Capitolo 26

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Cathleen's POV

Finimmo di cenare e tra una chiacchiera e l'altra ci accorgemmo che Evelyn e la ragazza non erano più in cucina, e fu in quel momento che iniziammo a sentire le inconfondibili note del Bolero di Ravel dal pianoforte nella sala attigua. La giovane cuoca, toltasi grembiule e cuffietta si era seduta al piano. Il viso dal colore olivastro, lunghi capelli neri, era di una bellezza incredibile. Evelyn la raggiunse posandole un bacio sulla fronte e rivolgendoci un sorriso ci fece cenno di raggiungerle. In quel momento ebbi la sensazione di oltrepassare una dimensione a me sconosciuta, e guardando l'espressione di Valeria mi resi conto che anche lei stesse provando la stessa identica emozione. Prendemmo i nostri due flute di vino fresco e ci appoggiammo al pianoforte l'una di fianco all'altra. Mentre guardavamo la ragazza suonare sentii una delle sue braccia stringermi a sè, e sebbene quella non fosse la prima volta che mi abbracciava, a quel gesto diedi un significato diverso; fu come se mi stesse dicendo che le appartenevo. Accostai le labbra ad una delle sue orecchie e quelle due parole non ebbi più la forza di trattenerle.

"Ti amo"

Si voltò verso di me e posò le sue labbra sulle mie mentre Evelyn ci sorrideva.

"Siete bellissime", Valeria la ringraziò per quel meraviglioso intermezzo musicale.

E' Zadie che dovete ringraziare, ha deciso lei stessa di sedersi al pianoforte e suonare qualcosa solo per voi due". 

A quelle parole rivolgemmo un sorriso a Zadie alzando i calici verso di lei che ricambiò soffiandoci un bacio con il gesto di una mano. Evelyn le sorrise e poi rivolta a noi disse che è una ragazza dolcissima e senza di lei la sua vita sarebbe vuota. Mi rivolsi direttamente a Zadie perchè dai tratti del suo viso avrei giurato che non fosse britannica, nè tanto meno europea, e le chiesi di dove fosse.

"Sono persiana Cathleen, ma mi sono trasferita a Londra da bambina insieme alla mia famiglia, e un anno fa ho incontrato questo angelo dietro di me e me ne sono innamorata". 

Evelyn si chinò su di lei e le posò un bacio su una guancia.

Fu in quel momento udii il jingle del mio telefono annunciarmi l'arrivò di un'altra videochiamata: era di mio padre.

"Papà ciao"

"Ciao piccolina, come stai? La mamma mi ha detto che sei in giro in camper con un'amica, va tutto bene?"

"Va tutto a meraviglia papi, ci stiamo divertendo e abbiamo cenato in un posticino meraviglioso qui in Cornovaglia".

"Sono felicissimo tesoro, dallo sfondo che vedo dietro di te immagino che sei ancora in un ristorante, vedo un tavolo con dei piatti".

"Sì, io e Valeria stavamo chiacchierando con le due proprietarie...ti giro il telefono così le puoi salutare".

Inquadrai prima Val e a seguire Evelyn e Zadie, con quest'ultima ancora seduta al pianoforte e che lo salutarono quasi in coro.

"Ma che gruppo di bellissime donne Cathleen, avrete gli occhi della clientela maschile solo per voi scommetto". 

Fu dopo quelle parole di mio padre che mi venne spontaneo fargli un quadro più preciso di cosa in quel momento della mia vita mi stesse accadendo.

"No papà, siamo solo noi perchè è un locale riservato solo ad una clientela esclusivamente femminile...e ti confesso che stare in compagnia di sole donne mi piace molto...è come se stessi scoprendo una parte di me che..."

"Ti capisco benissimo figlia mia, noi uomini a volte siamo di una pesantezza unica, me lo dice spesso quella santa donna di tua madre, vorrei tanto che anche lei ogni tanto uscisse a svagarsi con un gruppo di amiche come fai tu, ma non c'è verso..."

Non doveva accadereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora