SARA
1 ora prima.

Svegliarsi è sempre un trauma. Soprattutto quando hai passato il giorno prima a studiare, e ti sei addormentata sui libri.

Quindi, visto che solitamente sono più organizzata, mi tocca fare tutto da appena sveglia, ed è inutile dire che mi sono vestita come una barbona e che i miei capelli non sono altro che una crocchia disordinata che sembra più un nido di uccelli.

Ho provato anche a rimediare alla situazione truccandomi un po', dato che non esco di casa senza trucco neanche per andare in spiaggia, ma non ha funzionato, direi.

Ho provato a scrivere e a chiamare Alessia, ma non mi ha risposto, temo proprio che non si sia svegliata e non saprei cosa farci, non succede mai in effetti. Forse dovrei semplicemente lasciarla dormire.

Miracolosamente sono in tempo, e Alec arriverà tra 10 minuti, quindi decido di rallegrarmi un po' ascoltando un po' di musica mentre preparo la borsa per il college, con alcuni libri da rimettere nell'armadietto, e faccio la scorta di fazzoletti, assorbenti, e quant'altro.
Non si sa mai.

Prendo anche uno dei muffin sformati da mia madre e lo avvolgo in dei fazzoletti, non è per me ma per Alec perché io sono abituata a non fare colazione, ma lui no e so che ultimamente si sta svegliando 10 minuti prima di uscire di casa giusto per lavarsi.

Poi, quei 10 minuti terapeutici purtroppo finiscono e sento il telefono squillare, noto che è Alec a chiamare ed esco senza neanche rispondergli, tanto so che voleva dirmi che mi stava aspettando fuori.

Infatti è proprio lì, con la solita aria sfatta di sempre.

Spero però di essere riuscita nel mio intento di rallegrarlo un po' durante questo periodo, da quando sono tornata, perché appena sono arrivata stava male e questo dava all'occhio, invece adesso dipende dal momento. O forse è bravo a fingere.

Da piccolo era il migliore a dire le bugie ai nostri genitori, io invece non ho mai saputo mentire. Anche se noi ci siamo sempre capiti con uno sguardo, era bravo a mentire ma non a me. Ma adesso che siamo cresciuti, sento che mi sta sfuggendo.

Sento che c'è qualcosa che non so, ma non riesco a leggergli negli occhi cosa sia. Ma so che questa cosa non lo fa stare bene.

"Buongiorno principe, ti ho portato la colazione!" esordisco raggiante proprio per risollevare il suo umore, nonostante io non mi senta proprio attiva, sto morendo anche io dal sonno.

"Mi spieghi come fai ad avere questo entusiasmo di prima mattina?" domanda retoricamente e io sorrido, intimandogli di partire con la macchina, è così fa.

"Credimi, non ne ho idea. Tieni." gli porgo il muffin e lui rivolge ad esso un'occhiata fugace, per poi posare nuovamente lo sguardo sulla strada. Ma noto che la sua espressione si incrina leggermente, e dimentica anche di rispondermi, perso nei suoi pensieri.

Che succede?

"Che c'è? Li ha fatti mia madre. È allo yogurt, ti sono sempre piaciuti. Tutto ok?" gli chiedo perplessa, e lui sembra tornare al mondo reale.

"Sì, scusami. Certo che mi piacciono. Puoi metterlo nel mio zaino, lo mangerò una volta arrivato." ribatte mettendo su un sorriso, ma questa cosa mi ha leggermente stranita. Comunque, faccio come dice.

"A che pensavi?" sparo confusa.
Lui scrolla le spalle.

"A nulla, mi ero distratto perché pensavo a Kenneth, al suo amico Harry." risponde rapidamente, ma non sono convinta. Nonostante ciò, non è una buona idea insistere. Non con lui.

"Perché? Che è successo?" sono curiosa in realtà, perché effettivamente ho notato la sua assenza al college in questi giorni.

Giuro di non guardare quel tavolo e quella persona in particolare ogni giorno a mensa.

Maybe one dayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora