KENNETH

Quando vedo i medici avvicinarsi, il mio cuore inizia a battere all'impazzata.

Sento l'ansia divorarmi dalla testa ai piedi, non so più cosa aspettarmi.

Da un lato non vedevo l'ora che venissero a dirci qualcosa, non ce la faccio più a vivere nell'ignoto, ho bisogno di sapere come sta mio fratello.

Da un lato ho una paura fottuta che possano darmi una notizia negativa. Una notizia che non vorrei mai sentire in vita mia.

Quasi non sento più la terra sotto i piedi, l'unica cosa che mi tiene ancorata al presente è la presenza di Sarah al mio fianco, che stringe fortissimo la mia mano.

I medici arrivano davanti a noi, i loro volti sono un misto di empatia e professionalità, ma non riesco a decifrare cosa stanno pensando, o cosa stanno per dirci.

Non riesco a capire se sia qualcosa di brutto o qualcosa di decente.

Qualcosa di 'bello' non può essere. Già il fatto che Alec sia stato vittima di un incidente stradale è orribile.

"Siete la famiglia di Alec Baker, giusto? Mi hanno condotto qui." ci domanda il medico con un tono controllato ma comunque morbido.

"Sì, siamo noi. Come sta? Che cos'è successo?" domando con urgenza, un altro minuto senza sapere niente e potrei impazzire.

Il medico sposta lo sguardo sulla cartella medica che ha tra le mani, prima di ritornare a parlare.

"Alec non è in pericolo di vita, per un attimo lo abbiamo temuto, ma sostanzialmente siamo riusciti per tutto il tempo a tenere stabili i suoi parametri vitali. Ha avuto un brutto incidente, non conosciamo la dinamica dei fatti, quello non è compito nostro, ma ha riportato diverse contusioni lungo tutto il corpo. Non ha niente di rotto, ma... c'è una cosa che ci ha preoccupati molto. È un po' difficile da digerire, per cui vi dico in partenza che sono davvero desolato di doverlo comunicare."

All'inizio mi sentivo piuttosto fiducioso che le cose fossero semplicemente andate per il meglio, ma poi tutte le mie speranze sono state distrutte dall'ultima frase pronunciata.

Qualsiasi cosa sia, so già che sarà terribile.

Un medico non dice queste cose casualmente.

Rimaniamo ad attendere col fiato sospeso, anzi, mi sembra quasi che io non stia neanche respirando nell'attesa che lui ci dica qualcosa.

Non parliamo nemmeno, non abbiamo il coraggio di incitarlo, per cui, alla fine, termina lui il discorso.

"Il ragazzo avrà sbattuto numerose volte il torace contro qualcosa, magari il volante, o altro. Ha subito una lesione al polmone destro a causa dell'incidente. Si tratta di una perforazione polmonare, che significa che c'è stata una lacerazione nel tessuto del polmone. Questo è un problema serio, ma siamo intervenuti rapidamente e stiamo facendo tutto il possibile per stabilizzare la situazione. Sarà necessario monitorarlo attentamente e potrebbe aver bisogno di ulteriori trattamenti, ma siamo qui per fornirgli tutte le cure necessarie. Comprendo quanto questa notizia possa essere difficile da accettare, ma faremo del nostro meglio per assistervi in questo momento delicato." ci riferisce, e il mio mondo sembra crollare.

Mia mamma alla mia sinistra non riesce a soffocare un singhiozzo, si copre la bocca con le mani e chiude gli occhi, come se volesse dimenticare ciò che ha appena sentito.

Bryan, affianco a lei, continua ad essere devastato, le lacrime scendono a fiotti sulle sue guance, pronuncia un: "No..." con la voce spezzata.

La perforazione di un polmone è grave.

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