Capitolo 47

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Eileen's POV

Fui sul punto di aprire la porta della mia camera ma Tessa volle sincerarsi che i ragazzi stessero già dormendo, salì le scale e accostò l'orecchio ad entrambe le camere, si voltò verso di me e mi sorrise alzando il pollice.

"Lin prendo una cosa in camera mia e ti raggiungo..."

Entrò con il filo di due auricolari, lo collegò allo smartphone e sorridendomi me ne porse uno; le inconfondibili note di "In the Rare Old Times" dei The Dubliners mi inumidirono gli occhi. Quando tornavamo da scuola ci separavamo solo per pranzare con le nostre famiglie, per tornare a vederci e a passare i pomeriggi insieme, e sempre con mangia cassette e la musica dei nostri adorati Dubliners.

I nostri sguardi si incrociarono, e dentro di me una gamma di emozioni: felicità per l'opportunità di vivere quel momento, ma soprattutto un'intensa sensazione di legame, un sentimento che resisteva alla prova del tempo. Non appena l'ebbi tra le braccia non riuscii quasi a parlare, mi limitai a scioglierle la coda e a lasciare che il profumo dei suoi capelli mi riempisse le narici, e poi ci guardammo negli occhi mentre le note di quella canzone ci trasportavano a quegli anni.

Eravamo di nuovo insieme, attraversate entrambe da un turbine di sentimenti e con i cuori colmi di gioia nel riscoprire qualcosa di così profondo, la malinconia per il tempo perduto, la gratitudine per l'opportunità di ricongiungerci. Ma soprattutto, sentivamo la forza di una connessione che, nonostante le sfide e le distanze, aveva resistito al tempo e che ora, ritrovandoci insieme, si rinforzava ancora di più.

Nella quiete della notte, con i bambini finalmente addormentati, avvolte da quella ballata irlandese, dall'atmosfera rilassante della casa al mare e in una camera letto che non era né la mia né la sua; quelle due nostre camere di ragazzine, la sua soprattutto, dove un bel giorno fummo colte nude ed intrecciate da sua madre. E non riuscii a trattenere un sorriso ripensando a quell'episodio.

"A cosa stai pensando Lin?"

"All'ultima volta che siamo state in una camera da letto insieme..."

La vidi assumere un'espressione pensosa per poi spalancare gli occhi e mettersi una mano sulla bocca.

"Mia madre...Dio mio, ce l'ho ancora negli occhi la sua faccia quando entrò in camera all'improvviso...e tutte quelle cose che ci ha gridato...quel giorno fu come se fosse esplosa una bomba in casa...mi portò perfino da un prete...ho ancora i brividi se ci penso Lin"

"E le cose che ha gridato a me...ero il diavolo che le aveva traviato la figlia...quando poi era vero il contrario"

Scoppiammo a ridere, mi accarezzò il viso e tornò improvvisamente seria.

"Perdonami per essere sparita da un giorno all'altro senza dirti nulla...i miei senza dirmi niente avevano già programmato di partire per l'America, lo venni a sapere il giorno dopo che ci diplomammo. Tornai a casa e li trovai intenti a preparare le valige...ero impazzita, minacciai di scappare da casa ma mio padre mi chiuse in camera...ti scrissi anche un bigliettino per dirti quello che stava succedendo ma mia madre lo vide e lo strappò...fu il periodo più brutto della mia vita Lin"

"Quella loro decisione così repentina dipese dallo scoprire che avevi una relazione con me?"

"Seppi solo dopo che l'idea di partire l'avevano presa mesi prima senza dire nulla a me e ai miei fratelli, non escludo però che quell'episodio abbia fatto precipitare le cose... non me lo dissero , né mia madre tornò su quello che aveva visto".

Me la strinsi, mi tolsi l'auricolare, le sfilai il suo e iniziai a coprirle di piccoli baci ogni angolo di quel suo viso meraviglioso che ai miei occhi era rimasto intatto.

Non doveva accadereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora