Capitolo 51

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Valeria's POV

Quella mattina in cui vidi Cath sfrecciare via quasi senza degnarmi di uno sguardo, ad eccezione di un pollice alzato per confermarmi il buon esito del suo esame, il mio stato d'animo era un mix di rabbia e delusione. Salii sul mio camper non tanto per tornare a casa; mi sentivo sull'orlo di un pianto e non volevo che nessuno di coloro che via via continuavano ad uscire dal college potesse vedermi in quello stato emotivo. Stetti ferma e chiusa nell' abitacolo della mia casetta su quattro ruote per proteggermi dagli sguardi altrui e anche nella speranza che Cath, presa da un qualche ripensamento, facesse retromarcia e tornasse a cercarmi. Non accadde, feci per mettere in moto ma proprio in quell'istante vidi una figura familiare farmi ampi cenni dalla strada di fronte; era Helen, la ragazza del mini market sotto casa con cui ebbi un piccolo flirt due anni addietro. Spensi la macchina e abbassai il finestrino mentre lei si avvicinava a passo svelto.

"Helen cosa ci fai da queste parti?"

"Sto andando a lavorare Valeria, non sono più a Reading...tu piuttosto cosa ci fai qui..."

"Insegno nel college qui di fronte"

"Credevo lavorassi all'università di Reading"

"Mi hanno temporaneamente affidato una cattedra qui ma è l'ultimo giorno...dove lavori tesoro?"

"In un negozio di scarpe qui nel centro di Swindon...inizierò tra mezz'ora, tu stai tornando a casa?"

"Sì Helen, non è stata una giornata facilissima e ho bisogno di riposare...ma soprattutto pensare..."

"Me ne sono accorta hai gli occhi arrossati...non voglio trattenerti però se ti andasse di prendere un caffè mi farebbe molto piacere Valeria..."

Non ci pensai su due volte, andarmi a chiudere in casa macerandomi nei pensieri era a tutti gli effetti qualcosa che avrei potuto rimandare e accettai l'invito di Helen.

Trovai bizzarro il locale che scelse; un club di tifosi della squadra di calcio cittadina pieno di sciarpe, magliette e foto di calciatori appese ai muri. In alto un mega schermo dove i pochi altri avventori stavano seguendo ovviamente una partita. Ci sedemmo su una panchina di legno e ordinammo due caffè.

"Sempre bello vederti Valeria...anche quando hai il tuo bel viso corrucciato...e qualunque cosa sia spero che si risolva". Me lo disse sorridendo e accarezzandomi il viso.

"Nulla di grave Helen, solo piccole incomprensioni con la mia compagna, sempre ammesso che si consideri ancora tale...ma dimmi di te...sei sempre fidanzata con quel ragazzo che ha combattuto in Afghanistan?"

"No tesoro, con gli uomini ho chiuso definitivamente...ero nella mia fase etero ma fortunatamente ne sono uscita"

"Ne parli come se fossi guarita dal covid...ok hai una fidanzata, un'innamorata, un flirt in corso?

Si mise a ridere e mi indicò con un gesto del capo la donna che stava alla cassa, una brunetta sulla quarantina che da quando eravamo entrate non smetteva di guardarci. A bassa voce mi disse che era sposata ma che per lei si era presa una vera e propria sbandata.

"Non mi sorprende Helen, anche io mi ero presa una mezza scuffia per te, ti ho solo conosciuta nella fase sbagliata ...ma con la cassiera ci vai a letto?"

"Suo marito è una specie di capo tifoso dello Swindon Football Club e ogni volta che va via per seguire la squadra io e lei ci vediamo...ma siamo solo l'una il passatempo dell'altra, credo di essere allergica ai legami Valeria, mi piace passare da un fiore all'altro come fanno le api; succhio il nettare da uno e poi volo alla ricerca di un altro".

"Quanto vorrei essere come te Helen ma non ce la faccio, ho bisogno di trovare qualcuna con cui condividere altro oltre al sesso"

"Sei la tipica italiana romantica tesoro...senti è quasi ora di aprire ti andrebbe di fare un salto in negozio? Ho qualcosa in magazzino che farebbe al caso tuo"

Non doveva accadereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora