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SARA

Mi sveglio con la testa pesante e gli occhi che faticano ad aprirsi.

Mi sento uno straccio. Anzi, questo è dire poco. Strabuzzo gli occhi per riuscire a capire meglio tutto, e mi alzo col busto. Mi guardo e mi rendo conto di indossare gli stessi vestiti di ieri sera.

E soprattutto mi rendo conto di non ricordarmi assolutamente nulla della serata, dal 5 shot in poi. E non so quanto questo possa essere un problema..

Insomma, mi ricordo di aver passato tempo con Joseph e i suoi amici, Alessia insieme a me. Ma mi sembrano tutti tipi apposto, non penso possa essere capitato qualcosa. O almeno lo spero..

Temo di essere in condizioni pietose, non vorrei guardarmi allo specchio per paura di sembrare uno zombie, anzi uno zombie con gli occhi da panda, visto che non mi sono neanche struccata.

Mi giro verso la mia migliore amica al mio fianco e noto il suo trucco tutto sbavato, che conferma i miei timori. Probabilmente io sarò ancora peggio, dato che lei riesce ad essere bellissima anche così.

Riesco a sentire il rumore delle stoviglie di sotto, probabilmente mia madre starà preparando la colazione, o il pranzo, non so che diavolo di ora è. Mi sta scoppiando la testa.

Ma il fatto che io sia a casa mia, nel mio letto, con Alessia al mio fianco, è un buon segno no? Non può essere successo nulla.

C'è un modo per scoprirlo: parlare con qualcuno che c'era ieri sera. Quel qualcuno potrebbe essere Alessia, ma non posso svegliarla di soprassalto soprattutto in post sbornia, perché diventerebbe una belva. Lei ricorda sempre tutto dopo aver bevuto, a differenza mia.

L'altra persona potrebbe essere Alec. Sì, chiamerò proprio lui, anche perché dovevamo tornare con lui a casa ieri e qualcosa mi dice che così è successo, altrimenti non so se saremmo qui ora.

Guardo il telefono e noto che sono le 11 di mattina, il che non è così male, potevo svegliarmi più tardi.

Dopo qualche squillo Alec risponde, e dall'altra parte del telefono non sento altro oltre al rumore delle sue coperte. Stava ancora dormendo sicuramente, ma vabbè poco importa, tornerà a dormire dopo questa chiamata: non riuscirò a iniziare la giornata finché non saprò se è successo qualcosa e se la mia dignità è ancora salva o meno.

"Che cazzo è successo ieri sera?" domando diretta.

"Mhmm.." Alec mugugna lamenti incomprensibili, è ancora assonnato probabilmente si trova nei suoi sogni, il che mi fa ridacchiare.

"Alec, ti prego. Dimmi solo se ho fatto qualche figura di merda epocale e devo scappare in Messico, che è successo ieri sera?" riprovo quasi implorandolo, e lui sospira per poi rivolgermi qualche imprecazione che non riesco a capire e qualche lamento.

"Nulla." borbotta per poi chiudermi il telefono in faccia. Vuole morire.

Lo richiamo immediatamente e lui risponde.

"Che c'è adesso?"

"Sii più chiaro, grazie." mi impunto e lui sbuffa.

"Non è successo niente. Stavate con quei coglioni, sono venuto a prendervi e vi ho portato in macchina e poi a casa. Contenta adesso? Fammi dormire." ribatte scocciato con la voce impastata di sonno. Io tiro un sospiro di sollievo.

"Grazie al cielo. Grazie, Alec. Ti lascio dormire, buonanotte anche se è giorno."

"Però adesso che ci penso sì, dovresti scappare in Messico perché mi hai svegliato e la prossima volta che ti vedo sei morta. Buonanotte rompipalle." replica serio per poi attaccare di nuovo il telefono. Ridacchio perché tanto non ce la fa a stare più di 20 minuti arrabbiato con me. Mi adora troppo, gli passerà subito, appena si sarà svegliato di nuovo.

Maybe one dayDove le storie prendono vita. Scoprilo ora