SARA

Il mio Kenneth.

Vederlo in questo stato mi prosciuga l'anima.

Oggi pomeriggio non sono riuscita a sentire bene cosa si stessero dicendo, ho capito solo che lui doveva andare in un posto ma che era pericoloso.

E si è rivelato esserlo davvero.

Avevo parlato con Brandon ma è stato inutile. Tutto inutile.

Vedo Tyler che sta cucendo cautamente la sua ferita, ma dal lato in cui essa è ancora aperta fuoriesce del sangue.

Ora sono accovacciata affianco a Ken e gli tengo la mano, mi sento quasi incapace di respirare. Se qualcosa va storto, è la fine.

Non hanno mai pensato a un ospedale, cazzo?

Con l'altra mano libera sposto i capelli di Kenneth, le cui punte sono madide di sudore, da davanti i suoi occhi, gli lascio delle carezze sulla fronte.

Lui sembra bearsi del mio tocco, ma per quanto stia cercando di farlo non riesce a nascondere il fatto che quella ferita gli faccia malissimo.

Ha il viso ancora pallido, probabilmente per la perdita di sangue. Gli occhi sono socchiusi e sta provando con tutte le sue forze a rimanere sveglio.

Non riesco a smettere di piangere. Non sento nemmeno più il mio stesso cuore battere, nulla, non so cosa io stia provando ma è peggio di qualsiasi cosa che io potessi aver mai provato.

Mi brucia lo stomaco, mi fa male il petto.

"Va tutto bene, te lo giuro." la voce strozzata di Kenneth mi risveglia dal mio stato di trance.

Non va tutto bene. Ha un taglio enorme che gli squarcia il lato sinistro del busto, sanguina. Come potrebbe andare bene? E come può lui pensare a tranquillizzarmi quando starà provando chissà quanto dolore?

Sta mentendo e lo sa bene, non riesce nemmeno a nasconderlo, non ora, soprattutto perché appena dopo aver parlato stringe le labbra in una linea dritta perché fa fatica anche a fare ciò.

"Non parlare." gli ordino quindi, se persino parlare gli crea difficoltà non deve farlo per tranquillizzarmi. Anche perché non funziona.

Lui però scuote la testa, e mi guarda negli occhi.

"Non sopporto vederti così." dice ma la sua voce è sempre soffocata dal dolore. A quel punto se possibile la mia vista si offusca ancora di più a causa delle lacrime.

"Neanche io sopporto vedere te così. Pensa a star bene, non a me." continuo a lasciargli delle carezze sulla fronte e tra i capelli, e lui comunque scuote di nuovo il capo.

"Fa più male saperti in questo stato che tutto il resto." mi riferisce e io emetto una risata minuscola, rotta dal pianto, per ciò che ha detto.

Sapere che ci tiene a me mi riempie il cuore, ma deve pensare a sé stesso ora, senza sforzarsi per colpa mia.

Poi però chiude gli occhi, e io gli poso entrambe le mani ai lati del viso immediatamente, tentando di alzare un po' quest'ultimo.

"Ehy ehy no. Guardami, resta sveglio Ken." gli intimo dolcemente ma comunque in modo frettoloso, e lui riapre gli occhi piano.

"Concentrati." lo sprono, i nostri visi sono tremendamente vicini e lui annuisce, anche se titubante.
Il senso è che ci proverà, ma non dipende da lui.

Il suo sguardo stremato passa dai miei occhi a tutto il mio viso, come se lo stesse contemplando.

I nostri nasi sono a poca distanza, ci mancherebbe un pelo per azzerarla. Decido quindi di allontanare leggermente i nostri visi, magari ha bisogno di aria.

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