Cathleen's POV
Mi resi conto che quelle parole, sebbene dette con un apparente distacco emotivo, avevano il significato opposto e racchiudevano tutto l'amore che questa donna sentiva per me. Le mie lacrime infatti non erano causate dalla possibilità che un giorno avrei potuto perderla. No, quello che mi scuoteva l'anima era questa specie di ideale scudo protettivo che a tutti i costi lei voleva donarmi, forse lo stesso scudo che lei stessa ricevette da Rosalind, un po' come nella saga di "Xena la guerriera", pronta a dare la vita per la sua Gabrielle. Avrei voluto dirglielo che quelle lacrime non erano causate dal timore di separarmi da lei, ma non ne ebbi il tempo, accostò la macchina, mi strinse a sè, e poi ci abbandonammo in un bacio così bello che quelle parole le tenni per me. Mi bastava sentire il suo amore profondo, quello che nemmeno nel più desiderato dei sogni avrei potuto sperare di suscitarle il giorno in cui me la vidi apparire la prima volta nella segreteria del college.
Ripartimmo in direzione St.Ives, da cui ormai ci separava solo poco più di mezzora di strada e la trascorremmo cantando e chiacchierando. Erano appena passate le 5pm, iniziavo ad avere già fame e fino all'ora di cena non sarei arrivata viva, d'altra parte l'ultima cosa che avevo messo nello stomaco erano una fetta di torta e un caffè. Chiesi a Valeria di fare una sosta e ci fermammo presso Tintagel, piccola cittadina sulla costa e da cui oltre a fare un piccolo spuntino iniziammo a respirare la brezza marina, venticello che non mancava di sollevare le gonne degli abitini che avevamo comprato da Paula. Ed il tramonto, ho ancora negli occhi adesso quella palla arancione che si posava sull'oceano. Mangiammo un tramezzino sedute sul pianale della nostra casetta viaggiante, io seduta tra le sue gambe e le sue braccia intorno alla mia vita, termine quest'ultimo dal doppio significato: i miei fianchi sì, ma per vita intendo il senso di appartenenza di ogni mia molecola a lei. Rimanemmo lì abbracciate per un tempo indefinito e poi decidemmo di ripartire.
L'arrivo a St.Ives fu come previsto abbastanza in anticipo rispetto all'orario fissato per cena, e dopo aver parcheggiato in prossimità del lungomare che si affaccia sulla baia decidemmo di fare una passeggiata. La temperatura iniziava ad essere un filo troppo rigida, complice anche il vento che soffiava dal mare. Recuperammo due maglioncini dal camper e ci addentrammo nei vicoli di quella meravigliosa cittadina. Mano nella mano come due fidanzate, e finalmente libere di non nascondere attraverso quel semplice contatto il nostro legame al via vai dei numerosi turisti che come noi avevano scelto di passare il weekend in questo posto da casette bellissime, ognuna delle quali dipinta da colori pastello di tonalità differenti. A poco a poco si fece l'ora di cena e salimmo su per una stradina sul cui ciottolato mi si incastrarono i tacchi più volte suscitando le risate di Valeria.
"Hai capito perchè mi sono ben guardata dal comprare scarpe con il tacco e a tenermi i miei amati sandali con la zeppa amore mio?...dai tieniti stretta a me, siamo arrivate".
Alzai gli occhi e vidi un portoncino color fucsia con sopra l'insegna "Two Ladies", Valeria suonò il campanello e udii lo scatto di una serratura automatica. Entrammo e ad accoglierci trovammo Evelyn, la padrona del ristorante con cui Val aveva parlato al telefono, e con cui mi fu subito evidente avere un rapporto di confidenza. Appena si videro si abbracciarono come due amiche di vecchia data.
"Mia cara Valeria che bello rivederti".
"Lo è anche per me Evelyn, e tu devi aver fatto un patto con il diavolo perchè sei sempre bella da mozzare il fiato".
"E tu sei la più adorabile delle bugiarde mia dolce ragazza italiana...e questa bellissima gemma dai riccioli rossi non me la presenti?"
Valeria's POV
Evelyn era una donna sulla cinquantina, bionda, leggermente sovrappeso rispetto agli anni in cui la conobbi, e per cui ebbi sempre un vero debole: la classica bellezza sassone che trovai nelle fattezze di Rosalind.
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Non doveva accadere
RomanceQuando Valeria, 30enne italiana docente di storia medievale incontra lo sguardo dell'allieva irlandese 19enne Cathleen, ogni suo proposito è destinato a crollare come un castello di carte al primo soffio di vento.