Durante la scrittura della storia, ho cambiato i nomi dei personaggi, partendo da questo capitolo. Sto iniziando a modificare tutto il resto dei capitoli, quindi negli altri potreste trovare ancora i vecchi nomi. ❣️
grazie x dare una possibilità alla mia storia, spero possa piacervi✨
SARAH
Ero tornata a New York. E non mi sembrava nemmeno reale come cosa. Non mi capacitavo di dover tornare nel luogo che mi aveva vista crescere ma che aveva anche visto tutti i miei traumi, tutto ciò che avevo vissuto. Avevo passato un lungo periodo in Italia, 2 anni per l'esattezza, ma era stato comunque il periodo peggiore di tutta la mia vita. Vivevo da sempre con la mia paura peggiore: l'emetofobia, la paura di vomitare. Questo mi aveva portato ad altri disturbi, rabbia, chiusura in me stessa, spesso cibo, e altro. La chiusura in me stessa nella scuola in Italia mi aveva poi portato ad essere esclusa completamente dalla classe, dai compagni scolastici, da chiunque.
Mi rimaneva solo Alexia, la mia migliore amica, mio fratello Michele, e Alec. Alexia però per tutto quel tempo era rimasta a New York, così come Alec, e mi aveva raggiunto poche volte. Tuttavia, il nostro rapporto era rimasto e avrei iniziato un nuovo anno di college nello stesso college dove lei era già e dove io ero fino a 2 anni fa. Avevo degli amici lì prima ma i rapporti non erano rimasti gli stessi, so che però rivedendoli sarebbe tornato tutto come prima. Avevo anche un amico molto stretto a cui ero legata quasi in modo sanguigno e che ho nominato prima: Alec. Eravamo amici d'infanzia, non ci siamo mai persi né è mai comparso nessun tipo di interesse da parte mia o da parte sua in un altro ambito che non sia l'amicizia. Anche lui frequentava lo stesso college che frequentavo io prima di partire e che avrei frequentato nei giorni seguenti. Lui era il mio secondo fratello, gli volevo un bene viscerale. Il suo unico problema? Suo fratello, Kenneth. Lui.
Da bambina avevo una cotta tremenda per quel ragazzo, ma qualcosa non andava in lui. Lui era diverso, era introverso e sembrava scrutarti nell'anima con un solo sguardo: era impossibile capirlo, ma io più volte mi ero permessa di studiarlo e il suo sguardo vuoto mi aveva permesso di capire che aveva un dolore logorante dentro. Era più grande di me e Alec di 3 anni, tuttavia frequentava ancora il college. Io non sapevo nulla di lui, non me l'aveva mai permesso, solo che aveva un passato tremendo, e non sapevo dettato da cosa. Sapevo che non aveva lo stesso padre di Alec, ma che viveva con qualcun altro prima di tornare con sua madre. Non mi sono mai potuta permettere di varcare oltre questo confine: non potevo sapere altro. Ma quando ero piccola, e le volte in cui ho fatto da dogsitter al loro cane, le volte in cui sono stata a casa loro, ho visto molti lati di Kenneth che mi hanno portata a volerlo scoprire: la sua rabbia, la sua freddezza, le battute provocanti che mi aveva sempre defilato, la maschera, il rapporto indivisibile che lo legava ad Alec. Sembrava quasi che lui fosse l'unica persona a cui teneva, insieme a Brandon Teller, il suo migliore amico. A sua madre era inevitabilmente affezionato, ma avevano un rapporto burrascoso. Da bambina avevo sempre provato ad avvicinarmi perché lo vedevo sempre solo, ma erano rare le volte in cui accettava veramente di parlarmi. Da più grande invece, abbiamo sempre battibeccato la maggior parte delle volte in cui ci incrociavamo.
Aveva sempre cercato di lasciarmi fuori dal suo mondo, nonostante il suo costante tenermi d'occhio. Durante la mia assenza, avevo pensato a lui spesso. Forse la cotta che avevo per lui da bambina non è mai passata veramente: quel ragazzo era decisamente attraente, ma aveva il buio dentro. Più cercavo di scavargli dentro, più lui mi allontanava, facendo di tutto per farsi odiare. Io mi sono sempre auto convinta di odiarlo, ma la sofferenza che celava dietro il suo sguardo asfissiante mi impediva di farlo, nonostante io a voce glielo dicessi: gli dicevo che era insopportabile (ed era vero, la maggior parte delle volte), litigavamo sempre, perché non riuscivo a sopportare le sue continue battutine perverse e stupide, e nemmeno il suo rispondermi malamente quando non era in vena. D'altro canto, come ho già detto, mi teneva d'occhio, aveva un istinto di protezione nei miei confronti. Era incomprensibile.
STAI LEGGENDO
Maybe one day
Teen Fiction"Riusciremo mai a trovare pace, noi due?" "Forse un giorno.."