Capitolo 46

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Tessa's POV

Prendemmo posto sull'aereo e Tim mi chiese di poter stare seduto vicino ad Erin che nel frattempo aveva preso posto accanto a sua mamma; la numerazione dei biglietti ci aveva destinato cinque poltroncine indietro e nella fila opposta alla loro. La smorfia di entrambe dopo aver appreso che avremmo viaggiato senza nemmeno poter scambiare due chiacchiere fu fin troppo eloquente, e quella richiesta di mio figlio mi arrivò alle orecchie come una melodia.

"Vai e chiedile se è d'accordo tesoro"

Non se lo fece ripetere due volte e si diresse verso Eileen ed Erin, lo vidi sussurrare qualcosa all'orecchio di Lin e subito dopo la mia amica si alzò lasciandogli il suo posto e venendo verso di me sorridendomi e alzando il pollice di una mano.

"Tuo figlio è un essere superiore Tessa, mi ha detto che le sarebbe piaciuto che io e te viaggiassimo vicine, lo avrei abbracciato". Mi accarezzò il viso e dopo essersi seduta appoggiò la testa sulla mia spalla.

"Voglio solo sperare che tua figlia fosse d'accordo Lin"

"Aveva un sorriso che era luce pura, ha perfino chiesto a Tim se volesse stare accanto al finestrino, cosa che lei adora"

"E tu mia bellissima Lin...vuoi che ti ceda il mio posto accanto al finestrino?"

"No tesoro mio...mi basta stare vicina a te..."

A quelle parole dovetti frenare l'impulso di baciarla, mi limitai a prenderle la mano e portarmela alle labbra.

Finalmente decollammo, e nel giro di dieci minuti ci slacciammo le cinture. Una delle due assistenti di volo presenti si fermò a chiacchierare con i nostri figli, vidi Tim mettersi in ginocchio sulla sua poltroncina e indicare me ed Eileen. La signorina buttò uno sguardo nelle file posteriori e quasi in sincrono alzammo entrambe un braccio ricevendo in cambio un sorriso.

"Li avrà presi per due orfanelli..." La battuta di Eileen mi strappò una risata e anche una riflessione un po' più amara che mi uscì quasi spontanea.

"Orfano di suo padre Tim è come se lo fosse Lin...ma di Jeff ti ho già parlato un sacco di volte..."

"Sì tesoro mio e non so cosa tu aspetti a chiedere il divorzio...non si cura di Tim se non per i soldi che ti da quando si degna di passare a casa...posso capire che il suo lavoro lo porta in ogni angolo degli States, un sacco di uomini padri di famiglia stanno lontani da casa più giorni alla settimana...ma Dio mio quando tornano non vedono l'ora di starsene con moglie e figli...di lui mi hai sempre parlato come di un ectoplasma...o sbaglio?"

"È così Lin...ho tergiversato per amore di Tim, ma sono giunta a a prendere seriamente la decisione di divorziare e magari di vivere altrove, il lavoro c'è l'ho letteralmente tra le mani ed una bottega con annesso laboratorio per lavorare l'argilla lo troverei ovunque"

"Pensavo che a San Francisco non si vivesse poi così male..."

"Non è più la città di una volta Lin, è piena di vagabondi e drogati che defecano ad ogni angolo delle strade, addirittura una volta davanti al mio negozietto...no davvero tesoro, Frisco non è più la città di un tempo ".

Ad interrompere la nostra conversazione fu l'altra hostess che accostatasi a noi con il carrellino delle vivande ci chiese se gradissimo uno spuntino. Avevo fame, ma il pensiero di ripetere l'esperienza di alcune ore prima sul volo da New York mi fece tentennare. Sorrisi all'assistente di volo e cercai rassicurazioni.

"Sono previste turbolenze signorina?"

"Nessuna signora, il tempo è magnifico e in meno di due ore atterreremo a Genova"

Le sorrisi sollevata e scelsi una confezione di arrosto e patate, Eileen optò per della pasta al forno e poi chiedemmo all'assistente cosa avessero preso i nostri bambini.

Non doveva accadereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora