BRANDON

Il cielo è ancora scuro mentre io e Alexia ci avviciniamo all'uscita dell'ospedale. Le luci al neon sopra le porte scorrevoli gettano una luce pallida sui nostri volti stanchi.

Alexia cammina accanto a me con passi lenti, le spalle curve per la stanchezza.

Non ho detto molto da quando abbiamo deciso di andarcene, lasciando Kenneth con Sarah.

Oltre che per Alec, eravamo rimasti per Sarah, che sembrava molto provata da tutta la situazione, e io ero rimasto anche nel caso in cui Kenneth avesse avuto bisogno di nuovo di me.

Quando è uscito da lì dentro però, sembrava sempre frustrato, sì, ma leggermente più sereno.

E in più si vedeva che avesse un terribile bisogno di stare con la sua ragazza, di dare conforto anche a lei, dopo che era stata lei a darne a lui per un bel po' di tempo.

Quindi abbiamo pensato che andarcene fosse la decisione migliore.

In fondo, sapevamo entrambi che rimanere lì non avrebbe cambiato nulla. Alec era ancora in camera sua, sotto sedativi, e non ci avrebbero lasciato entrare comunque.

Ogni tanto Lexi sbadiglia, cercando di nasconderlo con la mano, ma io la noto lo stesso.

Ha fatto più di quanto chiunque avrebbe potuto chiedere, rimanendo lì tutta la notte, a confortare Sarah, nonostante il peso dell'ansia e della stanchezza.

L'ospedale era silenzioso a quell'ora, rotto solo dal rumore dei nostri passi e dal fruscio del vento che iniziava a soffiare più forte.

Guardo l'orizzonte, dove il cielo comincia a tingersi di una leggera sfumatura rosa. L'alba sta arrivando, e con essa una nuova ondata di preoccupazioni.

Alec sta combattendo, su questo non ci sono dubbi, ma l'idea che sia lì, in un letto d'ospedale, con un polmone perforato mi fa ribollire il sangue.

È il fratello di Kenneth, e per quanto io e lui bisticciamo parecchio, la verità è che mi preoccupo per lui. Molto più di quanto voglia ammettere.

Quel bamboccio è parte integrante della mia vita, ha un pezzetto del mio cuore, che io lo voglia o no.

"Brandon?" la voce di Alexia interrompe i miei pensieri. Mi giro a guardarla, il viso illuminato dalle luci di un lampione. Ha le occhiaie profonde, i capelli leggermente spettinati. È bellissima. "Ce la fai a guidare?" mi domanda probabilmente perché anche io non ho dormito tutta la notte e quindi sa che sono stanco, ma è tutto okay.

Annuisco sicuro, lasciandole una carezza sulla guancia e un tenero bacio.

"Sì, ce la faccio. Tu riposati, Lex. Sei esausta."

Lei mi sorride debolmente, troppo stanca per ribattere.

Raggiungiamo la mia macchina e saliamo in silenzio. Il viaggio verso casa è breve, fatto di strade deserte e qualche rara macchina che incrociamo di tanto in tanto. Non parliamo tanto, entrambi persi nei nostri pensieri.

Si vede che Lexi sta facendo uno sforzo per non addormentarsi, sapendo che casa mia è molto vicina e quindi sarebbe stata svegliata presto.

È così dolce, sembra quasi una bambina in questo momento. So che Alec è anche suo amico, e lei è davvero preoccupata.

Quando finalmente arriviamo sotto il mio palazzo, noto subito una figura appoggiata contro il muro, poco lontano dall'ingresso.

Anche da lontano, riconosco quel ragazzo, lo stesso che avevo visto guidare l'auto la notte in cui Riven si è presentato a casa mia dopo che si era ubriacato.

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