Capitolo 37

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Valeria's POV

Sua mamma era lì sull'uscio di una grande casa indipendente che mi lasciò a bocca aperta: il giallo delle pareti esterne e le grandi finestre del piano terra si intonavano perfettamente con i tetti neri spioventi ai cui lati spiccavano tre abbaini delle stanze poste ai piani superiori, il tutto  circondato da un grande giardino. Cath si voltò a guardarmi sorridente, scese dalla macchina e mi tese la mano ma non gliela diedi. Avrebbe voluto anche con sua madre presentarsi con me al suo fianco, ma non lo trovai giusto; pur non avendo figli l'istinto materno che sentivo essere parte della mia natura mi fece immedesimare all'istante in una donna che non vedendo un figlio da lungo tempo fremeva dal desiderio di stringerselo senza terze persone intorno, e istintivamente mi uscì solo un imperativo: "è un anno che non ti vede...corri ad abbracciare tua mamma, svelta!" 

Patrick nel frattempo era già sceso dall'auto per prelevare dal bagagliaio i due trolley, scesi a mia volta e lo raggiunsi per prendere il mio, ma il mio sguardo era rivolto alla mia giovane compagna che si era messa a correre verso le braccia aperte di sua mamma. Sorrisi nel vedere quella scena. Presi il mio trolley e a passo lento e discreto mi avvicinai a madre e figlia seguita da Patrick, e solo in quel momento mi resi conto di quanto la mia ragazza fosse praticamente la goccia d'acqua di sua madre: identico il colore degli occhi e quello dei loro capelli, sebbene quelli di Eileen fossero molto corti. E lì si replicò in maniera quasi identica l'incontro all'aeroporto tra me e suo padre: Cath che si sciolse dall'abbraccio materno, si voltò verso di me  tendendomi la mano con gli occhi che le brillavano.

"Mamma lei è Valeria".

Eileen mi sorrise porgendomi la sua mano e guardandomi dritta negli occhi, ma non fu un semplice contatto di mani il nostro; la mia, morbida e rilassata fu quasi travolta dalla sua stretta decisa ed energica.

"Benvenuta nella nostra casa Valeria".

"Grazie di avermi voluta incontrare Eileen, non vedevo l'ora di conoscervi, come immagino fosse per voi".

"E' proprio così Valeria, ma entriamo in casa".

Se l'esterno mi aveva colpita per lo stile e la bellezza l'impatto visivo che ebbi appena varcai la soglia mi suscitò un vero incanto: una grande sala d'ingresso con pavimento in parquet, i soffitti in legno scuro attraversati da grandi travi e due divani con un grande caminetto in pietra. Se avessi dovuto definirne in una parola l'atmosfera quella più calzante sarebbe stata "calore". Anche lo scricchiolio provocato dai nostri passi su quel pavimento contribuì ad amplificare quella mia sensazione. Fu la mano della mia splendida ragazza che venne a cercare una delle mie a strapparmi da quello stato di trance contemplativo.

"Ti piace la mia casa amore mio?"

"E' meravigliosa Cath..."

"E non hai ancora visto niente...vieni, ti faccio vedere la mia camera..."

Mi voltai e vidi Patrick ed Eileen che ci osservavano, lui sorridente, lei più seria, non severa nello sguardo, soltanto forse più presa dallo studiarmi.

"Cathleen tesoro, forse dovresti permettere a Valeria di togliersi la giacca così puoi farle vedere la camera dove alloggerà lei, io intanto inizio a preparare il pranzo...e tu Patrick faresti un salto in serra a prendermi un po' di insalata per cortesia amore mio?"

"Ai tuoi ordini comandante!"

Senza lasciare la mia mano Cath mi condusse lungo un piccolo corridoio per poi salire al piano superiore attraverso la rampa di scale che portavano a quella che sarebbe stata la mia camera.

"Eccoci amore mio, questo sarà il tuo nido ogni volta che vorrai e..."

"Ehi ehi... bambina mia...quando vorrò io anche no, se i tuoi splendidi genitori mi inviteranno in futuro ne sarò felicissima ma..."

Non doveva accadereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora