Capitolo 19

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Valeria's POV 

Quel venerdì mattina iniziò con il sorprendere Trevor amoreggiare in macchina con Rajiv, e davvero miglior inizio di giornata non avrebbe potuto esserci. Trevor era l'unica persona che avrebbe potuto spargere la voce relativa ad un'amicizia troppo stretta tra me e Cath. Giunta l'ora di lezione mi diressi in aula, posai la borsa ai piedi del tavolo docenti e diedi il buongiorno alla ventina di studenti presenti. Nemmeno ebbi il tempo di notare l'assenza di Cathleen e Trevor che li vidi entrare insieme e sedersi l'una accanto all'altro nelle prime file di quest'aula con i banchi disposti ad anfiteatro. 

Chiesi a tutti di aprire i rispettivi laptop affinchè annotassero le nozioni che sarei andata ad esporre. Dovetti richiamare l'attenzione di Cath e Trevor perchè li vidi più occupati a chiacchierare tra di loro che a seguire ciò che stavo spiegando. Il ragazzo accortosi del mio sguardo irritato interruppe il suo confabulare con la sua compagna e rivolse finalmente lo sguardo verso di me, solo Cathleen non aveva ancora aperto il suo device, sembrava indaffarata a fare altro: la testa china su un foglio in quello che all'apparenza poteva sembrare un prendere appunti scritti su ciò che stavo spiegando, ma per questo c'erano appunto i laptop in dote a ciascuno studente.

"Miss Flanagan è con noi?"

Come ridestata dai suoi pensieri mi sorrise, ripiegò il suo foglio e lo mise in mezzo ad un libro per poi decidersi finalmente ad aprire il suo computer.  

Terminate le due ore di lezione chiusi alcuni fogli in una cartellina, presi la borsa e salutai gli studenti dando loro appuntamento al lunedì. Avviandomi verso l'uscita dall'aula mi affiancò Cathleen.

"Val non immagineresti mai cosa mi ha raccontato Trevor".

"So già tutto Cath, l'ho sorpreso in macchina con Rajiv, era questo che intendevo quando ti ho detto che Trevor non sarebbe più stato un problema". Mi sorrise ed ebbe l'impulso di prendermi per mano.

"Non qui tesoro mio, avremo un intero weekend per fare le fidanzatine". 

Le feci l'occhiolino ed uscimmo dal college per avviarci al parcheggio. Salì sulla sua auto e lo stesso feci io sulla mia casetta viaggiante. Mi sporsi dal finestrino per dirle che avrei fatto un salto al market più vicino e ci demmo appuntamento davanti a casa sua. Impiegai non più di mezz'ora a comprare le provviste necessarie per almeno un giorno, considerato anche che una cena in qualche bella e romantica taverna british sarebbe stata quasi d'obbligo. Arrivai davanti a casa sua e non feci nemmeno tempo a scendere dal camper che la vidi uscire e chiudere la porta a chiave.

Un paio di jeans bianchi al posto della gonnellina con cui girava ormai da tre giorni, una t-shirt bianca con l'immagine di Elsa e Anna di Frozen che trovai tenerissima, un giubbino di pelle rosso ed un paio di sneakers ai piedi. Appena si accorse che ero già lì ad aspettarla si sbracciò come se fossi alla guida di un autobus in procinto di partire lasciandola a terra. A volte era davvero buffa in alcuni atteggiamenti.

"Non scappo signorina, salga tranquilla". Mi stampò un bacio sulla guancia e partimmo.

"Carina quella maglietta Cath".

"Grazie Val, l'ho scelta perchè mi piace il modo in cui si guardano, sembrano...innamorate". Pronunciò quest'ultima parola sbattendomi le palpebre e sorridendo.

"Non hai mai visto Frozen immagino tesoro..".

"No...perchè...?"

"Si tratta di Elsa e Anna...e sono sorelle". Quella rivelazione la sorprese, e forse la deluse un po'. Misi la chiavetta della mia playlist musicale preferita e le prime note della bellissima Creuza de Mà di Fabrizio De Andrè accompagnarono i primi chilometri del nostro viaggio.

Non doveva accadereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora