Capitolo 20

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Cathleen's POV

Per quel poco o tanto tempo che il destino mi avesse concesso di stare insieme a Valeria non avrei mai rinunciato al desiderio di lei, nè tanto meno a reprimerlo. Mi sentivo come quelle barchette di carta che da bambina lasciavo andare lungo il torrente che correva di fianco alla casa dei miei nonni nei pressi della campagna di Limerick. Mi piaceva vederle correre via fino a che sparivano dalla mia vista lasciandomi immaginare che arrivassero al mare. E al pari di loro ero adesso io, in quel torrente di emozioni che vivevo da quando lei era entrata nella mia vita, consapevole che il flusso su cui galleggiavo avrebbe avuto termine.

Rimanemmo abbracciate su quella coperta. Adoravo stare con la testa appoggiata sul suo seno mentre le sue dita giocavano con i miei capelli. Mi piaceva ascoltare i battiti del suo cuore, avrei dato chissà cosa per parlare direttamente al suo cuore, e così feci.

"Ciao, spero che tu mi stia ascoltando...puoi farle sapere che l'amo...?" dissi a bassa voce.

"Con chi stai parlando tesoro?" 

"Con nessuno in particolare Val, stavo solo esprimendo un desiderio...e comunque nulla di più di ciò che già sai...".

Mi strinse a sè e mi guardò dritta negli occhi mentre con una mano accarezzava il mio viso. Ormai avevo imparato a conoscerla, e quando mi guardava così sapevo già che era sul punto di dirmi qualcosa di importante.

"Vedi Cath, la verità è che tu sei entrata nella mia vita con una dolcezza e una forza seduttiva a cui non ero preparata. Non avevo previsto che una bellissima ragazza irlandese mi sarebbe entrata nel cuore come una lama nel burro, e forse non doveva accadere. Non fraintendermi tesoro, col senno di poi ne sono felice, ma questo è accaduto  dopo che io avevo già maturato una decisione su cui ho riflettuto a lungo in questi ultimi mesi, e sono giunta alla conclusione che tornerò a vivere a Londra. Ho già contatti con la University of London. Questo dopo aver parlato con il figlio di Rosalind e averlo convinto a tirare fuori sua madre da quel posto. Non riesco a sopportare l'idea di vederla spegnersi in quella clinica".

"Tornerai a vivere con lei?"

"Sì bambina mia, lo devo a lei e lo devo anche a me stessa".

"Quindi lo fai solo per la gratitudine che hai nei suoi confronti."

"No tesoro, è per l'amore che ho per lei, la gratitudine non c'entra".

Dopo aver sentito le spiegazioni di Valeria mi fu tutto più chiaro, e le ragioni per amarla se possibile ancora di più. Avrei dovuto dolermi del fatto di averla incontrata nonostante il suo cuore, quel cuore a cui avevo appena sussurrato tutto l'amore che avevo per lei, fosse già rivolto altrove? No, l'essere "entrata nella sua vita", per usare le sue stesse parole, lo considerai un privilegio. Aver incontrato Valeria equivalse ad incontrare una parte di me stessa, e a rendere chiaro ai miei occhi che solo per una donna sarei riuscita a provare sentimenti così forti.

Ci alzammo e mano nella mano passeggiammo per circa mezz'ora in quel piccolo paradiso, incontrammo di nuovo quel bambino, che nel vederci unite per le mani ci sorrise, guardai Valeria e le sorrisi.

"Almeno lui ci vuole fidanzate."

Ritornammo nel camper che era ormai il tramonto e ci preparammo a cenare, mettemmo su un po' di musica, aprimmo una bottiglia di vino e predisponemmo un piccolo barbecue all'esterno della casetta su ruote e un tavolino pieghevole. Eravamo rimaste le uniche presenze nel parco: io, lei, le nostre salsicce sfrigolanti sulla brace ed i bicchieri di vino che mandavamo giù uno dopo l'altro. L'umidità della sera iniziava a farsi sentire, chiesi a Valeria dove poter recuperare una coperta da mettermi sulle spalle e mi disse che l'avrei trovata nello stipetto accanto al letto. Già, il letto, l'unico dettaglio, perfino ovvio per un camper era il letto, della cui presenza fin dal primo momento che avevo messo piede su quella casetta viaggiante non mi ero curata. Entrai e lo vidi: spazioso e comodo per due persone, aprii lo stipetto soprastante e presi due copertine di lana. Raggiunsi la mia compagna, e mentre lei era intenta a cuocere le salsicce le coprii le spalle. 

Non doveva accadereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora