Capitolo 43

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Cathleen's POV

Dopo aver riordinato in cucina con Valeria diedi uno sguardo attraverso la finestra ai miei genitori che passeggiavano in giardino. Sorrisi quando vidi mia mamma cingere con un braccio la vita di mio papà e stringerselo a sé, lo feci notare a Val e fui io ad essere avvolta da un abbraccio.

"Tua madre è troppo innamorata di quell'uomo meraviglioso bambina mia, qualsiasi cosa possa accadere durante quella piccola vacanza che passerà insieme a Tessa non le smuoveranno di un millimetro l'amore che ha per tuo padre".

Mi voltai a guardarla e mi strinsi a lei, le diedi un bacio sulle labbra e la presi per mano.

"Dove vuoi andare Cath..?"

"Dove non siamo ancora state amore mio!"

Salimmo le scale che portavano al piano superiore ed una volta davanti alla porta le chiesi il permesso di entrare.

"È sì la mia camera Cath, ma è anche casa tua...come tuo è il mio letto..."

Entrammo e chiusi a chiave, lei già distesa a sorridermi e ad allargare le sue braccia invitandomi a raggiungerla. Resistetti a quel richiamo giusto il tempo per osservarla, mi abbassai le spalline del vestito lasciandomelo scivolare ai piedi e la raggiunsi sul letto.

"Lei ha intenzione di rimanere vestita mia meravigliosa professoressa?"

"Confidavo che di questa incombenza se ne incaricasse lei miss Flanagan"

Non me lo feci ripetere due volte, iniziai a baciarle la fronte, le palpebre, e tutto l'ovale del suo bellissimo viso posando poi le mie labbra sulle sue mentre una delle mie mani scivolavano sotto la sua maglietta.

"Io ti toglierò tutto il resto ma questa devi sfilartela via tu"

Mi sorrise e dopo essersi messa seduta se la tolse rimanendo in reggiseno, se lo sganciò lei stessa, e poi fui io a farglielo cadere; quel seno pieno e sodo da trentenne in fiore su cui amavo poggiare le guance prima di addormentarmi era lì davanti ai miei occhi, e quelle areole brune che facevano da corona a quei suoi boccioli carnosi a cui bastava solo un soffio per vederli inturgidirsi come due chiodini. Quante donne nella sua vita si saranno sentite come mi sentivo io in quel momento...non riuscii a tenerla per me quella domanda.

"La professoressa che fece incazzare tuo padre, Rosalind che ti accolse nella sua casa...e poi quante altre donne nella tua vita hanno potuto posare le labbra sul tuo seno Val...?

"Stai seriamente chiedendomi con quante donne sono stata?...non credi che sia il momento sbagliato amore mio?"

"Lo so è una curiosità stupida, lo sarebbe stata in qualsiasi momento...a maggior ragione adesso..."

Mi accarezzò i capelli e mi sorrise, ma avrei voluto mordermela la lingua, e soprattutto dedicarla a tutt'altro in quel momento, ma non lasciò cadere quella mia sciocca curiosità.

"Non saprei darti un numero tesoro, a letto con tante ma sentimentalmente solo due; tu sei la seconda, e la prima l'hai appena nominata, oltre ad averla personalmente conosciuta".

Non aggiunsi nessun'altra parola, chinai il viso sul suo seno sfiorandole con una guancia prima uno dei capezzoli e poi l'altro soffermandomi incantata a guardarli inturgidirsi. Gliene afferrai uno tra le labbra mentre all'altro dedicai il pollice e l'indice di una mano, e poi fu la mia lingua ad accarezzarli a turno. Le sbottonai i jeans lasciando la mia mano destra libera di intrufolarsi sul suo pube massaggiandole il monte di Venere da sopra le mutandine.

Il suo respiro sui miei capelli sempre più corto e la mia voglia di lei ormai inarrestabile. Le andai sopra, e dopo averle baciato la bocca ancora una volta le chiesi di sollevare il bacino, le sfilai ì jeans fino alle caviglie e poi le sue ciabattine. Lanciai tutto sul pavimento e rimasi a guardarla per alcuni secondi; adoravo guardarla mentre era lì ad aspettare i miei baci, ed io impazzivo nel vedere nei suoi occhi il desiderio di donarsi a me.

Non doveva accadereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora