SARAH

Mi stringo al braccio di Kenneth mentre saliamo le scale, il rumore dei nostri passi è l'unico suono che rompe il silenzio della casa.

Dovrebbe esserci anche sua madre, ma non è qui. Magari è andata in bagno o altro.

Lei gli ha sicuramente detto qualcosa che lo ha destabilizzato, perché si vede che è ancora in tensione.

Non mi ha detto molto ma non insisto, so quando è il momento di insistere e quando no, con lui.

Tutta la situazione è abbastanza pesante per lui, so quanto è importante Alec nella sua vita e sicuramente ciò che gli è successo sta influendo su tutto ciò che gli frulla per la testa.

Alec è tornato dall'ospedale oggi, e anche se la festa di Capodanno è tra poche ore, la mia mente è concentrata su di lui.

È sempre stato il mio migliore amico. Ci conosciamo da quando avevamo sette anni, eravamo due bambini. Alec mi è sempre stato vicino, e io a lui. L'idea che abbia sofferto così tanto negli ultimi giorni mi fa venire un nodo alla gola.

Mi è anche mancato in questi giorni. Non ci siamo per niente visti, i medici non volevano saperne di farmi entrare, anche se sono andata tutti i giorni lì a provarci.

Hanno fatto entrare nella stanza solo quelle tre persone che sono entrate già il primo giorno.

Per fortuna adesso ho l'occasione di vederlo e stargli vicino.

Kenneth apre delicatamente la porta della camera di Alec, ed entriamo in punta di piedi.

Alec è steso sul letto, coperto fino alla vita da una coperta leggera. Dorme profondamente, il respiro leggermente affannato, e il viso segnato dalla stanchezza. È sempre stato magro, ma adesso... ora sembra solo pelle e ossa. Il suo viso è scavato, le guance rientrate. Mi si spezza il cuore vederlo così.

Com'è possibile che in soli sei giorni sia dimagrito così tanto?

Mi volto verso Kenneth, cercando risposte nel suo sguardo. "È dimagrito tantissimo," sussurro, senza riuscire a nascondere la mia preoccupazione. "È successo in così poco tempo..."

Kenneth annuisce lentamente, lo sguardo triste rivolto al fratello addormentato.

"Sì, è vero. Ha perso molto peso," mi risponde sottovoce, avvicinandosi al letto. "Anche mangiare gli crea dolore. Ogni boccone è una sofferenza per lui."

Guardo Alec, immaginando il dolore che deve provare ogni volta che cerca di nutrirsi.

Ma poi mi viene in mente un'altra cosa.

Conosco i suoi problemi con il cibo. È qualcosa di cui non abbiamo mai parlato, ma dopo un po' l'ho capito.

In questo ultimo periodo ha avuto molti problemi con esso, ha avuto un rapporto complicato con il cibo, ma vederlo così fragile mi fa pensare a qualcosa di orribile.

"Pensi che sia solo per il dolore?" chiedo a Kenneth, cercando di leggere qualcosa di più nei suoi occhi.

Kenneth sospira, passandosi una mano tra i capelli.

"Non lo so, Sarah. Vorrei tanto poter capire cosa gli passa davvero per la testa, certe volte. Ma vedo che quando mangia, prova dolore vero. Non è solo una scusa. Però... si sforza. Questo vuol dire che la volontà c'è, che vuole migliorare." ribatte.

Mi sento sollevata dalle sue parole, ma anche triste. È un pensiero confortante sapere che Alec vuole combattere, ma vederlo così fragile e pensare che anche mangiare è difficile per lui, mi fa male.

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