Capitolo 27

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Cathleen's POV

Guardai Valeria lasciando che fosse lei a decidere, e le bastò vedere il mio sorriso per accettare l'invito. Chiacchierammo tutt'e quattro intorno al pianoforte ancora per una decina di minuti e poi Evelyn ci fece cenno di seguirla alla camera che ci aveva riservato, e quando entrammo rimanemmo a bocca aperta: un bellissimo letto rotondo al centro della stanza e una grande porta a vetri che si apriva su un terrazzo con una vista meravigliosa sulla baia golfo di St. Ives. Ci sorrise e ci dette un bacio. 

"Sono sicura che passerete una notte bellissima , vi lascio tranquille e torno giù da Zadie, e se avrete bisogno di qualcosa la nostra camera è qui accanto alla vostra, vi basterà solo bussare alla nostra finestra.".

La ringraziammo e finalmente rimanemmo sole, uscimmo sul terrazzo e la luna piena illuminava i nostri visi. Il terrazzo era condiviso con la loro camera, ma la nostra intimità non aveva motivo di essere tenuta segreta. Sentii le braccia di Val cingermi da dietro e il suo respiro tra i capelli. 

"Che meraviglia bambina mia".

Mi voltai a guardarla e le sorrisi dimenticandomi perfino dell'aria pungente, ma stare tra le sue braccia era l'equivalente del più caldo dei nidi, certa che avvolta da lei anche sulla cima di un ghiacciaio non avrei battuto i denti dal freddo. 

"Essere qui con te è una meraviglia Val, davanti a questo mare e a questa luna". 

"Di cosa avete parlato tu e Zadie?"

"Mi ha raccontato qualcosa di lei, non ci crederai ma anche suo padre è un professore di storia".

"Sì amore mio, me lo ha detto Evelyn, e mi ha detto anche che suo padre l'ha messa alla porta solo per il fatto che non le fregava niente di avere una laurea".

"E tu e lei di cosa avete parlato sedute strette strette al pianoforte?".

"Ci hai viste strette strette?"

"Beh..un po'...mentre ero con Zadie fremevo dalla voglia di rientrare, Evelyn ti mangia con gli occhi e già mi immaginavo che ti avesse portato in camera sua". 

Mi sorrise dandomi un buffetto su una guancia.

"Scemina che sei...abbiamo parlato di due cerbiatte che hanno mandato la vita di entrambe in tilt tutto qui, anche se Evelyn è una donna innegabilmente attraente, ma ti assicuro che la mia testa da qualche giorno è altrove..."

"E dov'è la tua testa...?"

"La mia testa orbita intorno ad una ragazza che stasera ha affondato il colpo con due semplici paroline".

Portò una delle sue dita sulle mie labbra disegnandone il contorno e gliela afferrai tra gli incisivi, e poi senza quasi accorgercene le punte dei nostri nasi si sfiorarono, le nostre labbra che tremavano dal desiderio di incontrarsi, mentre tutta la bellezza da cui eravamo circondate sembrò sparire, il tempo fermarsi, cristallizzato in quell'attimo irripetibile e meraviglioso che solo con lei mi capitava di provare. Esistevamo solo io e lei...accostò la sua bocca alla mia e ci demmo un bacio leggero. Adoravamo entrambe la magica sensazione di saggiare la morbidezza delle nostre labbra.

"Ti amo anche io Cathleen, e non da adesso".

La guardai e fui sul punto di chiederle di ripetere quella frase, ma non ce ne fu bisogno perchè dopo un attimo di silenzio in cui il suo sguardo si spostò sul mare, tornò a guardarmi dritta negli  occhi e fu lei stessa a ripetermela.

"Mi sono innamorata di te la mattina che sei venuta a prendermi alla stazione perchè pioveva a dirotto".

Sorrisi ripensando a quell'episodio.

Non doveva accadereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora