ALEC

Cammino avanti e indietro per il salone innumerevoli volte, con l'ansia che mi divora.

Ho il cellulare tra le mani e attendo una chiamata di Kenneth.
Quest'ultimo mi ha vietato severamente di prendere parte alla loro 'vendetta', nonostante io ci volessi essere davvero tanto.

Quindi sono dovuto rimanere qui a casa per forza di cose, ad aspettare notizie.

In ogni caso ero e sono tremendamente preoccupato, mi aveva detto che mi avrebbe chiamato non appena avessero terminato e non l'ha ancora fatto. È passata 1 ora da quando sono usciti.

Anche Bryan probabilmente sta aspettando, dato che mi ha chiesto di chiamare anche lui quando avrei saputo qualcosa.

Dopo l'incontro della settimana scorsa, io e Bryan siamo tornati quasi quelli che eravamo prima. Cerchiamo di vederci al college di nascosto, ci vediamo a volte dopo i suoi allenamenti e parliamo per ore e ore.

Lui ha i suoi problemi e io i miei, ma durante questa settimana mi sono sentito più libero, con un peso in meno sul petto. E ho riscontrato risultati anche per quanto riguarda gli altri problemi.

Forse mi serviva solo un po' di serenità. O forse mi serviva lui e basta.

Solo che negli ultimi 20 minuti non sto ricevendo risposta da parte sua ai messaggi. Non mi allarmerei normalmente, ma fino a quel momento stavamo parlando da ore per messaggio

Non ho neanche il tempo di pensarci, perché finalmente il mio telefono squilla e vedo il nome di Kenneth sul display.

Accetto la chiamata alla velocità della luce e mi porto il cellulare all'orecchio.

"Dimmi che stai bene." dico immediatamente, prima che possa ricevere qualsiasi notizia, quasi a convincermi che sarà così.

"Sto bene. Stiamo bene tutti e quattro." mi comunica e sapere che mio fratello sta bene mi fa tirare un sospiro di sollievo, ma, anche se non lo ammetterò mai, mi sento piuttosto sollevato alla notizia che anche i suoi amici stiano bene.

Lui vuole loro un bene dell'anima, e nonostante siano fottutamente insopportabili e senza alcuna moralità, ci sono in qualche modo 'affezionato' anche io. Soprattutto per quanto riguarda Brandon, insomma, l'ho conosciuto quando avevo 12 anni. Ero ancora un moccioso.

Ovviamente queste cose non le sapranno mai e poi mai. Anche perché beh, non so se la cosa è reciproca. E non voglio neanche saperlo, sto bene così onestamente.

Questo non significa che mi stanno simpatici, significa semplicemente che non avrei voluto che crepassero, tutto qua.

"Menomale, stavo per morire qui senza sapere un cazzo. Com'è andata?" gli domando e sento i suoi amici sghignazzare in sottofondo, immagino che sia andata bene fondamentalmente.

"Tutto apposto." ribatte semplicemente, ma vorrei almeno una spiegazione. Non è abituato a darle, ma non fa niente. Preferirei sapere se questo incontro abbia dato risultati proficui oppure sia stato semplicemente un divertimento per loro. E conoscendoli, potrebbe esserlo stato.

"Che significa?" chiedo infatti impaziente.

"Come che significa?" domanda di rimando, spazientito anche lui.

"Significa che nessuno ci romperà più il cazzo, bamboccio. Vai a dormire che è tardi per te!" sento Brandon dire a voce alta, dubito che Kenneth abbia il vivavoce, probabilmente Brandon ha semplicemente capito cosa ci stavamo dicendo.

E mi viene voglia di rimangiarmi tutte le parole di prima. Che coglione. Ma almeno mi ha spiegato quale sia stato l'esito di questa serata, differentemente da mio fratello.

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