciondolare da un piede all'altro come se fosse in conflitto se bussare ed entrare oppure andarsene.

«Che ci fai qui?» chiese Gabriel in modo da sembrare scortese anche a lui, non voleva esserlo, ma vedere Brad lì, lo aveva colto di sorpresa e un po' indispettito.

«Il nonno mi ha mandato a chiedere scusa a Goe.» rispose suo malgrado Brad.

«Lo trovi dentro, allora ciao.» Gabriel non degnò il ragazzo di uno sguardo di troppo e corse via verso casa.

Quando Gabriel rientrò a casa trovò la sua copertina pulita e piegata.

«Gabriel, ho parlato con Leon mentre eri fuori. Cenerai con lui questa sera, ti sta aspettando. Comportati bene quando sarai lì.»

«E papà?»

«Sta riposando.»

«Il papà di Goe era sveglio.» Disse un po' confuso Gabriel, di solito i due avevano sempre gli stessi ritmi e trovando Vlad sveglio aveva pensato di tornare a casa e trovare anche suo padre in modo da poterlo salutare prima di partire per casa di Leon.

«Vlad deve essere esausto, non lo avrai tenuto a parlare fino ad ora?»

«Forse.» Rispose Gabriel sentendosi un po' in colpa, non aveva capito che Vlad poteva essere stanco.

«Beh, non è proprio colpa tua. Vlad è un adulto, se voleva dormire poteva dirlo, ma credo sia rimasto in piedi per via di Goe, ho sentito che si è fatto male nel rifugio.»

«Sì, Brad gli ha dato un pugno. Brad era arrabbiato con me per via che secondo lui era tutta colpa mia se era stato costretto a lavorare e rintanarsi nel rifugio. Goe ha cercato di proteggermi e Brad gli ha dato un pugno e lo ha fatto svenire.»

«Ah!» sospirò Crina, «Quel ragazzo è sempre in cerca di attenzione da tutti.» Disse la donna riferendosi a Brad.

Visto che sua madre non sembrava aver altro da dire, Gabriel prese la sua copertina, salutò la madre e se ne andò a casa di Leon.

LA FINE DELL'ERA OSCURADove le storie prendono vita. Scoprilo ora