Capitolo 30

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Valeria's POV

Raramente ritorno a casa mi fu più dolce, forse nemmeno quando vivevo con Rosalind, sebbene l'amore che ebbi per quella donna fosse totale e profondo; ne ero stata l'amante appassionata e con altrettanta passione fui da lei amata, e nessun'altra donna avrebbe potuto sostituirla. Ma troppo spesso, più che come amante, ero legata a lei da un amore filiale; il sovrapporsi della sua figura materna me ne oscurava quella dell'attrazione fisica, e negli ultimi anni pur condividendo lo stesso letto la passione erotica aveva ceduto il passo a notti passate interamente a dormire abbracciate, nè più nè meno appunto di quando da bambina dormivo accanto a mia madre.

Con Cathleen era totalmente differente, stare con lei era come sentirmi risucchiata da un tornado, un meraviglioso turbine dai riccioli rossi e dagli occhi color smeraldo che mi faceva sentire al centro del suo vortice di desiderio, e ne ero sopraffatta. Guidavo ma la mia mente era altrove; le mani sullo sterzo e i piedi sui pedali più che dalla mia volontà si muovevano come se coordinati da una specie di pilota automatico. Pensavo a lei e ad ognuno dei momenti passati insieme, e mi accorsi, nonostante ci fossimo lasciate da mezz'ora, di quanto già mi mancasse.

Mi ritrovai sotto casa quasi senza accorgermene che era già l'imbrunire, scesi dal camper per aprire la serranda del box, lo parcheggiai all'interno, le mandai un sms per farle sapere che ero arrivata e finalmente mi avviai su per le scale e tornare nel mio nido, mi spogliai e andai a farmi una doccia. Sarei rimasta sotto quel getto d'acqua calda per ore ma lo stomaco vuoto iniziava a reclamare giustamente la sua parte. Mi misi l'accappatoio, andai in cucina a vedere cosa avessi in frigo da cuocere in pochi minuti nel microonde, e con grande gioia scoprii di avere due porzioni di lasagne al sugo comprate al market il giorno prima di partire. Le schiaffai nel fornetto e tornai in bagno per asciugarmi i capelli.

Davanti allo specchio il pensiero tornava a lei, ritrovandomi a sorridere nel riflesso di me stessa quando mi tornò alla mente l'immagine con cui aveva definito i miei piedi: "due fiori". Il flusso di quei pensieri fu interrotto dal sibilo del microonde, andai a tirare fuori le lasagne, me le versai in un piatto, e sebbene fossero state prodotte in UK ero talmente affamata che me le gustai come se fossero emiliane. Terminato quel pasto frugale mi accesi una sigaretta ed uscii a fumarla sul terrazzino, e lì una sorpresa: Rajiv e Trevor, entrambi in pigiama, se ne stavano distesi sul prato del giardino a pancia sotto armeggiando con un telefonino. Ignari della mia presenza e concentrati su ciò che il display stava loro mostrando.

Quale tipo di immagini stessero guardando così rapiti, trovandomi ad una distanza di circa cinque metri d'altezza non mi fu chiaro, ma i suoni altrochè. Mi sembrava di sentire l'inequivocabile gemito di un uomo sul punto di avere un orgasmo, seguito subito dopo da una seconda voce, anch'essa maschile e dallo stesso tono di chi è all'apice del piacere. Vidi distintamente una delle mani di Trevor posarsi sulle natiche di Rajiv, ed il primo impulso fu quello di ritirarmi silenziosamente in casa lasciandoli alle loro effusioni, poi il mio lato voyeuristico prevalse, complice anche il fatto che sono sempre stata sottilmente attratta da due uomini che fanno l'amore, al punto che non di rado andavo su youtube alla ricerca di qualche bella storia d'amore gay.

E vedere la mano di quel mio allievo accarezzare le natiche del mio amico Rajiv, oltre a rendere dannatamente vero quanto fosse piccolo il mondo, mi eccitò al punto che mi venne spontaneo lasciar scivolare una mia mano sotto l'accappatoio per accarezzare il solco delle mie. Poche ore prima due cavalli ed ora due uomini; forse sul mio oroscopo di giornata ci deve essere stato scritto qualcosa del tipo: "la domenica riserverà ai nati sotto il vostro segno spettacoli della natura che vi lasceranno incantati". O qualcosa di interpretabile in questo senso.

Iniziarono a baciarsi, ma nel posizionarsi sui fianchi l'uno di fronte all'altro Rajiv notò con la coda dell'occhio la luce accesa della mia cucina e la mia presenza sul terrazzino.

Non doveva accadereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora