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SARAH

Mi sveglio con la luce del sole che filtra dalla finestra, e con la voce di Kenneth al cellulare che tenta di mantenere un tono basso, probabilmente cercando di non svegliarmi, cosa che invece è successa lo stesso, non per colpa sua, più che altro per il fatto che sento la testa che mi scoppia.

Mi sento come se ci fosse un trapano in azione sulle mie tempie, Cristo.

Ma come fa la gente a drogarsi? Svegliarsi in questo modo è letteralmente traumatico, figuriamoci farlo regolarmente.

Apro lentamente gli occhi prima di strabuzzarli e coprire con la mano la luce del sole che sembra quasi mi stia accecando a causa del mal di testa.

Kenneth è rivolto alla finestra e sta borbottando qualcosa al telefono, non riesco a sentire nulla di quello che dice, anche se mi impegnassi comunque non ci riuscirei.

Si volta leggermente verso di me, e velocemente, come per controllarmi, ma appena nota che sono sveglia il suo sguardo si addolcisce.

"Devo andare. Ti chiamo quando sono lì. No, non faccio tardi, tranquillo." Lo sento dire al telefono, poi chiude la chiamata e mi viene incontro subito.

"Ehy, stella, scusami. Ti ho svegliata?" mi domanda timoroso, e mi posa delicatamente una mano sulla fronte, come quando si controlla se qualcuno ha la febbre.

In seguito, la sposta sulla mia guancia e mi lascia delle carezze.

"No, no. È che mi scoppia la testa." ribatto io, e il suo sguardo si riempie di tenerezza nei miei confronti, mi guarda come se fossi un qualcosa di così prezioso, che non deve subire neanche un graffio.

Lo ha sempre fatto.

"Tyler stanotte mi ha detto che sarebbe stato più che normale se ti fossi svegliata col mal di testa, purtroppo. Tranquilla, mi ha già dato delle medicine da darti. Senti qualcos'altro? Qualche altro dolore?" mi chiede con l'apprensione stampata nel tono, e io sono grata per avere vicino proprio lui.

"Mi fa solo male la testa, va tutto bene. Non preoccuparti." gli rispondo, premurosa, e lui mi porge un bicchiere con dell'acqua e una pillola.

"È come chiedere all'acqua di non essere umida, stella." continua a lasciarmi carezze, e io ingerisco la medicina.

Ridacchio per la sua metafora, e poi lo guardo meglio, adesso che la mia vista si è abituata al fatto che sono sveglia.

Ci metto un po' ad abituarmi, sì.

Ha due occhiaie parecchio evidenti che gli contornano gli occhi. Questo significa che sicuramente è rimasto sveglio tutta la notte, per controllarmi.

Mi si scalda il cuore. Il mio Kenneth.

"Ma non hai dormito neanche un po'?" domando con la premura nella voce.

"Non è importante. Ciò che conta è che tu ti sia riposata. Ne avevi bisogno." ribatte.

Prima che io possa contraddirlo, lui mi lascia un bacio sulle labbra che quasi mi fa dimenticare tutto e fa prendere il volo a tutte le farfalle nel mio stomaco.

Gli dò subito un altro bacio, e poi un altro. Non mi stancherei mai.

So che probabilmente non mi abituerò mai alla sensazione destabilizzante dei suoi baci. È troppo bello. E mi sembra ancora inverosimile, per cui ho bisogno di baciarlo tutte le volte che posso.

"Con chi parlavi?" domando poi curiosa, so che era un maschio ma poteva essere Alec, come poteva essere Brandon.

"Con Brandon. Devo andare a prenderli in ospedale, hanno dimesso Brittany." ribatte con un po' di sollievo nella voce, ed esso nasce anche in me.

Maybe one dayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora