Eileen's POV
Quella sera cercai di non pensare alle parole stupide di mio figlio, anche se la rabbia nei suoi confronti non l'avrei sbollita in poco tempo. Su qualsiasi altra persona che si fosse permessa di pronunciare parole simili in casa mia avrei alzato le mani in maniera ben peggiore di quella che fu la reazione di mio marito, a Liam riservai solo la mia furia muta, soprattutto dopo aver ascoltato le parole di Cath per quell'episodio in discoteca.
Quella sera, pur tra mille sforzi, volevo passarla in serenità senza che Valeria ne fosse turbata; senza che nessuno di noi ne fosse turbato. Cenammo e poi ci soffermammo a chiacchierare davanti al caminetto insieme a lei, mio marito e Cathleen dopo aver mandato a letto Erin. Il mio Pat poi fu un maestro nell'aiutarci a voltare pagina; i suoi racconti sugli anni giovanili passati a bordo delle navi in giro per il mondo li trovammo appassionanti, molti dei quali ignoti a me stessa che da ventisei anni gli vivevo accanto. Appassionanti e da brividi, come quello con cui si congedò prima di ritirarsi in camera.
Patrick: "eravamo nel golfo di Biscaglia al largo del nord della Spagna, quando nel bel mezzo di una tempesta alcuni marinai addetti alla stiva si trovarono costretti ad andare a rinforzare i blocchi che fissavano i macchinari che trasportavamo con destinazione Tunisi: macchine agricole, escavatori. Alcuni di questi avevano dei bracci meccanici che erano fermati con funi metalliche per evitare che le oscillazioni della nave potessero ribaltare i mezzi. Uno degli addetti alla stiva, nel controllare che le funi fossero assicurate correttamente, passò di lì nel momento in cui la trazione era al massimo, una delle funi metalliche si strappò e gli mozzò di netto una mano. Io ed il primo medico fummo svegliati di corsa e ci precipitammo in infermeria dove i suoi compagni lo avevano portato. Quando gli chiedemmo dove fosse volata la sua mano lui tirò su il braccio e solo in quel momento realizzò che il suo arto non c'era più, svenne di colpo e senza dirci in quale punto della stiva avesse avuto l'incidente; era importante recuperare la mano prima che arrivasse l'elisoccorso per trasportarlo nell' ospedale più vicino. E di quella ricerca fui incaricato io. Presi un contenitore termico pieno di ghiaccio e mi feci accompagnare dai suoi compagni nelle stive. Detti un'occhiata dove i suoi colleghi lo avevano soccorso e la vidi, si muovevano ancora le dita e..."
"Papà no ti prego la mano che si muove risparmiacela..."
Sarà stata la tensione provocata da quel racconto, ma quella supplica che mia figlia rivolse a suo padre affinché ci risparmiasse i dettagli più macabri fece scoppiare a ridere me e Valeria.
"Ok ok hai ragione principessa, mi sono lasciato trascinare dai ricordi...e ora mie bellissime donne vi lascio e vado a dormire...tu cosa fai mia dolce signora?"
Quella domanda me la rivolse facendomi l'occhiolino; invito palese a lasciare un po' da sole le ragazze prima che ciascuna si ritirasse nelle rispettive stanze, e ne convenni; gli ultimi dieci minuti Cath li aveva passati a sbaciucchiare una guancia e una mano di Valeria, con quest'ultima in evidente difficoltà ed imbarazzo a causa della presenza mia e di Pat.
"Ti seguo a ruota mio splendido oratore di storielle horror". Detti un bacio alle due piccioncine augurando loro la buonanotte e le lasciammo tranquille per chiuderci in camera.
"Sei stato fantastico Pat, hai saputo risollevare una serata che dopo quell'idiozia detta da nostro figlio rischiava di pesare sul morale di tutti, soprattutto su quello di Valeria". Lui si voltò su un fianco e dopo avermi accarezzato il viso, mi guardò dritta negli occhi, e pur con tutta la dolcezza del caso non me le mandò certo a dire.
"Diciamo pure che tu sei stata più fortunata di Liam amore mio".
"Fortunata in che senso?"
"Devo per caso ricordarti la tua reazione quando hai scoperto che Cath dormiva nuda accanto alla sua insegnante? Se tu ti fossi trovata materialmente lì in quell'esatto momento a Valeria avresti cavato gli occhi, poi sentendo che nostra figlia era su una nuvola rosa dal pregiudizio sei gradualmente passata al volerla conoscere personalmente...risultato?"
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Non doveva accadere
RomanceQuando Valeria, 30enne italiana docente di storia medievale incontra lo sguardo dell'allieva irlandese 19enne Cathleen, ogni suo proposito è destinato a crollare come un castello di carte al primo soffio di vento.