AVVISO
Da adesso in poi i capitoli saranno scritti al presente. Penso sia più "sensato" scrivere in questo modo e mi ci trovo meglio. Ovviamente, escluse le parti riguardanti il passato. I capitoli precedenti saranno corretti nei giorni seguenti, e questo piccolo avviso sparirà, volevo solo precisare.

KENNETH

Pensa prima di agire.

È quello che cerco di ripetere a me stesso ogni volta dopo aver fatto qualche cazzata.

Ma la verità è che non riesco a pensare. Non in quei momenti.

La rabbia mi annebbia completamente la mente. È come se tutto ciò che mi sono tenuto dentro per anni, piombasse fuori da un momento all'altro e azzerasse le mie facoltà mentali.

Ci sono tante cose che mi fanno arrabbiare, innervosire, che mi fanno disperare.

Sono una bomba a orologeria pronta a esplodere e questo chi mi conosce lo sa. Mia madre lo sa. Io non devo ricordarmi di lui. Mi annienta, è come se sentissi i colpi che ricevevo da lui quando ero piccolo, 10 volte più forti.

Sul cuore.

Il mio cuore prende a palpitare così forte nella cassa toracica che mi sembra quasi stia esplodendo. Ma non è una sensazione positiva, tutt'altro.

Mi uccide.
E sta andando tutto male.
Perché non riesco più a controllarmi, perché il ricordo di lui mi fa così male che il mio dolore si tramuta in rabbia.

E posso sfogare tutto questo facendo cazzate. Bevendo, fumando, scopando, qualsiasi cosa che azzeri completamente la mia mente.

Mia mamma è una delle persone più strafottenti al mondo, almeno nei miei confronti. Lei non è mai stata una madre. Lo è stata solo per Alec, per gran parte della sua infanzia e di questo sono più che felice perché mio fratello merita solo cose belle.

Io...no. Mi ero autoconvinto di meritare la merda che ricevevo. E ne ricevo di spropositata quantità, da tutti, da sempre, tranne che da mio fratello. E da lei.

Nessuno aveva mai cercato di vedere del buono in me. Nessuno era mai andato oltre nel conoscere o nel parlare come si deve a quel bambino che stava sempre zitto, quel bambino che si parava intimorito ogni qualvolta qualcuno volesse sfiorarlo, quel bambino che non aveva mai preso neanche una palla in mano per giocare, quel bambino che aveva troppi brutti voti, quel bambino che si chiudeva nel bagno di scuola, quel bambino che non aveva niente da scrivere nella lettera per la festa del papà.

Entro nel The Spy intenzionato a bere. A bere fino a non ricordarmi più nulla. Ma purtroppo mi ricordo bene tutto.

"Bambini, oggi è la festa del papà! Vi daremo dei foglietti e voi dovrete scrivere dei gesti belli che hanno fatto i vostri papà nei vostri confronti, e poi li attaccheremo su un cartellone." era la maestra Kiddle a parlare, e quando ci distribuirono quei fogliettini, mi sforzai a più non posso per cercare qualcosa da scrivere.

"E come facciamo a decidere quali scrivere?! Sono troppi!" esclamò Mike, un mio compagno di classe. L'amico di tutti. Lui era quello simpatico e gli volevano tutti bene.

I suoi genitori venivano sempre a prenderlo a scuola insieme, e lo abbracciavano fortissimo.
Chissà cosa si provava a ricevere un abbraccio.

Io non ero mai stato abbracciato, prima che mio fratello si facesse un po' più grandicello. Nessuno lo aveva mai fatto, né mia mamma né mio padre.

Mi sarebbe piaciuto essere come Mike.

Io non avevo niente da scrivere. Pensai, pensai, pensai. E scrissi 1 cosa alla fine. L'unico bel gesto che mi venne in mente da parte sua.

Attaccai il fogliettino sul cartellone. Fortunatamente non dovevamo scriverci nessun nome sopra, erano tutti anonimi.

Maybe one dayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora