KENNETH
Qualche ora prima.

Alec, grazie per la bella giornata del cazzo.

Da stamattina giro per la città per cercare quel fottuto ultimo gioco di Call Of Duty, perché Alec è un nerd e questo è il regalo di compleanno che gli piacerebbe più di qualsiasi altra cosa. Anzi, forse l'unica cosa che gli piacerebbe, in pratica.

Mi sono portato dietro anche Brandon visto che lui è un ex-nerd, cioè giocava spesso ai videogiochi, adesso non lo fa più così spesso ma comunque in ogni caso ne capisce più di me e sicuramente sa qual è l'ultimo uscito di Call Of Duty; a me sembrano letteralmente tutti uguali.

Ma ho portato Brandon con me anche per un altro motivo, ossia distrarlo un minimo. Si sta fottendo il cervello per quella ragazza, Alessia. Siamo usciti 3 sere di fila e ciò che ha fatto è stato ubriacarsi fino allo sfinimento, dopo aver controllato che da lei fosse tutto ok, e sono preoccupato per lui.

Come me, è spesso nervoso anche per motivi futili, ma non si comporta in questo modo quasi mai. È per questo che sono in apprensione e non voglio che lui continui a pensarci e rimuginarci su, almeno per oggi, quindi ho provato a spostare la sua attenzione su quello.

Anche oggi sembra uno zombie, praticamente in questi ultimi giorni si comporta anche da tale.

Per fortuna alla fine abbiamo trovato il gioco, adesso sono fuori il centro commerciale a fumare una sigaretta, mentre Brandon è dentro dal tabaccaio a comprare le cartine lunghe e a pagare non so quale bolletta.

So che non potrò tornare a casa dato che Sara e gli altri amici di Alec stanno preparando la festa, e sono certo del fatto che Sara mi stia lanciando delle maledizioni perché le ho fatto portare le chiavi da Tyler, ma ero impegnato a cercare quel videogioco del cazzo.

Mentre sono assorto in questi pensieri, una voce alle mie spalle mi fa rabbrividire, come se l'avessi già sentita. Anzi sono sicuro di averlo fatto.

"Kenneth." questa persona è una donna a giudicare dalla voce, e io mi volto di scatto per rivelarmi la sua identità data la sensazione strana che mi fa provare, il fatto che essa sia tremendamente familiare.

E vedo un pezzo del mio passato. Uno di quei pezzi che ha contribuito a renderlo così orribile.

Mandy. Quella che un tempo era la 'fidanzata' di Max, mio padre.

Max portava spesso a casa ragazze diverse, che sono abbastanza sicuro fossero prostitute perché le pagava sempre prima che se ne andassero. Ma Mandy non era una prostituta.

Lei veniva a casa nostra più spesso di tutte e Max la definiva la sua 'compagna', nonostante avesse altri rapporti costantemente, le loro effusioni erano continue e disgustose, ma ad un certo punto per fortuna mio padre non mi obbligò più a stare lì con loro per fare il suo fottuto schiavo, anzi mi proibì letteralmente di uscire dalla mia stanza ogni qual volta che lei fosse venuta a farci visita.

E c'era una ragione ben precisa.

Non so chi cazzo fosse quella donna, non l'ho mai capito perché fondamentalmente speravo solo ogni giorno che sparisse nel nulla, che si volatilizzasse, non volevo saperne niente di lei. L'unica cosa che so e che sapevo per certo è che è una malata del cazzo. Una pedofila, per intenderci.

Mi dava sempre attenzioni che non si dovrebbero dare a un bambino di 8 anni. Non arrivava mai al dunque per fortuna, perché Max era tremendamente geloso. L'unica cosa decente che Max ha fatto nei miei confronti è stata non lasciarmi quasi mai solo con lei e fermarla quando esagerava nei miei confronti. Però non lo faceva per me, lo faceva per la sua gelosia.

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