Cathleen's POV
Rimanemmo abbracciate per non so quanto su quel prato; stare l'una tra le braccia dell'altra parlando di stupidate o anche rimanendo a guardarci in silenzio equivaleva per entrambe a perdere la cognizione del tempo. Decidemmo di tornare al camper, rivestirci, mangiare due sandwich e ripartire alla volta di casa. Era pomeriggio inoltrato ormai e le due ore di strada che ci attendevano sarebbero state sufficienti per viaggiare ancora con il chiaro; guidare di notte era fastidioso per entrambe. Mi misi al volante chiedendole di cercare su qualche radio locale un po' di musica del luogo e si voltò sorridendomi.
"Ho detto qualcosa di buffo Val...?"
"Affatto amore mio, sorridevo perchè anche io amo curiosare sui canali delle radio locali per cercare musica del luogo, ma trovarli è sempre più raro...come in questo caso..."
Armeggiava con il pulsante delle stazioni radio saltando da una all'altra senza trovare niente altro che dell'orrido british pop, quando ad un tratto sentimmo la musica dolcissima di un flauto seguito poi da un violino ed uno strumento a corde, e bastarono quelle prime note a renderci un tutt'uno con l'ambiente circostante. Mi sorrise soddisfatta, appoggiò la testa allo schienale del sedile e poi, guardandomi, disse una cosa che mi fece inumidire gli occhi.
"Sai Cath che erano anni che non mi sentivo così?".
Le sorrisi, ma pretendevo che definisse meglio quell'ultimo avverbio un po' troppo generico, volevo sentirmi dire esattamente cosa sentisse.
"Così come Val...?"
Si sfilò i sandali, appoggiò la schiena contro la portiera e allungò le sue gambe sopra le mie.
"Felice bambina mia, felice di averti nella mia vita, e mai come in questo momento ho voglia di conoscere i tuoi, ad iniziare da tua mamma, la temo, ma al tempo stesso è con lei che voglio stabilire una connessione".
Quelle parole, unitamente al contatto di uno dei suoi piedi che mi sfiorava la mano poggiata sul cambio, mi fecero andare per un attimo oltre la linea continua tracciata sull'asfalto facendomi invadere la corsia opposta. Le accarezzai il piede e le dissi che quel giorno sarebbe stato il secondo avvenimento più bello della mia vita. Mi lanciò uno sguardo interrogativo.
"Muoio dalla voglia di sapere qual'è stato il primo tesoro mio.."
"Semmai quale sarà!"
"Sei misteriosa Cath, ma è quello che adoro di te bimba mia meravigliosa, mi sembra di essere trainata da una puledra lungo un sentiero che solo lei conosce, ed io bendata che le affido la mia vita, è davvero straniante".
Dopo circa dieci minuti si assopì in quella posizione, spensi la radio e alternando lo sguardo tra la strada ed i suoi piedi poggiati sulle mie gambe guidai fino alle porte di Swindon, e fu solo a causa dei rumori del traffico cittadino che si svegliò.
"Cavolo Cath ma siamo già arrivate, perchè non mi hai svegliata per darti il cambio?"
"Perchè dormivi come un angioletto, perchè me la sentivo e anche perchè allontanare i tuoi due fiori dalle mie gambe lo trovavo insopportabile".
"I miei due fiori ora me li rinfilo dentro i loro sandali, arriviamo davanti alla porta di casa tua, ci diamo un bel bacio e poi io torno a Reading".
Una volta giunte davanti alla mia abitazione spensi la macchina e la guardai.
"Davvero non vuoi fermarti a dormire da me...?"
"No tesoro, e per un elenco di ragioni che faticherei perfino a contarle: voglio farmi una doccia, cambiarmi i vestiti perchè domattina non voglio presentarmi con questo abitino sexy peraltro pure macchiato, voglio ripassare la lezione da esporvi domani, e poi voglio finalmente dormire almeno otto ore filate, e sappiamo benissimo entrambe che dormire sullo stesso letto o anche in due camere adiacenti, per noi sarebbe impossibile...ne convieni bimba mia meravigliosa?"
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Non doveva accadere
RomanceQuando Valeria, 30enne italiana docente di storia medievale incontra lo sguardo dell'allieva irlandese 19enne Cathleen, ogni suo proposito è destinato a crollare come un castello di carte al primo soffio di vento.