KENNETH

Pace.

Ecco come descriverei la sensazione che sto provando.

Le rotelle e gli ingranaggi del mio cervello, che stavano continuando a ruotare incessantemente da 2 giorni a questa parte, hanno improvvisamente smesso di farlo.

Tutto quello che occupava la mia mente, gli incubi non appena chiudevo occhio, il viso invecchiato di Mandy, i suoi occhi che però erano rimasti sempre uguali, diabolici, e il fatto che Max potrà tornare da un momento all'altro, tutto questo sembra non farmi più male adesso.

Adesso sono tra le braccia di Sarah. Tutto ha un senso. Questo è il mio posto e lo so da sempre, non poteva essere altrimenti.

Ma non voglio macchiarla. Le mie preoccupazioni, i miei traumi...non posso fare sì che lei se ne carichi. È troppo pura e io non sopporterei l'idea di essere l'artefice della perdita di questa purezza.

Però per una sera, una sola, voglio sentire che tutto ciò che ho sempre sognato nella vita sia possibile. Che ci sia un'universo dove io e lei esistiamo e io non sono quello che sono, non ho vissuto quello che ho vissuto.

Quindi, stringo i pugni e mi beo del suo tocco, almeno per una fottuta volta.

Nessuno è mai salito sul mio letto, nessuno. Non ho mai permesso a qualcuno di dormire con me, né io sono solito dormire da qualche altra parte, a meno che io non sia ubriaco marcio, perché mi ha sempre disturbato in qualche modo.

I miei incubi mi fanno sentire stretto e mi manca sempre il fiato al mio risveglio. E odio che qualcuno possa vedermi in questo modo, o anche condividere il mio spazio con una persona.

Ma lei è lei. E lo sarà per sempre.

Ed è infatti l'unica persona con cui un'altra volta ho dormito, condividendo una tenda da campeggio.

È successo un anno prima della sua partenza, quando ancora non sapeva che sarebbe dovuta partire. E neanche noi sapevamo nulla.

Le nostre famiglie, come sempre, avevano organizzato qualcosa per Pasqua, ma stavolta si erano ingegnati e avevano deciso di passare una notte in campeggio, in un posto specifico, una sorta di bosco in cui c'era allestita una zona adatta e fatta apposta per questo, con bagni chimici e tutto il resto.

Io avevo intenzione di non andarci per varie motivazioni:
Odiavo passare del tempo con mia madre.
Odiavo il campeggio.
Non avrei chiuso occhio in una tenda perché non era il mio letto.
Volevo stare con i miei amici, precisamente con Brandon o almeno nelle vicinanze da casa sua perché non era passato neanche un anno da quando sua madre era morta, e lui da poco aveva cominciato a vivere di nuovo seriamente. Ma io comunque volevo rimanere lì per fargli compagnia nel caso avesse bisogno.

L'ultima ragione per cui non avrei voluto andarci era la seguente:

Sarah si faceva sempre più bella.

Sempre. Più. Bella.

Ogni volta che la vedevo sembrava diventare ancora meglio di quella precedente, e mi chiedevo come fosse possibile che potesse superare la bellezza di quello stesso giorno. E invece lo faceva sempre.

Non cambiava nulla nel modo di vestire, di truccarsi. Era sempre lei: semplice.

Ma non so cosa ci fosse che la rendeva volta per volta più spettacolare.

E questo me la incastonava sempre di più in testa. Da quando ero piccolo lei occupava sempre i miei pensieri più di una volta al giorno, ma più crescevo e più questa cosa cresceva insieme a me.

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