ALEC

Non riesco a trovare le parole per descrivere quanto questa serata sia stata distruttiva e orribile.

Summer è morta. La sorellastra di Bryan è stata sparata ed è morta davanti i nostri occhi, davanti ai suoi occhi.

Proprio quando lui stava riprendendo la sua vita in mano, proprio quando finalmente i rapporti con la sua famiglia si stavano riequilibrando, è accaduta una simile tragedia.

Una dalle quali non ci si rialza facilmente. Ma non dovrà farlo da solo, perché nel frattempo, non sarà mai solo. Ci sarò io a sorreggerlo, non lo lascerò mai.

Come lui si è preso cura di me innumerevoli volte, lo farò anche io adesso. Non potrò togliergli il dolore, per quanto io lo desideri. Gli rimarrà sempre quel vuoto dentro, nonostante fosse poco che conoscesse Summer, era comunque la sua sorellastra e ci aveva passato insieme le ultime settimane, conoscendola.

Ed era come se si conoscessero da sempre: vederli alla festa, prima della tragedia, mi ha dato questa impressione.

Scherzavano, ridevano e soprattutto si capivano come se fossero sempre stati destinati ad essere fratello e sorella. E adesso lei non c'è più.

Ho aspettato insieme a Bryan che il corpo venisse portato via dall'ambulanza, è stato così doloroso vederla coperta da quel lenzuolo bianco.

E ciò che più mi distrugge è che lei non c'entrava nulla. Bryan non c'entra nulla. Tutto questo è ingiusto, non ha alcun senso.

Bryan sapeva del biglietto e della pistola, non gliel'ho tenuto nascosto. Kenneth mi ha suggerito di farlo, lui ha detto che non avrebbe riferito ancora nulla a Sarah e anche se non ero d'accordo ho acconsentito, ma io non riesco a nascondere nulla a Bryan.

E infatti, quando Summer ha proposto di venire alla festa di Melanie con noi, Bryan le ha detto che era meglio di no, non le ha spiegato tutto ma le ha detto che non era il caso.

Però, sapevamo che Summer fa sempre di testa sua. E inoltre aveva detto che le mancava Bryan, nonostante non lo vedesse da un giorno.

Ecco, erano già fratello e sorella, dovevano solo incontrarsi.

In seguito, ho portato Bryan in auto. Adesso siamo qui, io sono indeciso sul dove portarlo.

Non so se portarlo a casa di suo padre sia la cosa giusta, quest'ultimo è appena stato informato della cosa insieme alla sua compagna e credo che lì la situazione sia ancora peggiore.

Non posso portarlo da sua madre, perché quest'ultima è in viaggio per lavoro, anche se so che stare con lei potrebbe aiutarlo perché hanno un rapporto bellissimo.

Vorrei portarlo a casa mia, a questo punto.

Lui è in stato di shock. È pallido, trema e guarda un punto fisso, non parla da diverso tempo. Prima piangeva disperatamente, non riusciva a fermarsi, adesso invece il suo corpo è solo scosso da tremori e singhiozzi. Non piange più, ma preferei che lo facesse, che mostrasse qualche tipo di emozione.

Adesso sembra solo e semplicemente vuoto. E non riesco a vederlo in questo modo. Il cuore mi fa male nel pensarlo così.

Ed esso mi duole ancora di più se penso al fatto che non posso dire né fare nulla per fare sì che questo dolore lo abbandoni, perché è impossibile. Solo il tempo sarà in grado di sanare questa ferita, che non andrà mai via del tutto. Ed è orribile quando sai che le persone che ami in un modo o nell'altro staranno sempre male per qualcosa che gli è accaduto.

Accendo l'aria calda in macchina così da cercare di fermare il suo tremore, prima, quando eravamo lì fuori, gli ho già dato la mia giacca, ma non ho avuto risultato.

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