49.

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BRYAN
La mattina dopo.

Mi sveglio con la bocca impastata, mi sento intorpidito, il collo dolorante per la posizione scomoda in cui mi sono addormentato.

Sono seduto sulla sedia affianco il letto d'ospedale di Alec, mi sono addormentato con la testa appoggiata sulle braccia, sull'estremità del suo letto.

Non so quanto tempo sia passato.

Mi stiracchio un po' ancora con gli occhi mezzi attaccati tra loro, ma facendolo sento qualcosa cadere dalle mie spalle, è una specie di fruscio.

Apro meglio gli occhi per vedere che cos'è. Mi accorgo che è un giubbotto di pelle, più precisamente quello di Kenneth.

Quest'ultimo, da quando ha saputo definitivamente cosa ci fosse tra me e Alec, ha completamente cambiato atteggiamento.

Inizialmente era distante, anzi, onestamente credo che mi odiasse, ma adesso in molte circostanze, come adesso, mi sembra quasi... premuroso?

Deve avermi poggiato il suo giubbotto sulle spalle mentre dormivo.

Anzi, ora che ci penso l'ultima cosa che ricordo prima di essermi addormentato era proprio la voce di Kenneth che mi diceva di riposarmi un po', perché ne avevo bisogno.

Sì che ne avevo bisogno. E in realtà ne aveva bisogno pure Kenneth.

Devo dire la verità: all'inizio, l'anno scorso, quando ho conosciuto Alec e andavo a casa sua, non mi stava particolarmente simpatico suo fratello.

Aveva sempre quell'atteggiamento da stronzo come se credesse che io fossi solo un intruso che stava disturbando lui e suo fratello in casa sua.

Tecnicamente, da un lato, lo ero.

Ma forse in quel momento ancora non sapeva bene cosa io e Alec fossimo.

Anche perché prima, in quel periodo, non lo sapevamo bene nemmeno noi. Non è minimamente paragonabile a quello che siamo ora.

Adesso è una cosa più...matura, direi.

Entrambi siamo sicuri al cento percento del sentimento dell'altro.

E sembra che anche Kenneth ne sia sicuro al cento percento.

Mi sono accorto in questi giorni del suo cambiamento nei miei confronti.

Prima mi guardava...non direi male, ma con sospetto. Non capiva se io avessi un buon effetto su suo fratello o se fossi io a spegnerlo, perché era così spento...

E non posso biasimarlo.

Adesso, non è più così.

Mi ci sono ritrovato a parlare noi due da soli a Natale, quando siamo andati a casa sua e di Alec, io mi sono fermato lì a dormire e la stessa cosa ha fatto Sarah, e loro due si sono addormentati sul divano come due sassi.

E beh, mi sono accorto che è capace di fare qualche battuta e azzardare qualche sorriso anche in assenza della ragazza riccia che sembra far emergere un lato completamente diverso di lui, che riserva solo a lei, e a volte anche ad Alec e al suo migliore amico Brandon. Tra l'altro, anche quest'ultimo è simpatico, ma mai quanto sua sorella.

Non avrei mai immaginato tutto questo.

Ritrovarmi a mio agio con un gruppo di persone, dopo ciò che è successo a Summer.

Ma invece è andata proprio così.

E anche se ero e sono ancora ben lontano da superare il lutto, ho trovato uno spiraglio di speranza in tutti loro.

Maybe one dayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora